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venerdì 28 maggio 2010

Il segreto della felicità


Una risposta pratica
Saper impiegar bene il proprio tempo.

Questo è tutto.

Dopo secoli di dibattiti filosofici e ricerche di elisir o ricette per la felicità, l'elemento prevalente appare in tutta la sua evidenza.

Il tempo domina gli aspetti del vivere odierno almeno in due modi.

Primo, non c'è più una netta divisione tra tempo del lavoro e tempo libero.

Oggi aspiriamo a una attività che ci diverta, ci stimoli, ci rilassi, non ci stressi, ci distenda e ci svaghi.

Riuscire a realizzarla, naturalmente, è tutto un altro paio di maniche.

Secondo, anche nel modo in cui riceviamo le informazioni, il tempo influisce in maniera pesante.

Non siamo più nemmeno nell'era dei nuovi media, che aumentano la quantità di informazioni in arrivo.

Le informazioni sono così numerose che in realtà non ci resta tempo per esaminarle.

Per questo da un po' di tempo si è affacciata questa nuova parolina inglese, smart, intraducibile in realtà, perché vuol dire sia veloce, sia facile, sia intelligente, sia di tendenza.

Bisogna essere smart, scaltri nel selezionare in un batter d'occhio le informazioni utili e scartare la zavorra.

Perciò i comunicatori fanno a gara per accaparrarsi secondi cruciali della nostra attenzione.

giovedì 20 maggio 2010

Viaggiare dentro sé stessi


Una lista che scotta

Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.

Così Italo Calvino, ne Le città invisibili, sulla condizione del viaggiatore, intramontabile metafora dell'essere umano.

E come il viaggiatore di tanto in tanto sosta per riconsiderare il suo itinerario, così nella vita alcune domande ricorrono, quando certi segnali di irrequietezza ci avvertono che è il momento di fare il punto e aggiornare le nostre modalità.

Le cinque domande seguenti, oltre ad aiutarci a "disegnare la mappa" del percorso svolto, possono indirizzarci verso nuove "escursioni" da compiere nei giorni a venire.

Buon viaggio...

giovedì 13 maggio 2010

L'obiettivo di essere obiettivi


Climb high, climb far, your goal the sky, your aim the star.

Questo invito ad avere come mete e obiettivi il cielo e le stelle accoglie gli iscritti al Williams College nel Massachusetts, Stati Uniti, quello della foto.

Il tono dell'iscrizione è entusiasta, ma esiste un modo corretto di formulare degli obiettivi, darsi degli scopi, perseguire delle finalità?

Sono certo che avrete sentito usare spesso come sinonimi queste parole: obiettivo, finalità, scopo.

E non c'è nulla di male se le usiamo in questo modo, quando parlare non è lo strumento per fare le cose ma solo per chiacchierare.

Tuttavia, distinguere tra questi termini può aiutare a distinguere anche tra le cose da fare per raggiungere... obiettivi? Finalità? Scopi?

giovedì 6 maggio 2010

Aguzzino e oppresso: le due anime del perfezionista


Il perfezionismo è una vocazione ad auto-tormentarsi.

Perché la perfezione - come si dice? - non è di questo mondo e spesso anche le pretese più mondane sono piuttosto distanti da dove realmente possiamo arrivare.

Chi gioca ad auto-tormentarsi in genere vive questo meccanismo in modo coatto: proprio quando pensa di esserne uscito ci si ritrova di nuovo dentro fino al collo.

Perché pensare di arrivare "lassù" è allettante, sebbene sia fuorviante.

Fare il confronto tra sé e l'idea di perfetto è come avere un flagello sempre a portata di mano con cui straziarsi l'anima.

Il perfezionista usa la disapprovazione e generosamente la dispensa anche agli altri.

E non smette mai perché il "perfetto" a cui anela è irrealizzabile, perciò l'occasione di fare da aguzzino è sempre prossima.


Le due anime del perfezionista sono sempre in lotta, ma è una finta lotta perché in realtà hanno bisogno l'una dell'altra.