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mercoledì 30 giugno 2010

Motivazione: come innescarla, svilupparla e conservarla

Avrai sentito dire - forse dalla tua stessa voce - queste parole: mi manca la motivazione.

Lo dice chi vuole raggiungere un obiettivo per il quale deve compiere delle azioni ma fa i conti con la dura realtà del doversi davvero impegnare per raggiungerli.

Perché mi manca la motivazione lo si può dire con disperazione, ma anche con vittimismo: nel primo caso la vivi come una carenza e puoi soffrirne, nel secondo la vivi come una giustificazione e ne gioisci in silenzio.

La situazione di base non è rara: stabilisci un obiettivo da raggiungere, arrivi anche a pianificare le azioni da eseguire ma poi trovi sempre quel centinaio, centinaio e mezzo di cose da fare che ti impediscono di lavorare al tuo obiettivo.

Eppure il piano sembrava perfetto: ogni azione programmata sembrava annunciare un pieno successo, fino a quando è arrivato il momento di... metterle in pratica.

Potrebbe dipendere da una mancanza di motivazione, non c'è dubbio.

Ma di cosa stiamo parlando quando diciamo motivazione?

Quando i nostri comportamenti hanno una direzione e uno scopo a fare loro da "faro" allora diciamo di avere un motivo.

La motivazione, invece, è qualcosa che ci spinge ad agire, è attiva mentre compiamo il percorso e funziona come una molla.

Migliorare il proprio aspetto fisico, prendersi cura della propria salute, vincere delle competizioni sono solo alcuni degli obiettivi in grado di motivare alcune persone.

Ma è abbastanza?

Il vero problema è che alcune persone pensano alla motivazione come qualcosa da aspettare e che grazie a questa attesa prima o poi arriverà: una bella mattina ti sveglierai e magicamente farai tutto ciò che hai preventivato!

Una bella favola.

Non aspettare la motivazione: creala.

venerdì 25 giugno 2010

Ascoltare gli altri: la più potente capacità umana

Sii avido di ascoltare e non di parlare.

Così esortava Cleobulo, uno dei Sette Sapienti.

Nonostante i secoli, ascoltare gli altri è ancora una potente capacità e merita di essere esaltata.

Ti è mai capitato di trovare una persona che mostra un esplicito interesse verso ciò che stai dicendo
 e scoprire che quella stessa persona ti è simpatica, ti interessa o addirittura ti piace?

Tutti noi cerchiamo prove del fatto che contiamo e siamo importanti per qualcuno oltre che per noi stessi.

Una persona che sa ascoltare non fa che convalidare questo bisogno di conoscenza e comprensione.

Perciò tutti desideriamo essere ascoltati.

Saper ascoltare gli altri può prevenire le incomprensioni e facilitare la collaborazione, oltre a migliorare le relazioni personali e professionali.

Non è un invito a fingere nella speranza di entrare nelle grazie altrui, ma piuttosto a prestare attenzione a questa abilità sottovalutata e a volte dimenticata.

Voglio condividere alcune tecniche utili nello scambio verbale e nell'incontro con l'altro.

Ognuna deriva da formazione, corsi, libri ed esperienze originali di vita.

Tutte aiutano ad ascoltare meglio, se a usarle è una persona limpida.

martedì 22 giugno 2010

Pensare positivo: cinque suggerimenti per non dimenticarsene




Prima di andare, vorrei lasciarvi con un pensiero positivo, ma non ce l'ho: fa lo stesso se ve ne lascio due negativi?

Woody Allen è capace di trasformare i nostri difetti in occasioni per nutrire l'animo con l'umorismo.

Ma non siamo tutti capaci di fare altrettanto e troppe volte perdiamo la strada giusta e imbocchiamo quella negativa, a nostro svantaggio.

L'importanza di pensare in positivo non verrà mai sottolineata abbastanza.

Se facessimo un monitoraggio continuo per calcolare quanto tempo spendiamo nel pensare in positivo o nel rovinarci giornate e umore correndo dietro a idee nefaste resteremmo terribilmente sorpresi e ci renderemmo conto di una cosa: stiamo rischiando di sprecare il nostro tempo.

Pensare positivo è facile quando tutto scorre liscio: il vero problema è rimanere sintonizzati sulla positività anche quando le sfide della vita rendono tortuosa la nostra strada.

Mentre restare sul sentiero della positività ci permette di conservare proprio quell'apertura mentale utile a uscire dalle situazioni difficili, lasciarsi andare nella negatività produce una tremenda reazione a catena: le nostre abilità nel risolvere problemi calano vistosamente, il nostro animo si logora e "infettiamo" anche chi ci sta intorno, inducendolo ad allontanarsi.

A cosa dobbiamo stare attenti per conservare il pensiero positivo e stare alla larga dalla negatività?


martedì 15 giugno 2010

Creatività: otto modi per generarla

Creativi è meglio
Parlare di creatività significa cercare di definire qualcosa di estremamente fluttuante, instabile, incerto.

Possiamo dire di sentirci creativi tutti i giorni allo stesso modo? No di certo.

Sentire la creatività attraversarci ci permette innanzitutto di godere uno stato di grazia e leggerezza, nel quale ci sentiamo "scivolare" verso i risultati cercati.

Forse in quei momenti pensiamo a quanto sarebbe fantastico essere in quello stato ogni giorno, appena aperti gli occhi.

la caratteristica fondamentale del flusso di creatività è l'assenza di fatica, accompagnata alla fiducia nel seguire l'ispirazione: quando questo sentimento ci invade, non "proviamo" a fare le cose, le facciamo e basta.

Come creo la creatività?
La letteratura ha diffuso il luogo comune per il quale la creatività arriva sotto forma di muse ispiratrici, quindi l'uomo in realtà non avrebbe alcun potere di provocare la sua inventiva.

Ma per fortuna non è così, o almeno non del tutto.

sabato 12 giugno 2010

La paura di aver paura

Il più grande timore dell'essere umano è non poter controllare la propria vita.

Il sistema con cui ci accorgiamo di correre questo rischio è la paura.

Un "sistema d'allarme" per metterci in guardia dai pericoli, con la caratteristica di attivarsi da solo.

Questo automatismo è in realtà un vantaggio: un sistema d'allarme deve attivarsi da solo, così noi possiamo dedicarci ad altro.

Poiché però la paura si manifesta con sensazioni sgradevoli, con la sua comparsa essa getta il seme per la futura paura di aver paura.

venerdì 4 giugno 2010

Timidezza e carisma - Due facce della stessa medaglia


Cara timidezza...
Sentirsi un po' insicuri di come le nostre azioni vengono osservate e probabilmente giudicate dagli altri è del tutto normale.

Ma la vera timidezza è una sensazione di pena intensa e autofocalizzata in cui ti senti come se fossi esposto all'esame e al giudizio critico di chiunque in qualsiasi momento, senza posa.

La timidezza deriva da una modalità precauzionale: se non abbiamo dati sufficienti sugli individui e le circostanze intorno a noi ci tiriamo indietro, prestando nello stesso tempo molta attenzione a come possiamo apparire a loro.

Accade specialmente in presenza di qualcuno a cui attribuiamo valore o autorità.

Dovresti comprendere bene perché c'è bisogno che tu faccia ogni sforzo per evitare di agire con timidezza, quando ti capita.

La ragione per cui la timidezza è distruttiva per le tue capacità di intessere relazioni sociali può sembrare ovvia: se ti ritrai, le relazioni inizieranno a scarseggiare.