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domenica 30 dicembre 2012

Ecco che cosa puoi fare per un 2013 al massimo

Con l'approssimarsi del nuovo anno, nella testa di ognuno di noi scattano pensieri grandiosi su ciò che potremmo fare nell'anno a venire, affinché dopo 365 giorni si possa dire che è stato meglio del precedente.

Chi vuol dimagrire, chi insegue un generico benessere, chi vuol pensare di più a sé, e chi si attesta su questioni materiali concentrandosi sulla gestione delle finanze o su progetti d'investimento.

La fregatura di questo genere di promesse a noi stessi è che quel potremmo fare nell'anno a venire viene vissuto come un dovremo fare.

Purtroppo, la mente umana ci mette un secondo a farsi promesse e pochi centesimi del medesimo a non mantenerle.

Questo tipo d'impegni sono troppo vasti per non generare la paura di non poterli rispettare.

Spesso si tratta d'impegni che coprono addirittura l'intero arco dell'anno a venire, o sue porzioni considerevoli.

Un po' come fanno gli oroscopi che ci dicono come sarà il nostro nuovo anno o come vivremo in ognuna delle quattro stagioni.

È una trappola, e l'unico modo di non caderci è saltare il fosso, cioè non concentrarsi su che cosa potremmo fare l'anno prossimo, ma accrescere la nostra consapevolezza adesso, su ciò che siamo stati o su ciò che potremmo essere ben oltre l'anno a venire.

domenica 23 dicembre 2012

Come scegliere il regalo giusto e salvare la coppia

Scegliere regali è difficile, soprattutto in occasione del Natale, quando ci tocca farli a tante persone diverse nello stesso momento.

Per alcuni è addirittura motivo di stress, e ognuno affronta l'ardua impresa con strategie differenti e a volte originali.

I prudenti iniziano a preparare liste di possibili regali già alla fine dell'estate e buttano sempre l'occhio alle vetrine con mesi d'anticipo, ma raramente riescono davvero a completare tutti gli acquisti in tempo utile.

Altri invece aspettano proprio il 23 e il 24 fino all'ultimo minuto di apertura dei negozi e spesso sono i primi a sentirsi frustrati per la scelta poco soddisfacente dei regali.

Per tutti questi motivi, a ognuno di noi è capitato - e capiterà ancora - di ricevere regali sbagliati, inaspettati, lontani dai nostri gusti, insomma, regali che non ci piacciono.

Come reagire?

La questione non è banale, soprattutto quando lo scambio di regali sbagliati riguarda una coppia.

Come si modifica la percezione reciproca dei partners quando un regalo non centra i gusti del compagno o della compagna?

Gli americani sono abituati a non lasciar passare alcuna domanda senza trasformarla in un'occasione per fare un bell'esperimento psicologico, e diverse ricerche hanno esplorato il tema, rivelando a volte risultati controintuitivi.

Per esempio, il luogo comune vuole le donne più romantiche degli uomini, di conseguenza più sensibili a un eventuale errore nella scelta del regalo.

Il maschio pensa che uno sbaglio nel dono potrebbe essere interpretato come una mancanza d'attenzione se non addirittura d'amore.

Per converso, gli uomini sono visti banalmente come grandi bambini, ai quali basta regalare ciò che essi stessi manifestano di volere per renderli felici.

Purtroppo, altro luogo comune vuole la donna vestire il ruolo di nuova madre, e quindi approfittare del Natale per regalare al partner ciò che lei ritiene necessario per lui.

Uno degli studi più curiosi condotti oltreoceano risale a circa quattro anni fa, e ha prodotto risultati singolari rispetto alle aspettative.

domenica 16 dicembre 2012

Uno, due tre, strage...

Tutti i casi di stragi di massa improvvise, come l'ultimissima nel Connecticut, ci spingono a cercare le possibili cause nella speranza di prevenire eventi simili nel futuro.

Purtroppo, gli elementi a favore di una previsione di tali eventi sono scarsissimi, ogni caso sembra prevalere in termini di differenze più che di somiglianze.

Proviamoci lo stesso.

giovedì 13 dicembre 2012

Pronti per la fine del mondo?

Non posso credere che tu non lo sappia.

Il mondo è in procinto di finire.

La data è il 21 dicembre, l'ultimo giorno del calendario Maya, e se l'hanno detto loro...

Qualcuno dirà che si tratta di una semplice fobia, di quelle che colgono piuttosto frequentemente il genere umano.

Sono d'accordo, al punto che ti dico che non c'è requia: anche sopravvivendo al 21 dicembre, dopo appena dieci giorni saremo nel duemila... TREDICI!

Fa ridere, forse, ma la superstizione sul numero 13 è talmente diffusa che dalla numerazione stradale, a quella degli ascensori, fino alle operazioni per schedulare - è una parola tremenda, lo so, ma si dice così - i voli, quasi tutti escludono questo numero.

Ma la storia è vecchia.

domenica 2 dicembre 2012

Quando litigare fa rima con amare



 Ogni coppia si trova periodicamente a discutere: soldi, sessualità, educazione dei figli, gestione del tempo e così via.

Il problema, per molte di queste coppie dalla discussione facile, non è il confronto d'opinioni, ma il fatto che le discussioni si trasformano in litigi senza risolvere la questione di partenza.

Simili disaccordi assumono la forma di una spirale e girano a vuoto anche per ore e ore.

La coppia che litiga arriva quasi sempre a un nulla di fatto, un impasse che non riguarda più un argomento di convivenza ma coinvolge i sentimenti, l'immagine e la stima reciproca, le intenzioni dell'uno verso l'altro.

Insomma, l'amore tra i due.

In realtà, questo incidente non capita in maniera lineare, ma spesso con il colpo di scena.

Moltissime coppie discutono - nel senso che confrontano le proprie idee - e arrivano a un passo dalla soluzione, ma poi qualcosa va storto e la discussione si tramuta in litigio.

Così le parole si fanno più rabbiose, i contendenti si mettono sulla difensiva, e alla fine si allontanano, o meglio, uno dei due decide che con te non si può parlare.

Questo naturalmente apre il baratro dell'incomunicabilità, della mancanza di un senso di vicinanza e affiatamento e quindi della ricerca di altre soddisfazioni, adulterio compreso.

venerdì 16 novembre 2012

Esiste il fascino del criminale?



 Avrai senz'altro sentito parlare del delitto di Melania Rea e della recente condanna all'ergastolo di Salvatore Parolisi, suo marito, per omicidio.

Se hai prestato orecchio a questo tremendo fatto di cronaca, forse ti sarà capitato di sentire anche delle lettere che Parolisi, sin dalle prime custodie, ha iniziato a ricevere da diverse ammiratrici e che ha continuato a vedersi recapitare, ricorrendo anche a stratagemmi per comunicare con l'esterno, in barba ai provvedimenti cautelari.

Messaggi e lettere, con frasi come sono qui che ti aspetto o ti voglio bene, che hanno fatto discutere anche della fama di quest'uomo in materia di seduzione.

Se dunque sei al corrente di questo aspetto della vicenda, è facile che ti sia chiesto ma chi sono queste donne che scrivono a un criminale?

Qual è il fascino di un uomo che ha ammazzato la moglie?

Che cosa passa per la testa e per il cuore delle donne che gli si dichiarano?

mercoledì 7 novembre 2012

Cinque lezioni eterne da Cesar Millan



 Per chi non ama gli strizzacervelli e tutto ciò che gli gira intorno - compreso questo blog - una ghiotta occasione di prenderli in giro arriva dall'autoironico titolo della trasmissione Dog Whisperer - Uno psicologo da cani in cui Cesar Millan aiuta i proprietari di cani problematici a ricostruire un rapporto migliore con i loro amici fidati.

Non entro nel merito delle polemiche accese dalle associazioni animaliste, non ultime quelle del giugno scorso, quando Millan è stato in Italia a registrare alcune puntate del suo docu-reality, perché il discorso sarebbe troppo ampio (se vuoi saperne di più, parti dai links legati al video qui sopra).

Mi interessa invece rilevare come alcuni principi-guida del suo modo di intervenire siano praticamente identici a quelli che qualsiasi terapeuta da uomini e non da cani non può non tener presente.

Ognuno dei principi qui di seguito contiene un meccanismo fondamentale per la crescita personale che può essere utile conoscere, allo scopo di cambiare, migliorare, sentirsi più adeguati.

domenica 28 ottobre 2012

Halloween: come ti vesti?

Madre, tua figlia è su di giri perché non vede l'ora di festeggiare Halloween e si tormenta nella ricerca del costume giusto da indossare?

Una situazione molto probabile, in questi giorni, se pensiamo che in ogni scuola di ogni ordine e grado si sta perlomeno parlando di Halloween se non addirittura producendo lavori scolastici su questa festa.

Dunque, bambine e ragazze pronte a mascherarsi in questa sorta di carnevale anticipato.

La domanda però non è come vestirle ma come esse vogliono vestirsi?

Se provi a digitare nei motori di ricerca costumi halloween ragazze comparirà una sfilza di immagini di costumi da streghe, mummie, vampire, diavole, zombies, ma anche poliziotte, infermiere, supereroine, follette e fatine.

Solo che ognuna di queste figure avrà come minimo cinquanta centimetri di cosce scoperte, se non addirittura scollature pronunciate, veli, guaine tipo seconda pelle e altri elementi marcatamente sessuali.

Certo, per gli studenti delle scuole secondarie questo è comprensibile, dato che in quel periodo si va a completare la maturazione sessuale.

Però viene da chiedersi che cosa sceglierebbero d'indossare le ragazzine avendo la possibilità di optare anche per abiti non così succinti.

A questa domanda ha provato a rispondere uno studio americano diretto da Christine R. Starr e Gail M. Ferguson, con un'indagine sulle bambole (dalla Barbie alle Bratz), i media e le influenze materne nella costruzione dell'identità sessuale.

sabato 13 ottobre 2012

Capire gli altri: fino a che punto?

Se un amico tarda ad arrivare al vostro appuntamento, che cosa pensi?

Avrà avuto un contrattempo?

Il solito ritardatario?

Spero non gli sia successo qualcosa di grave?

Ecco, non ha alcun rispetto per me!?

Un comportamento, quello del ritardo, che sicuramente non procura piacere, quindi si può pensare sia facile avere reazioni negative.

In realtà, è possibile reagire in modi molto differenti anche a comportamenti che giovano.

Il classico esempio del marito che fa un regalo inaspettato alla moglie, facendole pensare che ha qualcosa da farsi perdonare, la dice lunga.

Perché una parte delle mogli penserebbe di avere accanto l'uomo più dolce del mondo, e un'altra parte di avere vicino una carogna subdola che sta tentando di manipolarla?

Che cosa ci porta a interpretare i comportamenti degli altri in modi così differenti?

Che cosa si può fare per allenarsi a interpretarli in maniera positiva?

sabato 6 ottobre 2012

I vecchi trucchi della retorica

È così irresistibile per alcune persone cercare di smontare ciò che noi diciamo.

Invece di ascoltare per intero il nostro messaggio, alcuni decidono di soffermarsi solo su una parte di esso.

Il messaggio in realtà di parti ne ha due: una parte che l'ascoltatore può trovare positiva, e l'altra che troverà negativa, discutibile, da confutare.

Nel 99,9 % dei casi - ovviamente non ho svolto un sondaggio per questa percentuale, ma è una generalizzazione retorica - chi ci ascolta sceglierà di concentrarsi sulla parte da criticare.

Per farlo, userà dei trucchi, pescati direttamente dall'arte della retorica antica.

Forse il nostro ascoltatore criticone non sa nemmeno quanta storia c'è dietro i trucchetti con i quali gioca a fare a pezzi quello che diciamo.

E se noi non facciamo attenzione, rischiamo di considerare le sue risposte retoriche come antipatiche.

Invece, l'uso di espedienti retorici nelle conversazioni tra le persone è argomento di grande interesse, perché riconoscendo la loro applicazione, in qualsiasi materia, possiamo capire se una persona sta cercando di deviare qualcosa che sente come una sfida o una minaccia, sta provando a difendere le sue credenze fondamentali distruggendo quelle degli altri, perché teme di dover rinunciare alle proprie, se insomma è stata toccata dal nostro messaggio.

Una retorica votata tutta alla difesa, che però si veste da attaccante.

Come si fa?

sabato 29 settembre 2012

Dimmi su che sedia stai e ti dirò chi sei

A prima vista sembra l'ultima americanata nel campo delle ricerche psicologiche, però dopo il primo momento d'ilarità, i risultati di un test che cerca di spiegare il rapporto tra ambiente e pensiero umano mostrano lati interessanti.

La domanda è: i nostri stati mentali sono condizionati dall'ambiente circostante?

Tutti, più o meno, sappiamo che la nostre condizioni psico-fisiche cambiano se passiamo del tempo in campagna a contatto con la natura o se invece stiamo per qualche giorni in una metropoli trafficata e fumosa, come dimostra l'ecoterapia.

Scrivi che ti passa!

C'è una profonda connessione tra la scrittura e la nostra salute.

Tenersi dentro pensieri, sentimenti e ricordi di quanto accaduto aumenta il rischio di incorrere in disagi più o meno gravi.

La scrittura però non è solo un modo catartico di buttare fuori un peso, ma è una traduzione in un altro linguaggio, un'operazione di modellamento creativo, un modo di governare ciò che abbiamo dentro attraverso il medium della scrittura.

Il primo effetto del raccontare in forma scritta i propri pensieri ansiogeni è il rilassamento fisico e il riequilibrio del livello di stress.

La sensazione di poter in qualche modo influire sugli effetti patogeni delle proprie ansie attraverso la scrittura, riduce il rischio di forme depressive, oltre a migliorare in generale la propria consapevolezza cognitiva.

Ma è col tempo che viene il bello: scrivere, ritornando più volte sullo stesso tema, accresce la comprensione di quanto ci è accaduto e di chi siamo, due caratteristiche che aprono la porta alla salute mentale.

sabato 15 settembre 2012

Sesso e tecnologia: virtuale o virtuoso?

Come counselor sono sempre molto interessato ai temi trattati nella conferenza annuale dell'American Counseling Association, ma non mi sarei mai aspettato di trovare una relazione sul sesso via sms, e adesso ho appena finito di leggere il piccante sondaggio al quale hanno già risposto molti americani.

Andiamo per ordine:Rachael Madden-Connor e altre due colleghe hanno presentato uno studio condotto su un campione di persone dai 25 ai 40 anni, sposate o comunque impegnate in una relazione stabile, a prevalenza femminile, dal quale sta emergendo una scottante realtà.

La maggioranza dei partecipanti che hanno risposto di avere regolari rapporti sessuali col proprio partner ha aggiunto che inviarsi messaggi spinti e foto provocanti accresce l'eccitazione e la soddisfazione sessuale reciproca.

giovedì 6 settembre 2012

Relazioni positive: come riconoscerle

Quante volte hai detto o hai sentito dire la frase ma tutti/e io li/le trovo? riferita a relazioni di coppia andate male?

Una frase che ha molto più senso di quanto possa sembrare, dalla sua apparenza di semplice modo di dire o frase fatta.

Infatti, se gli togli il punto interrogativo, la frase significa esattamente ciò che esprimono le sue parole: li trovi o le trovi tutti e tutte tu, e ogni volta ci ricaschi.

Si tratta di una variante di un meccanismo psicologico in cui agisce la coazione a ripetere, ben illustrata da Freud, e su cui Berne elaborò la sua famosa teoria dei giochi relazionali, proprio partendo da questo in particolare, il gioco in cui una persona fa di tutto per dimostrare di essere stata ingannata o sfruttata da qualcun altro, non a caso intitolato prendetemi a calci.

Non voglio però andare oltre nella disamina clinica del fenomeno, quanto soffermarmi su un aspetto più semplice.

Dire che troviamo sempre la persona sbagliata significa anche saper riconoscere che cosa non va e che cosa andrebbe bene.

Avere ben presenti le caratteristiche di una relazione soddisfacente dovrebbe permetterci di scansare i pericoli o quanto meno di abbreviare i tempi necessari a riconoscere che la relazione in tessitura non sta prendendo la forma giusta e quindi chiuderla prima che sia troppo doloroso.

Come facciamo a sapere qual è la relazione giusta per noi e quindi a riconoscere quali persone potrebbero venire maggiormente incontro ai nostri bisogni?

sabato 4 agosto 2012

Un'estate felice?

Con l'afa che non dà tregua, tutti ci apprestiamo a raggiungere località di vacanza nelle quali rigenerarci da un anno di lavoro e impegni, per tornare rilassati, abbronzati, ricchi di nuove esperienze, felici.

Felici?

Sai, quando torni da una vacanza  ti chiedono com'è stato? Ti è piaciuto?

E tu rispondi col pilota automatico bello, sì, mi è piaciuto.

Ma sai davvero definire in che senso è stato bello, ti è piaciuto, in che termini esattamente si è trattato di un'esperienza felice?

Naturalmente, il discorso non vale solo per le vacanze estive ma le domande sul senso della felicità restano valide 365 giorni all'anno.

Come facciamo a misurare la felicità?

lunedì 30 luglio 2012

Il mensile di Studialamente: luglio 2012

Il diavolo fa le pentole...
E i coperchi dei monsignori sono una vera schifezza.

Al di là della battuta, quanto accaduto nell'intervista al vescovo d'Isernia, la cui ignoranza abissale gli ha fatto dire cose irripetibili sulla sindrome di Down, ci dice a che punto siamo nello sviluppo culturale, civile, sociale e mentale.

Oltre all'indignazione, ne ho parlato perché anche il cattolicesimo, come tutte le pratiche degenerate dalle religioni, pesca a piene mani nei sentimenti della gente in cerca di spiegazioni facili e di qualche pittoresco protettore che li guidi verso la luce.

Qui trovi sia la videointervista che le mie riflessioni.

Salvaci dalla tecnologia!
Quando si è nell'occhio del ciclone non ci si può accorgere del suo potere devastante.

Allo stesso modo, siamo così immersi nella tecnologia e circondati da apparecchiature che solo fino a pochi anni fa si potevano trovare nei romanzi di fantascienza, da non renderci conto di quanto ci stanno influenzando.

Non possiamo sapere come evolverà la situazione, però possiamo chiederci di che tipo di tecnologite ci stiamo ammalando, leggendo questo post.

Psicologo o counselor, vostro onore?
Ormai dobbiamo rivolgerci al giudice anche per farci aiutare a scegliere da quale professionista dell'aiuto dobbiamo andare.

L'ordine degli psicologi della Lombardia infatti ha battuto anche in appello alcuni dei suoi stessi membri colpevoli di diffondere il counseling, contrariamente a quanto prescritto dal codice deontologico.

Ma è solo una questione di codicilli o ci sono ragioni più potenti dietro questo scontro?

E soprattutto, quali garanzie hanno i cittadini quando si recano da un presunto specialista?

Scoprilo in questo articolo.

Una mente mangia-storie
Siamo ancora lontanissimi dalla piena comprensione di quanto accade nel nostro cervello.

Per questo, studi diversissimi e interessantissimi si alternano nell'attacco al pieno svelamento di quanto abbiamo nella testa.

Studi recenti sul funzionamento dei neurotrasmettitori in relazione alla lettura di romanzi, all'ascolto di storie o alla visione di film mostrano risultati sorprendenti.

Grazie alle storie, il cervello infatti è in grado di compiere tutto il lavoro di cui ha bisogno, senza tuttavia tradurlo in azione concreta (cosa che comporterebbe un dispendio eccessivo di energie).

In pratica, il cervello ha bisogno di lavorare molto più di quanto il corpo sia in grado di garantirgli, per questo, grazie alle storie, la materia grigia si sazia a sufficienza, come puoi leggere qui.

Bambini soli o bambini abbandonati?
Nell'ultimo spot dell'AiBi sembra che questi due concetti siano intercambiabili.

In realtà, la condizione d'abbandono dei bambini nei paesi meno sviluppati, che l'associazione cerca di inserire in programmi d'adozione, non c'entra nulla con la condizione sentimentale di solitudine che certi bambini con entrambi i genitori possono provare per mancanza di cure e vicinanza emotiva.

Ma nel loro spot le due cose si sovrappongono: vieni a scoprire in che modo e con quali conseguenze.

Pazzo sì, ma fesso no!
Diceva un vecchissimo spot su una marca di caffè.

Lo slogan si potrebbe adattare per l'imminente uscita del DSM V, il nuovissimo manuale crea-patologie a disposizione di tutti gli psichiatri dalla ricetta facile (e di tutti gli insegnanti e gli educatori incapaci).

Il mondo è nettamente diviso su questo tema: da una parte i professionisti dell'aiuto che ravvisano la totale inadeguatezza del sistema diagnostico del manuale, dall'altro l'APA e i suoi ambigui rapporti con le grandi case farmaceutiche.

In questo articolo puoi capire perché il DSM non può funzionare e qual è l'alternativa.

sabato 28 luglio 2012

DSM V: come stanno le cose?

Nel 2013 arriverà il DSM V, l'ultima versione del terrificante manuale diagnostico approntato dall'American Psychiatric Association.

La questione diagnosi l'ho già affrontata in questo post che t'invito a rivedere.

Molti si stanno chiedendo quali cambiamenti ci saranno (se ci saranno), quali disturbi saranno ridefiniti, quali cancellati e quali introdotti di sana pianta.

Perché il DSM è come una lingua, e in quanto lingua è fatta di parole che evolvono grazie all'uso che se ne fa, in rapporto a quanto accade nella vita civile.

Il DSM è un vocabolario, anzi, un etichettario.

La differenza tra un vocabolario e un etichettario è semplice:

sabato 21 luglio 2012

Il colpo basso dell'AiBi



 L'ultimo spot dell'AiBi - Amici dei Bambini - che puoi vedere qui sopra - suscita qualche perplessità.

Negli spot precedenti, come quello del cane che si prende cura del gatto, o quello della partita a calcio tra il borghese cittadino e il piccolo che gioca nel fango in Brasile, o ancora quello con Max Laudadio che dà un nome alla bambina africana, lo script si fonda sempre sulla dinamica genitore/figlio, con le due parti che riescono a trovare un punto d'incontro.

In questo spot invece la bambina è da sola, e lo dice anche, nel finale, non lasciatemi sola.

giovedì 12 luglio 2012

Un cervello pieno di storie

Che cosa succede nella nostra mente quando piangiamo per la morte di un personaggio al cinema o nelle pagine di un romanzo, ben sapendo che quell'evento non è reale?

Per non parlare del brivido che ci coglie nelle scene di suspense, quando il cattivo sta per agguantare la sua vittima, o della felicità che condividiamo con i trionfi dei protagonisti di storie, scritte, recitate o filmate.

Perché ci comportiamo verso quelle parole stampate, quei gesti finti e quelle ombre sullo schermo come con persone e avvenimenti esistenti?

giovedì 5 luglio 2012

Psicologia vs. Counseling: galli da combattimento

Il tribunale di Milano prima e la corte d'appello del capoluogo lombardo poi hanno stabilito che in base all'articolo 21 del codice deontologico degli psicologi questi ultimi non possono insegnare la conoscenza e l'uso degli strumenti della professione a chiunque non sia già psicologo o non stia seguendo la formazione necessaria a diventarlo.

Questo significa che tutte le scuole di formazione in counseling, ma anche in mediazione familiare e altre forme d'aiuto alla persona, espongono gli psicologi che le hanno fondate e che vi insegnano al rischio radiazione.

Così l'ordine degli psicologi della Lombardia, con altre associazioni alleate, spera di frenare la diffusione del counseling, sia come esperienza formativa, sia come figura professionale alternativa allo psicologo.

Questi i fatti.

Oltre i fatti, come sempre, ci sono i retro-fatti e le interpretazioni.

Cerchiamo di capirci qualcosa.

mercoledì 4 luglio 2012

Test: soffri di "tecnologite" acuta?

Avrai già intuito dove voglio andare a parare: sei capace di staccare dal tuo cellulare, dal PC, dal portatile, dal tablet, persino dall'mp3?

Naturalmente non voglio predicare di staccarci per sempre da tutto ciò, quando il mondo intorno a noi è interamente digitale.

Tuttavia, non è certo sano restare connessi 24 ore al giorno 7 giorni su 7.

Se sei un padreterno della tecnologia e la usi alla grande per il tuo lavoro, è comprensibile che tu ne faccia un uso abbondante.

Se però tutti i tuoi clic non stanno migliorando la qualità della tua vita, forse ti stai ammalando di "tecnologite".

E quando dico ammalando non intendo solo psicologicamente: in realtà, l'uso di questi strumenti che ormai affastellano le nostre vite produce gli stessi effetti neurochimici in termini di stimolo dopaminico di alcool, droga, sesso compulsivo e gioco d'azzardo.

Saper staccare dalla rete nella quale siamo intrappolati comporta innanzitutto un guadagno in termini di tempo libero.

Un tempo che potrai usare per migliorare le tue attività, per avere più condivisione con i tuoi familiari e i tuoi cari, per vivere con loro esperienze divertenti e di conseguenza accrescere la soddisfazione per le tue relazioni.

Allora: vuoi scoprire se sei a rischio o no?

domenica 1 luglio 2012

Esorcista, esci da questo mondo!



Non sapevo nulla del vescovo di Isernia che all'inizio di giugno ha paragonato un indemoniato a una persona con sindrome di Down raccontando di un esorcismo, e poiché questo blog vive per ammazzare l'ignoranza non posso trattenermi.

Chiedo scusa a quanti si ostinano a voler credere ancora nella buona fede di questi uomini travestiti, cosa che qualsiasi serio sostenitore della psicologia guarderebbe con sospetto, e li prego di cliccare altrove e uscire da questa pagina per non leggere le mie parole.

Questo però non significa che io sia per le offese gratuite né a favore dell'occhio per occhio dente per dente, perciò guarderò questo video e lo metterò in pausa per scrivere i miei commenti sulle parole assurde di questa persona, se di persona si può parlare.

mercoledì 27 giugno 2012

Il mensile di Studialamente: Giugno 2012

La guerra d'indipendenza
Non ti sto invitando a tornare sui libri di storia, non preoccuparti.

In realtà, ci diciamo persone indipendenti quando, a ben vedere, molte sono le bazzecole in gradi di schiavizzarci.

E sono cose di poco conto, per questo non ci facciamo neanche più caso e siamo incatenati e contenti (ma anche no).

Scopri le dipendenze subdole e comincia subito a liberartene.

Che cosa vuol dire pensare
Non parlo qui del fenomeno spontaneo nel quale la nostra mente produce idee, le collega, le mescola, le cancella per poi ricominciare di nuovo senza tregua.

Pensare criticamente vuol dire esercitare una disciplina sui nostri processi cognitivi, allo scopo di raggiungere un obiettivo definito.

In questo post, tutti i segreti per usare il pensiero critico.

Mi aiuto da me
Sembra questo il motto alla base della mania di molte persone di acquistare libri e manuali che promettono di cambiare le nostre vite, risolvere finalmente annosi problemi o alleggerire il nostro senso di colpa per potercene finalmente fregare di tutto.

Ma i manuali di autoaiuto servono veramente?

Come si fa a scegliere quello giusto?

Leggere ci permetterà sul serio di realizzare tutto ciò che essi dichiarano di poter fare per noi?

Scoprilo, in questo post adesso.

Potenza della prima persona singolare
La gran parte dei nostri scontri con altre persone spesso è imputabile alla... grammatica!

Tendiamo sempre a parlare agli altri usando il tu, e quindi ribadendo e sottolineando che cosa l'altro ha detto o fatto, generando in lei o in lui il desiderio di riscattarsi per ributtarci addosso, a sua volta, le sue opinioni, accuse o attacchi su ciò che noi abbiamo fatto.

Per uscire da questo perverso gioco di comunicazione c'è l'Io messaggio: scoprine qui tutti i vantaggi.

A volte ritornano
Non tutte le separazioni restano tali.

Oggi, grazie alla maggiore facilità con la quale ricorriamo ai professionisti dell'aiuto, molte coppie in crisi riescono a tornare insieme, o almeno ci provano, facendosi accompagnare da un terapeuta nella ricostruzione della loro relazione.

Funziona?

Che cosa veramente stanno chiedendo i partner quando si rivolgono a un professionista?

Come fare questo percorso nel modo migliore?

Clicca qui per sapere come ricostruire la tua relazione incrinata.

giovedì 21 giugno 2012

C'eravamo tanto amati? Guida alla relazione da ricostruire

Lo sdoganamento della psicologia in ogni area della vita civile ha fatto sì che le persone si rivolgessero sempre più in maniera autonoma agli specialisti dell'aiuto per risolvere i propri problemi.

Anzi, di questi tempi si cade nell'estremo opposto: inquadrare clinicamente situazioni che invece si potrebbero rimettere in sesto semplicemente riordinandone gli elementi in modo più salutare.

Dopo il boom delle separazioni e dei divorzi che ha contraddistinto il finale di secolo scorso - perché come neo-divorzisti, ci dovevamo prendere quella quarantina d'anni di sperimentazione! - oggi invece la tendenza è rivolgersi a psicologi e counselors per ricostruire la coppia in crisi.

sabato 16 giugno 2012

Comunicazione efficace: che cosa scegli tra "Io" e "Tu"?

Quando studiavo per il titolo di counselor, tra tutti i maestri americani di approccio umanistico, preferivo di gran lunga Thomas Gordon, con la sua serie di manuali per diventare efficaci (genitori efficaci, insegnanti efficaci, leader efficaci e chi più ne ha più ne metta) che hanno contribuito a chiarire al mondo dei rogersiani che cosa sono l'ascolto attivo e la comunicazione centrata sulla persona.

Mi piaceva molto il modo in cui Gordon insisteva sullo stare centrati su di sé.

venerdì 15 giugno 2012

Autoaiuto: un libro ci salverà?

Una decina di giorni fa una lettrice mi scrive chiedendomi consiglio circa un libro di argomento psicologico che possa aiutarla a rinforzare la fiducia in sé.

Ci tiene anche a specificare che sa benissimo che il lavoro dovrà farlo lei e che il libro non muoverà un dito, anzi, una pagina, al posto suo.

A parte il latente doppio legame di questa richiesta - ti chiedo qualcosa per rinforzare la mia fiducia ma nello stesso tempo, se te la chiedo, continuo a non affidarmi a me stessa - che ho provato a "sciogliere", invogliandola a seguire la sua indole e ad avere pazienza, perché i percorsi lungo i quali passiamo da un libro all'altro sono pura intimità, perciò insondabili da un esterno, la questione dell'autoaiuto con i libri non è né nuova né marginale.

Le persone cercano aiuto nei libri di psicologia per diversi motivi:

martedì 12 giugno 2012

Pensiero critico: conoscerlo, capirlo, usarlo

Che cos'è il pensiero critico?

Potremmo definirlo un modo di pensare sorretto da una disciplina governata da alcuni principi intellettivi inequivocabili.

La stessa definizione è un esempio di pensiero critico, nello specifico il tentativo di definire in maniera equilibrata il significato del termine.

In pratica, significa identificare e analizzare gli argomenti, le affermazioni sulla verità o la falsità degli stessi, scovare e superare pregiudizi e preconcetti, sviluppare i propri ragionamenti in direzione di ciò in cui crediamo, considerare le eventuali obiezioni, il tutto per arrivare a scelte quanto più razionali e coerenti con i propri valori.

Complicato?

Nessuno sta dicendo che il pensiero critico debba essere applicato in ogni momento della nostra vita, così all'impronta.

Di fronte a momenti critici, però, è necessario non farsi prendere da implusività né da ristrettezze mentali.

Quali sono i principi da osservare per pensare bene?

giovedì 7 giugno 2012

Dipendenze subdole: qual è la tua?

La parola dipendenza fa subito scattare l'associazione con fumo, alcool, stupefacenti e altre sostanze in grado di alterare i nostri stati.

Non è di questo che voglio parlare.

Se quelle dipendenze provocano un danno più o meno diretto sulla tua salute psico-fisica, ci sono altre dipendenze che ti allontanano da ciò che è meglio per te.

Una marea di abitudini e comportamenti sono in agguato, pronti ad assorbire il nostro tempo e le nostre energie, senza darci nulla di concreto in cambio.

Perché definirle dipendenze?

Perché, anche se tu lo negherai fino alla fine, esse ti privano del controllo, occupano ogni tuo momento potenzialmente creativo, ti succhiano l'energia fino all'ultima goccia.

Sebbene la schiavitù sia stata (quasi del tutto) abolita, dev'esserci qualche errore di fabbricazione nel progetto umano, che ci spinge verso comportamenti e abitudini in grado di schiavizzarci.

E funzionano esattamente come quelle sostanze in grado di creare dipendenze ben più serie: smettere di seguirle è difficilissimo.

giovedì 31 maggio 2012

Il mensile di Studialamente: Maggio 2012

Evoluti fino a che punto?
Uno dei modi più affascinanti per studiare l'evoluzione dell'essere umano e dei suoi comportamenti sono gli esperimenti a sfondo sociale, come quelli realizzati ad Harvard per capire come mai ci comportiamo in modo altruistico quando invece la razionalità ci dovrebbe far scegliere il guadagno personale e come invece ci perdiamo in piccole vendette che di fatto non porteranno a nulla, solo per il gusto di rendere la pariglia.

Leggi pure l'articolo sugli strani comportamenti sociali degli esseri umani per saperne di più.

Un calcio alla fede
Dopo le numerose visite degli juventini che volevano sapere dai miei post come calmare l'ansia in vista della partita decisiva del campionato, era doveroso da parte mia ricambiare l'attenzione con una piccola indagine sul tifo come comportamento fideistico.

Solo una fede incrollabile, infatti, può conservare l'amore per la propria squadra, nonostante le indagini stiano dimostrando che chi gioca e dirige il calcio non mette certo al primo posto l'amore per i sostenitori.

Buon compleanno, maestro!
Come definire altrimenti Gregory Bateson, senza il quale tutte le neuroscienze moderne non avrebbero mai visto la luce?

In un post che non è solo un omaggio ma anche una sintesi del peso avuto da questo grande antropologo, il mio ringraziamento per aver anche ispirato il mio blog.

Oh, Mamy
Maggio, mese della mamma, anche di tutte quelle mamme con le quali i figli intessono rapporti ambigui, invalidanti o addirittura pericolosi.

Per capire che tipo di relazione hai con tua madre e che cosa puoi fare per migliorarla puoi leggere adesso questo post.

Il problema di avere un problema
Sono fermamente convinto che la maggior parte dei nostri problemi derivi dall'assurdo tentativo di vivere una vita priva di problemi.

Partendo da questa convinzione, ecco il post per capire quale atteggiamento sia più utile nell'affrontare e risolvere i problemi della vita quotidiana, senza disperarsi né mettere la testa sottoterra.

Ai posteri l'ardua sentenza
Quando si parla di etica e morale, spesso si sottolinea quanti progressi abbiamo compiuto in fatto di vivere civile.

Ma se è vero che l'evoluzione della morale è innegabile, allora sarà vero che gli uomini di domani non solo vivranno in condizioni di più alta moralità, ma che guarderanno a noi, cittadini del mondo passato, come eticamente arretrati.

Se vuoi provare a indovinare come saremo giudicati in futuro da un punto di vista morale, clicca qui adesso.

Dramma o tragedia?
Ha fatto tanto scalpore la notizia che molti dei recenti suicidi siano dipesi dalla crisi economica, scatenando anche una caccia mediatica al colpevole.

Senza negare che le difficoltà lavorative possano indurre una persona ad atti estremi, l'analisi attenta dei dati dimostra che in realtà il tasso di suicidi non è cambiato e probabilmente resterà nella media fino alla fine dell'anno.

Il confronto tra il dramma di una difficoltà sociale e la tragedia a tinte fosche dipinta da alcuni è riassunta in questo post.

Aridaglie con le donne che sono meglio degli uomini!
E fatevene una santa ragione!

Stavolta qualcuno dovrà rassegnarsi almeno al fatto che non ho dato solo i numeri ma ho fornito anche la fonte.

Comparando i dati sulla criminalità, il disagio psichico e - udite udite! - il comportamento al volante, dal Regno Unito ci dicono per l'ennesima volta che le donne si controllano meglio degli uomini.

Del resto, loro hanno sempre avuto regine...

sabato 26 maggio 2012

L'impulsività è uomo, il controllo è donna



 Se non fossero bastati i due post sul confronto tra maschi e femmine e sulla reciproca sessualità, ecco qui il classico non c'è due senza tre, che afferma un'altra verità scomoda per i maschi e da gongolarsi per le femmine.

La Durham University in Gran Bretagna, infatti, ha condotto una lunga analisi trasversale per tracciare i confini dell'impulsività e del controllo negli uomini e nelle donne.

La prima parte dello studio si concentra sugli atti criminali e sui comportamenti a rischio, nei quali i maschi schiacciano le femmine con il 76 % degli arresti, l'89 % degli omicidi e l'82 % dei crimini.

Anche i dati sulle dipendenze - dal fumo alle droghe - o sull'incidenza di disagi psichici pendono tutti dal lato maschile di gran lunga, questi ultimi soprattutto in relazione a disturbi della condotta, disturbi antisociali, ADHD e disturbo esplosivo intermittente.

Proprio questi dati hanno spinto i ricercatori a esaminare come se la cavano al volante maschi e femmine.

martedì 22 maggio 2012

Crisi e suicidi: qual è la verità?

Suscita molto scalpore il fenomeno dei suicidi causati da problemi economici e sembra innegabile il legame tra l'inasprimento della crisi, il peggioramento delle condizioni di vita e l'estremo atto di molti, saliti alla cronaca negli ultimi mesi.

Una domanda ovvia ha occupato l'interesse dell'opinione pubblica: la crisi sta davvero ammazzando le persone, portandole a togliersi la vita?

Per molti cittadini la risposta è un netto , perché sotto pressione c'è bisogno di individuare un colpevole.

Noi, poi, siamo il paese che cerca i colpevoli di un terremoto e non si preoccupa della colpa più grave, cioè lasciare in completo abbandono chi quel terremoto l'ha subito come vittima, permettendo ad alcuni di specularci anche.

Torniamo però al tema del post.

È chiaro che il delle persone è piuttosto umorale, così non sono mancate precisazioni da parte di chi ha voluto vederci più chiaro.

Dall'Istat arrivano dati che costringono a riflettere meglio prima di dare per scontata la correlazione tra crisi e suicidi.

Dagli ultimi rapporti, e dal commento del responsabile Stefano Marchetti, emerge un'altra verità: non solo i suicidi sono in media gli stessi degli ultimi anni - l'analisi retrocede fino a otto anni fa, ma tiene conto anche di annate più antiche - ma osservando i possibili moventi riscontrati dalle forze dell'ordine, i suicidi per gravi disagi economici a stento arrivano al 6 %.

Fin qui, la cronaca.

giovedì 17 maggio 2012

Etica e morale: che cosa ci aspetta domani?



 La saga dell'etica e della morale a partire dal post che spiega che cosa sono e che cosa farne continua a essere la colonna portante di questo blog.

Perciò, come ho già fatto di tanto in tanto, oggi voglio aggiungere un altro tassello.

Mi piacerebbe però, visto il successo che questo tema riscuote, a giudicare dalle statistiche dei visitatori, che fossi tu a esprimere la tua opinione in merito.

Perché etica e morale presentano sempre duplici radici: un ramo è collegato a quanto gli esseri umani hanno fatto nella storia, e l'altro si innesta nel presente, con delle norme e dei principi che emanano dal quotidiano.

Il punto allora è: la morale odierna, e gli atteggiamenti etici di oggi, come potrebbero essere giudicati tra dieci, cinquanta o cento anni?

lunedì 14 maggio 2012

Come trasformare i problemi in alleati

Quando ti si presenta un problema, di solito, come reagisci?

Se ci pensi per più di un minuto, forse devi prestare più attenzione al tuo atteggiamento verso i problemi.

Infatti, ci sono solo quattro reazioni possibili, se ci pensi:

sabato 12 maggio 2012

Che rapporto hai con la mamma?



 Vigilia della festa della mamma.

Fiori, cioccolatini, pranzi, biglietti d'auguri e lavoretti fatti a mano.

Non pensare che la festa della mamma riguardi solo i bambini.

Per i bambini cresciuti che hanno ancora la mamma, proprio in vista della loro festa, è utile riflettere sul tipo di rapporto che ancora lega madre e figli, per capire come migliorarlo.

La relazione di una persona adulta con la madre - adulta anche lei - dovrebbe essere di reciproca accettazione e rispetto.

Ma è davvero così?

Quali dinamiche avvengono tra di voi?

Come ti fa sentire, oggi, avere a che fare con tua madre?

mercoledì 9 maggio 2012

Ricorrenze/3: Gregory Bateson



  9 maggio: non posso saltare questo appuntamento.

In fondo, se questo blog esiste lo devo al mio incontro folgorante con Gregory Bateson, di cui ricorre oggi l'anniversario di nascita.

E se il titolo che ho dato invita a studiare la mente, non intendo solo la mente dell'individuo, intesa come quel misto di pensieri, memorie, linguaggi e percezioni sensoriali.

La mente cui mi riferisco è quella che risponde alla definizione data dal grande antropologo: un'insieme di parti che interagiscono, dal tuo occhio allo schermo, dalle parole che leggi alle mie dita che le scrivono, fino all'immagine che reciprocamente ci facciamo l'uno dell'altro, tu di me che scrivo e io di te che leggi dall'altra parte.

Relazioni, non cose.

Quel che resta di Bateson oggi è il grande lavoro che sua figlia Nora sta facendo grazie al film documentario su suo padre, il nome Bateson nelle bibliografie di quelli che sono saltati sul suo carro vincente, e il ricordo di chi nel silenzio ha saputo comprenderne l'importanza storica.

sabato 5 maggio 2012

La fede del tifoso: divertimento o religiosità?

Qual è il sogno di ogni blogger?

Essere utile ai lettori.

Mai però avrei immaginato di poter essere utile ai tifosi di calcio con un blog sulla mente.

Eppure, da quando un tifoso juventino ha linkato il mio post Guida per ridurre l'ansia durante i tempi d'attesa nel forum del sito dei tifosi bianconeri, fioccano visite su visite.

Tutto è partito da un frequentatore del forum che ha chiesto aiuto per superare l'ansia per l'attesa del prossimo, decisivo match: per tutta risposta, qualcuno gli ha suggerito il mio articolo.

Spero naturalmente che possano trovarci qualcosa di utile, ma nel frattempo prendo spunto da questo imprevisto incontro con il mondo del tifo calcistico per dissertare sul tifo come fenomeno sociale.

A che cosa si associa il tifo, nel mondo degli studi psicologici?

mercoledì 2 maggio 2012

Altruisti e vendicativi: curiosi esperimenti


Mo' te faccio 'o gioco
Io ho 100 €, tiro una moneta per scegliere se darli a te o a un altro e, se il prescelto sei tu, dovrai decidere come dividerli con quell'altra persona, informata del fatto. Se l'altro accetterà la tua proposta bene, altrimenti nessuno dei due avrà nulla.

Qual è la tua scelta?

Comincia così una divertentissima e istruttiva pubblicazione che ho letto studiando i materiali del dipartimento di dinamiche evolutive di Harvard: oltre al valore scientifico, devo dire che la relazione coinvolge sin dall'inizio con piglio letterario.

Ma torniamo al gioco, che per la cronaca si chiama Ultimatum Game e fa parte di quella serie di esperimenti di cui fu pioniere John Von Neumann.

Il testo riporta questi risultati, a dir poco sconcertanti:
  • in due terzi dei casi, le persone offrono tra il 40 e il 50 %
  • il 4 % delle persone offre meno del 20 % della cifra di partenza
  • più della metà di coloro ai quali è offerto meno del 20 % della cifra rifiuta l'offerta
Le risposte sono sconcertanti per un semplice motivo, cioè che i soldi sono piovuti dal cielo, e non si capisce proprio - razionalmente -perché uno debba offrirne la metà senza una ragione o un sentimento, perché così pochi limitino l'offerta portando il massimo a casa, e perché le persone rifiutino anche un solo euro regalato.

Sembra proprio che le persone alle quali si fa l'offerta, sapendo che i soldi sono arrivati in modo fortunoso, pretendano che l'altro li divida quanto più equamente è possibile.

E sembra anche che l'offerente avverta un preventivo senso di colpa, fino a decidere di devolvere la metà della cifra, nella maggioranza dei casi.

Da un punto di vista esclusivamente razionale, l'offerente dovrebbe proporre all'altra persona la cifra più bassa possibile, e questi dovrebbe accettare perché l'alternativa è non ottenere nulla.

Invece, qualcosa scatta nella loro mente, qualcosa di estremamente influente nelle nostre vite, da quando la specie umana è al mondo.

lunedì 30 aprile 2012

Il mensile di Studialamente: Aprile 2012

Difendersi dalle (o con le) fobie
Paura della folla, paura dell'ascensore, paura delle altezze, paura dei ragni, paura del telefono che squilla, paura di uscire di casa e quante altre se ne possono trovare o inventare.

La mente umana è incredibilmente feconda quando si tratta di sviluppare paure.

Questo dovrebbe metterci in guardia: possibile che esistano davvero tutti questi tipi differenti di paure, o c'è sotto un minimo comune denominatore?

Per la psicoanalisi, alla base delle fobie c'è sempre lo stesso meccanismo: lo spostamento, ossia attribuire potere angosciante a qualcosa che sta fuori di noi, mentre la vera causa ce la teniamo ben celata nel cuore.

La fobia, dunque, ci serve a difenderci dalla verità che non vogliamo vedere?

Per saperne di più vieni a leggere questo post.

Nuovi "Girolimoni"?
Nino Manfredi fu l'unico attore, tra i moschettieri della commedia all'italiana, ad avere il coraggio di interpretare personaggi davvero scomodi, come in Girolimoni il mostro di Roma basato su una vera storia di un presunto abuso infantile.

Purtroppo le telecamere dei carabinieri hanno di recente accertato simile nefandezza in una scuola della bassa bergamasca, riaprendo il dibattito sui mostri attorno a noi.

Che cosa scatta nella mente dell'abusatore?

Da che cosa possiamo intuire che i nostri figli stanno forse vivendo esperienze traumatiche?

The smart brain
Ti viene mai da chiederti se il computer, il telefonino, i tablet possano modificare o stiano già in qualche modo trasformando il funzionamento delle nostre menti fino a farci evolvere a una nuova condizione biologica?

Sappi che molti ricercatori da diversi anni si lasciano ispirare da questo interrogativo e molte scoperte interessanti stanno emergendo, sulla condizione del cervello e delle capacità intellettive dei cosiddetti nativi digitali.

Vieni a scoprire che cosa sta succedendo all'essere umano tecnologicamente evoluto cliccando qui.

Mente e natura
È il titolo di una delle bibbie dell'antropologia moderna, scritta da Gregory Bateson, forse il suo unico libro pensato come tale, mentre gli altri lavori sono raccolte di articoli.

Ma c'è un altro modo di pensare al rapporto tra mente e natura, un modo più semplice, più terra terra, nel senso letterale del termine.

L'ecoterapia, lungi dall'essere l'ultima moda anglosassone per curare depressioni e altri disagi mentali, invita tutti noi a riscoprire quanto fa bene reimmergerci nell'ambiente naturale intatto e incontaminato, anche solo per una passeggiata.

Tornare alla nostra grande madre terra: un mito o la soluzione per uscire dai mali della modernità?

domenica 29 aprile 2012

Ecoterapia: come natura crea

Le frontiere della terapia, negli ultimi tempi, si sono espanse e oggi, accanto ai metodi tradizionali o ai farmaci c'è un sistema altrettanto efficace per alleviare disagi e disturbi della mente.

La cosa incredibile è che questo sistema non si paga: è completamente libero, accessibile in qualsiasi momento a tutti.

Una nuova terapia, dunque?

Nient'affatto: è qualcosa che esiste da ancor prima degli esseri umani.

Sto parlando di ecoterapia, che riporta in auge il contatto diretto con la natura.

lunedì 23 aprile 2012

Mente e tecnologia: verso una nuova specie?

Se io dicessi che amo le cose naturali e che vedo nella tecnologia un potenziale pericolo evolutivo, cadrei in una contraddizione notevole.

Per dire quello che penso, infatti, sono il primo a servirmi di quella stessa tecnologia il cui lato oscuro trovo biasimevole.

Quando in Italia arrivarono i primi Commodore, ebbi la fortuna di vederne immediatamente gli esemplari perché mio padre comprese subito quanto gli sarebbero stati utili per il suo lavoro di contabile.

Da quel giorno degli anni ottanta, ho visto passare nella mia casa più computer di quanti possa ricordare, e le loro prestazioni rasentare la magia.

Per non parlare di quella specie di sarcofago che fu il primo telefonino (anzi, telefonone!) cellulare che sempre mio padre prese, stavolta senza la vera necessità.

Qui devo dire che sono stato più rapido di lui nell'impratichirmi e fui io a guidare i suoi successivi acquisti.

Oggi, in casa, ho due computer attivi, uno portatile, altri tre spenti perché più obsoleti ma comunque funzionanti, e due telefonini.

Ho puntato in maniera decisa sulla comunicazione digitale, anche per le mie professioni e per le mie passioni.

Eppure...

giovedì 19 aprile 2012

I "mostri": panoramica sull'infanzia abusata

Pochi giorni fa, in un paesino qui vicino, un maestro di ben sessantun anni, all'ultimo anno di servizio, è stato arrestato dai carabinieri, colto in flagrante mentre molestava un alunno senza sapere di essere ripreso dalle telecamere delle forze dell'ordine.

La sua lunga carriera e appartenenza alla comunità locale hanno accresciuto lo sgomento e c'è anche chi sospetta possa trattarsi di uno sbaglio.

Su questo s'indagherà, ma la notizia riapre una dolorosa questione che ogni volta si fa risentire in modo lancinante.

domenica 15 aprile 2012

Fobie: che cosa c'è sotto?

Quando si digita su Google la parola fobie si ottiene come secondo risultato - il primo è la voce di Wikipedia che è al primo posto perché è Wikipedia -  www.fobie.org, un vero e proprio dizionario di tutte le fobie, esistenti o ipotizzate, riscontrate o immaginabili.

Così, alla lettera h puoi trovare la hamartofobia che è la paura del peccato, alla k c'è la kakorrharphiofobia, per chi teme costantemente di fallire, la lettera q annovera la quetofobia che contraddistingue chi ha avversione per il pelo, alla x la xirofobia che fa evitare i rasoi dei barbieri e alla z la zeusofobia che è chiaramente paura degli dei.

Le lettere w e y sono vuote, anche se una welfarefobia e una youtubefobia non avrebbero sfigurato.

sabato 31 marzo 2012

Il mensile di Studialamente: Marzo 2012

Le ultimissime del mese di marzo, qui, sulle pagine di www.studialamente.com!

Né aggressivi né passivi...
Ma assertivi sì!

Perché è questo il triangolo nel quale ognuno di noi può dibattersi nel reagire a persone ed eventi della vita.

Poiché l'assertività permette l'affermazione personale, alcune persone sconfinano nella loro parte aggressiva fuori luogo, mentre altre, proprio per evitare di apparire troppo rudi, si tengono a freno, scivolando in atteggiamenti passivi.

Possibile sia così difficile stare nel giusto mezzo?

Prova allora a seguire le indicazioni di questo post!

La mente ha i suoi tempi
Nel mondo della psicologia per fortuna si fa anche molto umorismo, e uno degli argomenti presi di mira dalla comicità sulle scienze della mente è la durata della psicoterapia.

In particolare, si scherza - ma non troppo - sulla lunghezza potenzialmente infinita della psicoanalisi freudiana che può non trovare conclusione proprio per la sua conformazione epistemologica: se esiste l'inconscio, e se l'inconscio ti condiziona, allora il tuo desiderio di concludere la terapia potrebbe in realtà essere una resistenza inconscia alla guarigione.

Senza arrivare a questi estremi, è giusto comunque chiedersi come si può fare a capire quand'è il momento di chiudere una relazione terapeutica, e il post che ti propongo ti aiuta a chiarire alcune idee in questione.

Giù la maschera!
Che l'essere umano abbia una dimensione ambigua, in cui lati opposti si bilanciano tra loro non è una novità.

Esempio diffuso e riscontrabile di una simile duplice natura umana sta in quel meccanismo di difesa - secondo l'accezione psicoanalitica - chiamato formazione reattiva, in base al quale l'Io si appiattisce su un unico atteggiamento/comportamento per evitare di cadere nel suo opposto, che teme come una pena infernale.

Il caso più banale si ha quando l'aggressività viene - mal - celata dietro una mansuetudine di facciata, ma la formazione reattiva - di cui ti parlo in questo articolo - ha ben altre manifestazioni più complesse e intricate che può essere curioso conoscere.

venerdì 30 marzo 2012

Formazione reattiva: quando l'apparenza inganna

Tra i meccanismi di difesa individuati da Freud in poi in ambito psicoanalitico, uno dei più diffusi è senz'altro la formazione reattiva.

Con questo meccanismo, l'Io trasforma sentimenti difficili da accettare in qualcosa di più gestibile, semplicemente pigiando l'acceleratore sul contrario del sentimento sgradevole.

Adottando in maniera esagerata il comportamento opposto a quello temuto, in una sorta di scaramanzia mentale, l'individuo cerca di conservare il suo equilibrio.

Un alcolista che decanta le lodi dell'astinenza, un ricco che organizza eventi a favore dei poveri, un padre assente che torna con gesti eclatanti prima di una nuova sparizione, una persona arrabbiata che si esprime con calma controllata, sono tutti esempi di formazione reattiva in corso.

giovedì 29 marzo 2012

Quando finisce la terapia?

Chiunque si trovi nel mezzo di un percorso terapeutico si chiede a ragione: come faccio a sapere quando è finito?

Si tratta di un'ottima domanda, per la quale non c'è alcuna risposta obiettiva e materialmente dimostrabile: non è una scatola di compresse prescritte dal medico o un mese e mezzo per far ricalcificare una frattura.

Quantificare non è possibile.

Ci sono però alcuni elementi che possono caratterizzare la fine di un'esperienza psicoterapeutica, perciò prenderli in rassegna può essere utile sia a chi è in procinto di cominciare un'avventura sul lettino, sia a chi la sta già vivendo, sia a chi l'ha conclusa ma ancora si chiede che cosa realmente sia successo.

venerdì 9 marzo 2012

Il diritto di essere assertivi

Ho già parlato di assertività in almeno due post ma oggi voglio offrirti una prospettiva differente.

L'assertività, ricordiamolo, è la capacità di esprimersi senza violare i diritti altrui e - soprattutto - i propri.

Se cerchi di affermare le tue idee tentando un sopruso sull'interlocutore, allora stai adottando un comportamento aggressivo.

Se, viceversa, consenti all'altra persona il sopruso, sei in piena passività.

Purtroppo, non è affatto semplice distinguere queste tre tonalità comportamentali, né è facile capire quando è il caso di adottare l'una o l'altra.

Perché bisogna dire anche questo: a volte l'aggressività e la passività sono necessarie.

Se in un angolo buio si avvicina qualcuno con la pistola e ti chiede di consegnargli tutto ciò che hai, non sarà il caso di sfoggiare la tua migliore assertività o peggio di virare verso l'aggressione: il tuo obiettivo è uscire in salute dall'angolo buio, quindi farai meglio a dargli il portafogli.

È anche vero che se il tizio che si avvicina ha un bastone, un ricorso all'aggressività potrebbe anche funzionare e spingerlo alla ritirata.

Come possiamo sapere esattamente quali comportamenti sono assertivi - e quindi civili - e quali no?

Esiste una "carta dei diritti" dell'assertività?

No, ma rimediamo subito.

mercoledì 29 febbraio 2012

Il mensile di Studialamente: Febbraio 2012

Mentire sapendo di mentire
Non è sorprendente l'eventuale bugia nella quale tutti incappiamo, con più o meno buona fede, premeditazione o malignità.

È stupefacente il modo in cui la mente costruisce attorno alla menzogna una realtà finalizzata a giustificarla, per conservare coerenza.

Accade soprattutto quando violiamo palesemente codici di tipo morale o etico: la pressione della nostra coscienza fa lavorare subito il nostro cervello per inventare un modo di raccontare ciò che abbiamo fatto che ci salvi dal giudizio, non solo quello altrui, persino il nostro!

Leggi qui per conoscere fino in fondo la questione.

Cifra tonda
Il dieci è un numero cardine dello sviluppo del pensiero.

Anche se il suo uso canonico deriva dal numero delle nostre dita, col tempo ha assunto un senso di perfezione e completezza.

Se riesci a pensare a dieci cose su un certo argomento, hai la  - quasi - certezza di averlo sviscerato del tutto.

Ecco per te dieci obiettivi da raggiungere nella tua esistenza, per avvicinarti alla tua felicità.

What is love?
Era una canzone che ballavo negli anni novanta, ma è anche la domanda di fondo di questo post.

Come racconta la psicologia questo sentimento universale e personalissimo, nello stesso tempo?

Esiste un'anatomia dell'amore?

E un modo per essere sicuri di ciò che si prova?

Prendi nota
Il consiglio che anima questo articolo si può riassumere così.

Sia che tu tenga un vero e proprio diario, sia che tu abbia - come me - semplicemente l'abitudine di portare con te qualcosa su cui scrivere - a mano, mi raccomando - il prendere nota dei propri pensieri resta una delle strade maestre per conoscersi.

Ti interessa aumentare la tua consapevolezza?

Leggi qui come riuscirci con il tuo diario.

Un nome, una garanzia
Se il carbon coke non c'entra nulla con la coke, perché mai la colla, che ha una elle in più, dovrebbe essere scambiata per la cola?

La domanda andrebbe fatta ai padroni di Coca Cola che hanno imposto ai bloggers di www.cocacolla.it la chiusura per aver loro rubato il nome, come puoi leggere da questo post.

Molti in rete, me compreso, hanno sostenuto la loro causa, anche se essi stessi hanno deciso di acconsentire alla chiusura del dominio, perché è chiaro che mettersi contro la multinazionale sarebbe stata una partita già scritta.

Mai stata così amara, la Coca Cola: che abbiano di nuovo cambiato la formula segretissima?

All'attacco!
Nel senso di attaccarsi affettivamente.

Su questo fenomeno, John Bowlby costruì la sua psicologia, scandalizzando i freudiani di cui faceva parte e facendo luce per la primissima volta su come erano trattati i bambini e i ragazzi nelle strutture educativo-assistenziali.

Da qui puoi leggere della grande eredità lasciataci da questo maestro della psicologia.

domenica 26 febbraio 2012

Ricorrenze/2: John Bowlby

Durante i miei studi per diventare counselor feci presto a innamorarmi di Bowlby perché per me rappresentava il punto di svolta definitivo tra l'epoca freudiana e i nuovi corsi della psicologia applicata.

Nato il 26 febbraio del 1907, John Bowlby si presentò a trentatré anni alla società psicoanalitica britannica con un'idea molto innovativa, che suscitò non poche reazioni, in primis da parte di Melanie Klein.

Partendo dagli studi sull'imprinting di Lorenz, Bowlby ipotizzò che le condizioni ambientali dei primissimi anni di vita - e non le fantasie e le elaborazioni psichiche - determinassero i futuri modelli comportamentali del bambino prossimo adulto disturbato.

Siamo sempre nel paradigma del passato che spiega il presente, ma lo psicoanalista britannico sposta il focus dalla dimensione interiore dell'individuo a quella esteriore.

Tutti gli approcci psicologici che compiono questo coraggioso atto epistemologico, da una parte si avvicinano alla possibilità di interventi più concreti nella vita delle persone, e dall'altra si espongono al facilissimo rischio di colpevolizzare condizioni di vita o addirittura persone che determinerebbero i disagi.

Poiché l'equazione infanzia difficile=disturbo psichico era ormai consolidata, la teoria di Bowlby individuava nella madre o nella figura genitoriale di riferimento la discriminante per la buona o cattiva riuscita della stessa infanzia.