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sabato 16 giugno 2012

Comunicazione efficace: che cosa scegli tra "Io" e "Tu"?

Quando studiavo per il titolo di counselor, tra tutti i maestri americani di approccio umanistico, preferivo di gran lunga Thomas Gordon, con la sua serie di manuali per diventare efficaci (genitori efficaci, insegnanti efficaci, leader efficaci e chi più ne ha più ne metta) che hanno contribuito a chiarire al mondo dei rogersiani che cosa sono l'ascolto attivo e la comunicazione centrata sulla persona.

Mi piaceva molto il modo in cui Gordon insisteva sullo stare centrati su di sé.


Era un suo cavallo di battaglia, al punto che egli insegnava l'uso del cosiddetto Io messaggio, una modalità comunicativa nella quale si cerca di uscire da una situazione di tensione con l'interlocutore senza caricarlo di responsabilità, affinché non si senta attaccato e non si ponga sulla difensiva.

Cosi, se tua moglie è una donna ansiosa e ti telefona ogni ora, mentre sei al lavoro, per controllarti, e tu torni a casa esasperato, potresti dirle vuoi smetterla di chiamarmi e interrompermi sempre? Finirai per farmi impazzire!

Un messaggio del genere garantisce al cento per cento una reazione di chiusura o peggio di rinnovata aggressività da parte dell'altra persona.

L'alternativa, secondo il criterio dell'Io messaggio è dire una cosa come mi riesce difficile concentrarmi al lavoro quando vengo interrotto, soprattutto se sto facendo cose importanti. Possiamo sentirci quando avrò la pausa.

Roba che esiste solo nei libri, penserai.

Invece credo che sia molto facile applicare le idee di Gordon sull'Io messaggio.

Quello che però non è sottolineato abbastanza è la congruenza del messaggio.

Se anche tu riuscissi a usare Io al posto del negativo Tu, ma tutto il tuo corpo, la tua espressione facciale, il tono della tua voce, dicessero all'interlocutore che hai sentimenti negativi verso di lei o di lui, non ci sarebbe Io messaggio che tenga.

Per assurdo, se sei congruente puoi addirittura permetterti di usare il Tu.

Questo, come il post precedente,  è un altro modo per dire che i libri sono utili solo se hai la fortuna di trovarne qualcuno che corrisponde veramente alla realtà.

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