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mercoledì 28 dicembre 2011

Il 2011 di Studialamente

Alle soglie del terzo anno di vita di questo blog, è importante per me ringraziarti per l'attenzione che mi hai dedicato.

Con auguri sinceri per un nuovo anno all'insegna del miglioramento personale, ecco un riepilogo dei post più significativi del 2011.

Il rinforzo, questo sconosciuto
Si parla spesso impropriamente di rinforzo, soprattutto in ambiti educativi, intendendo con questa parola un qualcosa che dovrebbe ricompensare o punire un soggetto in seguito a un dato comportamento.

Purtroppo, inteso in questo senso, il rinforzo non produce il risultato sperato, e giù tutti a chiedersi come mai.

In questo articolo, puoi trovare la spiegazione dettagliata di che cos'è un rinforzo, positivo o negativo che sia, quando usarlo e come usarlo affinché funzioni davvero.

Chi dice donna...
Non dice danno, anzi, dice il meglio che c'è su questo pianeta in fatto di organismi viventi.

Qui puoi trovare ben otto ragioni per le quali le donne sono superiori agli uomini.

Se sei maschio, spero tu possa a tua volta fartene una ragione.

Pensa che ti ripensa...
A che cosa pensiamo quando non stiamo deliberatamente riflettendo su un tema in particolare, scelto da noi?

Dove batte la lingua della mente, se lasciata libera?

Ecco i punti dolenti sui quali ritorna incessantemente il nostro pensiero, in dieci categorie ben definite nelle quali puoi riconoscere a che cosa stai pensando, anche in questo momento.

Tempus fugit?
O siamo noi che ce lo lasciamo sfuggire dalle mani come sabbia, il tempo?

Sei piccole regole per non farsi travolgere dalla paura di non avere tempo, raccolte per te in questo post.

Dieci domande per uscire dall'impasse
Una tecnica per trovare la propria risposta ai propri dubbi e alle proprie angosce.

Il primo segreto sta nel credere che anche nei problemi si celino le opportunità per cambiare e migliorare la propria condizione.

Il resto della procedura te lo spiego qui: corri a leggerla.

Emozione che passione!
Chi ha detto che emozionarsi fa male?

La rabbia è sempre negativa?

Alla tristezza dobbiamo per forza dire, per favore va via?

E chi ha paura cosa dovrebbe fare, nascondere la testa sotto terra?

Le emozioni sono emozioni, fanno parte di uno scorrere temporale, la nostra vita, con fasi alterne e vicendevoli, impossibili da incasellare in concetti restrittivi come positivo e negativo.

Leggi qui per saperne di più.

Oltre il decalogo
C'è  l'undecalogo!

Se poi, le undici voci in elenco di questo post mirano ad accrescere il tuo benessere e la tua felicità, allora leggerle diventa irrinunciabile.

Meteore
Come lo spot sui rom che è comparso per poche ore sugli schermi, si è beccato le critiche di mezza rete - le mie comprese - e misteriosamente, come una cometa velocissima, si è rituffato nel buio più totale.

A differenza dei corpi celesti, questo mi sa che non lo rivedremo passare nei cieli televisivi mai più.

Se vuoi sapere come mai fosse così terribile, leggi questo articolo.

Il colore della vita
Un potentissimo strumento di comunicazione e influenza preverbale, il colore circonda le nostre vite e le condiziona inesorabilmente.

Tra ragioni scientifiche, motivi psicologici e conseguenze estetiche, in questo post tutto ciò che hai bisogno di sapere per far entrare più colore nella tua quotidianità.

Il sesso in testa
Non l'ossessione erotica, bensì le sfumature che differenziano la materia grigia maschile e femminile, con le loro conseguenze visibili.

Se siamo così diversi, forse dipende proprio da un differente funzionamento cerebrale, al quale t'introduco in questo articolo.

Perseverare è diabolico
Purtroppo, gli esseri umani sono tendenzialmente abitudinari, per questo tendono a reiterare anche i loro lati negativi.

Quali sono le cinque cattive abitudini peggiori che puoi acquisire e in che modo iniziare a liberartene?

Scoprilo cliccando qui.

Ragazzi in difficoltà
Un post scritto col cuore, oltre che con l'esperienza di anni di cura e presa in carico di ragazzi diagnosticati con definizioni come disturbo della condotta, deficit dell'attenzione, disturbo d'iperattività, ipercinesie.

Che cosa comporta etichettare un ragazzino con queste definizioni?

Come si arriva al punto da diagnosticarle?

Come leggere queste situazioni, al di là di una medicalizzazione insufficiente e inefficace, nella maggioranza dei casi?

Good bye, brainstorming!
In questo e quest'altro post, la storia di come sia nato, cresciuto, criticato e morto uno dei più grandi abbagli del cognitivismo applicato: il brainstorming.

Il terrore delle aziende e l'orizzonte inarrivabile dei corsi di formazione è finito in un nulla di fatto: non solo il brainstorming crea più problemi di quanti ne risolva ma non è neanche lontanamente efficace come una normale procedura di creatività e progettazione.

Meglio tardi che mai.

Buone feste e non stressarti!
Dietro quell'albero di Natale, in quella strada piena di luminarie, oltre le vetrine degli ultimi acquisti, a tavola durante la cena con amici e parenti...

Dove si nasconderà il fattore di stress che inevitabilmente ogni anno trasforma questo periodo di vacanze in un incubo dal quale fuggire?

Scoprilo leggendo qui.

giovedì 22 dicembre 2011

Le migliori festività di sempre: dieci modi per viverle adesso

Le festività possono essere stressanti.

La lista di cose da fare si moltiplica a dismisura.

Spendi più di quanto avevi preventivato.

Hai ospiti, cene e feste, oppure devi partire.

Per la maggior parte delle persone, la vita quotidiana durante le feste diventa solo più impegnativa e dispendiosa.

Per non parlare di chi associa il periodo delle festività a persone assenti o perdute, a sentimenti di solitudine, a difficoltà finanziarie e stress.

Infine, sembra che tutti in giro sostengano che durante le festività bisogna essere per forza felici e perfetti, aumentando il livello di pressione sui nostri pensieri e le nostre azioni.

Il mio invito e augurio è un altro: che tu possa vivere con semplicità alcune di queste cose che ora ti elenco, per passare le feste in maniera naturale, senza sforzo, e piacevolmente.

mercoledì 14 dicembre 2011

Passivo-aggressivo: questo sconosciuto

Se chiedi a qualcuno di fare qualcosa, avrai due possibili reazioni: o questa persona acconsente e fa quella determinata cosa, o non acconsente, pertanto ti tocca fartela da te.

In realtà, le cose non sono così semplici, se t'imbatti in qualcuno che acconsente a parole ma che alla fine, nonostante timidi tentativi di realizzazione, non fa quanto pattuito.

La persona in questione potrebbe semplicemente aver cambiato idea, e in questo caso te lo comunicherà.

Se però la persona tergiversa, cerca scuse, si ripromette e ti ripromette di riparare - anche se entrambi sapete che finirà ancora in un nulla di fatto - è molto probabile si tratti di una persona con serie difficoltà relazionali, tanto serie da sfuggire persino ai manuali di psicodiagnostica.

Tra i cosiddetti disturbi NAS, cioè Non Altrimenti Specificati, per i quali in pratica non si riesce a trovare un accordo definitorio, compare anche il disturbo passivo-aggressivo, caratterizzato da una strana commistione tra questi due atteggiamenti, aggressività e passività, che di solito sono come il giorno e la notte.

mercoledì 30 novembre 2011

Il mensile di Studialamente: Novembre 2011

I post del mese di Novembre?

Eccoli riassunti per te!

Pensiero laterale kaputt!
Con più di una punta d'orgoglio ho accolto, la mattina del 7 novembre 2011, la visione di un articolo su Repubblica che annunciava quanto io avevo già epifanizzato a marzo, ossia La morte del pensiero laterale.

Mi ha fatto piacere che le ipotesi allora avanzate abbiano trovato definitiva conferma negli studi degli scienziati britannici che se ne sono occupati.

Il bainstorming  a volte era anche divertente, ma non tutto ciò che diverte è davvero utile...

Leggi il de profundis definitivo qui.

La felicità dietro l'angolo (o in quei paraggi...)
I momenti di bilancio fanno da segnatempo nelle nostre vite.

Carichi di tutto il senso che vi si è depositato, i pensieri riassuntivi della nostra esistenza condensano le verità che abbiamo potuto scoprire con l'esperienza.

Questo l'intento racchiuso nel post che puoi leggere da qui: condividere la nostra umana condizione di cercatori di felicità.

Conoscersi per riconoscersi
Nella foto del post si vede un gatto che si guarda allo specchio, in realtà da vicino i miei amati mici vedono ben poco, ma l'immagine rende bene l'idea che volevo far passare.

La consapevolezza diventa sempre più un dovere morale che un semplice elemento di etica.

Senza una seria presa di coscienza personale, non abbiamo neanche il diritto di avanzare lamentele verso la vita.

Chi siamo, che cosa vogliamo fare e quanto tempo ci servirà?

Le mie risposte le trovi nel post, aspetto le tue.

venerdì 25 novembre 2011

La consapevolezza: un traguardo irrinunciabile

Il richiamo alla consapevolezza, nel mondo del benessere e dello sviluppo personale, è un ritornello molto frequente.

L'enfasi su questo atteggiamento è tale che alle volte non ci si accorge - o non si è consapevoli! - di quanto sforzo, accanimento, insistenza si stia mettendo in campo per raggiungere uno stato che invece mira all'osservazione della propria vita, più che all'azione.

Non è facile tenersi in equilibrio tra periodi di eccessiva consapevolezza, controllo di sé, pianificazione della propria vita, e periodi di rilassamento, disimpegno, o addirittura fatalismo.

Fa parte della nostra natura, i contrasti ci servono proprio per cercare di conservare la virtus che stat in medio.

Ogni nostra giornata però ci offre la possibilità di conservare questo equilibrio.

Come?

Ecco alcune tecniche per facilitare l'acquisizione della consapevolezza di sé, senza oscillare tra perfezionismi deleteri e odiose superficialità.

venerdì 18 novembre 2011

Una vita felice in quattro mosse

Un piccolo tetralogo buttato giù su un bloc notes.

Come tutti, anch'io ho bisogno di fare la summa ogni tanto dei miei valori, concetti, linee guida.

Spero possa suggerirti qualcosa di nuovo o di diverso, per vedere con altri occhi e capire un po' di più te stessa o te stesso.

lunedì 7 novembre 2011

Cervelli tempestosi? Diciamo basta!

In questo post di marzo 2011 avevo preannunciato la morte del pensiero laterale, o di uno dei suoi "organi" principali, il brainstorming, l'incredibile tecnica per produrre idee a ruota e salvare tutto e tutti dalla siccità della mente.

In breve, sottolineavo come gli studi degli ultimi trent'anni dimostrassero che i migliori risultati creativi arrivano agendo in modo opposto a quanto prescritto dalla tecnica di Alex Osborn.

Oggi Repubblica ospita un articolo di Angelo Aquaro, Contrordine colleghi, pensare da soli funziona meglio, sui risultati di una ricerca effettuata da due studiosi inglesi, N. Khon e S. Smith, che sancisce il de profundis inappellabile per questo arzigogolo che ha spopolato fino ai giorni nostri, in barba alle sue evidenti pecche.

La notizia del quotidiano romano fa da eco a quella del Washington post che trovi qui.

lunedì 31 ottobre 2011

Il mensile di Studialamente: Ottobre 2011

Gli argomenti dell'ultimo mese, in questo comodo riepilogo per te.

C'era una volta lo stress
È ciò che ti auguro di dire, dopo aver letto questo articolo con alcuni consigli pratici per affrontare e superare i momenti di eccessiva pressione che la vita quotidiana spesso vuole per forza facci attraversare.

Tutto il resto è relax
Il nirvana è più vicino di quanto possa sembrare: si nasconde negli angoli della cucina, tra le pieghe della camera da letto, negli anfratti delle occupazioni giornaliere alle quali di solito diamo il valore di "scocciature" e che invece possono rivelarsi momenti di "vuoto" mentale, molto salutari per il nostro cervello.

Questa piccola guida te ne suggerisce un po'.

Iperattivo: chi è costui?
Sono otto anni che lavoro con questa sindrome, qualcosina da dire in merito ce l'ho.

Penso che i maggiori ostacoli a una buona comprensione - e gestione - del fenomeno iperattività siano stati la medicalizzazione forzata - sospinta da qualche casa farmaceutica - , la stigma di bambini-problema che suscita negli adulti una reazione di fuga dal problema, e soprattutto la malsana idea che la colpa sia dei bambini e che l'iperattivo abbia dentro una specie di demone da esorcizzare, quando spesso questo demone è evocato da chi sta intorno.

domenica 30 ottobre 2011

Iperattività: che fare?

Innanzitutto, smettere di chiamarla così.

Il mare di scritti sul fenomeno iperattività è molto eloquente e non starò qui a ripetere che cos'è, come si manifesta, come intervenire, almeno non lo farò dicendo le solite cose (a proposito: Wikipedia serve solo come punto di partenza per farsi un'idea; inoltre, dice che non dà consigli medici, io invece do consigli educativi e me ne assumo la piena responsabilità).

Premetto: ho sulle spalle otto anni di lavoro diretto con questo fenomeno, tutto ciò che dirò è tratto dalla mia esperienza quotidiana.

Se dovessi riassumere in tre concetti la complessa sindrome chiamata frettolosamente iperattività potrei dire:

domenica 23 ottobre 2011

Rilassarsi con le cose di tutti i giorni

Alcune volte può accadere di sentire la mente stanca.

Non ti succede mai?

A me capita dopo una settimana di lavoro intenso e occupazioni gravose, di impegni notevoli sia nel lavoro che nella vita.

Può succedere che ti svegli, anche dopo una notte di sonno tranquillo, e ti dici sono proprio stanco, la mente è tesa, sono sovraccarico.

Quando succede questo, ho imparato a evitare di spingermi oltre, di andare avanti sempre e comunque.

Se provassi a farlo, dovrei convincere la mia mente che è il caso di forzare i miei limiti.

Per convincere la mia mente dovrei però usare la mia stessa mente, già tesa e affaticata.

Quello che ci vuole sono piccole azioni che disimpegnino il cervello, e diano un benefico ristoro al cuore e all'anima.

domenica 16 ottobre 2011

Vinci lo stress in quattro mosse

Non pretendo certo che i metodi di cui sto per parlarti ti liberino dallo stress vita natural durante.

Potranno però senza dubbio alleviare le tensioni quotidiane e - se li utilizzerai come occasione per riflettere sulla tua vita - rafforzare la tua serenità.

Se sei alla ricerca di una soluzione definitiva, hai sbagliato post.

La vita è fatta dalla danza di passi avanti e momenti di tensione, ondeggia come il mare e tu non devi cercare il tappo per svuotarlo, ma solo imparare a nuotare sempre meglio.

Concediti un tempo e sperimenta questi sistemi, alla fine prenderai le tue decisioni.

venerdì 30 settembre 2011

Il mensile di Studialamente: Settembre 2011

Sette, numero perfetto!
Tutti vogliono essere più felici, soprattutto coloro che ritengono già di esserlo.

Se la felicità non è un traguardo ma un'attitudine, siamo i primi - anzi, gli unici - responsabili del suo raggiungimento e non possiamo permetterci autosabotaggi e comportamenti lesivi.

Non sai da dove cominciare?

Ti spaventa dover tentare nuove strade?

Ho una buona notizia: forse il segreto non sta nel fare qualcosa di nuovo, ma nel non fare qualcosa di obsoleto e dannoso.

Ecco per te Sette cose che devi assolutamente smettere di fare per essere felice.

Quattro passi nell'eros
Che maschio e femmina siano diversi, non devo certo dirtelo io.

Che però questa diversità sia anche insita nella biologia dei due generi, rende il discorso già più interessante.

Che le differenze più spiccate si collochino proprio nell'attività che maggiormente dovrebbe unirli, ossia il sesso, porta dritti a un unico risultato: devi assolutamente leggere Sessualità, maschi e femmine a confronto.

Giardinaggio interiore
In una famosa lettera, Cesare Pavese esorta Fernanda Pivano a lavorare per gli altri, vedendo nel donare l'unica strada verso la felicità.

Che questo sia difficile lo dimostra la parabola dello stesso Pavese ma chi mi conosce sa come la penso: è più difficile fare nuovi passi che eliminare quelli che non funzionano.

Eppure, se noi tagliamo via le erbacce, il prato della nostra interiorità potrà migliorare da sé, senza sforzo.

Comincia da questo elenco di Cattive abitudini da estirpare.

domenica 18 settembre 2011

Cattive abitudini da estirpare

Ti ritieni una persona piacevole?

Pensi che per gli altri sia facile sentirsi a proprio agio e trovarsi bene con te?

Nel mio lavoro vedo di frequente persone portarsi dietro un carico di comportamenti dannosi, che le allontanano da relazioni soddisfacenti, carriere appaganti, e in generale dalle occasioni di sentirsi più felici.

Non si rendono conto di aver contratto - come una malattia - modi di fare che offendono e allontanano le altre persone.

Quasi tutti facciamo cose che possono annoiare o infastidire gli altri, soprattutto nelle relazioni più strette.

È impossibile essere umani e non cadere in qualche occasione nel cattivo umore, nelle reazioni infantili o nell'egocentrismo.

Quando questi comportamenti diventano abituali, però, e iniziamo ad adottarli come parte integrante del nostro agire quotidiano, restiamo bloccati in un'immaturità emotiva che ha conseguenze molto negative.

Gli altri ci vogliono sempre più bene di quanto pensiamo, tant'è vero che ci lasciano avere quasi sempre questi comportamenti negativi, e noi crediamo dunque di poter agire così con loro.

Un'indulgenza che noi traduciamo in una sorta di permesso.

La questione diventa ancora più complicata per i nostri lati positivi.

Se agli altri dessimo sempre e soltanto il nostro lato oscuro, prima o poi ci mollerebbero.

Invece, la nostra parte solare spesso nasconde e giustifica quella negativa, spingendo gli altri a passare sopra le nostre pecche.

giovedì 8 settembre 2011

Sessualità: maschi e femmine a confronto

Sai qual è l'organo più sensibile nel nostro corpo?

Il cervello (a cosa avevi pensato, eh?).

Tenerlo allenato e in salute è fondamentale non solo per non invecchiare precocemente ma anche e soprattutto per vivere in maniera appagante la propria sessualità.

Attenzione, però: i cervelli non funzionano tutti allo stesso modo ma tra maschio e femmina ci sono differenze funzionali e relazionali capaci di influenzare in modo molto intenso un eventuale rapporto.

Un cervello in salute ti permette di dare spazio alla gentilezza, alla creatività, all'intimità, fattori essenziali nell'esperienza sessuale, ma un cervello disfunzionale dà spazio alla distrazione, all'impulsività, all'egocentrismo, tutti elementi sfavorevoli per una buona intesa erotica.

Maschio e femmina li creò
Sebbene la struttura cerebrale sia la stessa, il modo in cui il cervello maschile e quello femminile processano le informazioni è molto differente.

Qualsiasi informazione: anche quelle relative al sesso.

Cerchiamo di tracciare la mappa di queste importantissime differenze.

giovedì 1 settembre 2011

Sette cose che devi assolutamente smettere di fare per essere più felice

Uno dei maggiori vantaggi della mia professione è imparare dalle persone.

Sebbene io sia stato formato per comprendere i pensieri e le azioni che determinano l'attuazione della felicità e della crescita personale, le più grandi lezioni vengono dalle persone che a un certo punto della loro vita s'imbattono in una sorta d'illuminazione e da lì iniziano a cambiare vita.

Non solo questi momenti, fondamentali per chi li vive, mi aiutano a capire meglio le strade della crescita, ma mi consentono di migliorare la mia stessa vita, dandomi la prova di come e quanto siamo tutti sempre costantemente a rischio di ricadute in comportamenti dannosi e sabotanti.

Spesso non comprendiamo che esistono sempre altre opzioni, altre scelte, altre prospettive dalle quali osservare determinati momenti della nostra vita.

I nostri comportamenti routinari creano l'illusione del "così dev'essere", chiudendoci in un tunnel in cui l'unica alternativa è sperare di arrivare presto dall'altra parte.

Il tunnel in realtà non c'è, è creato dalla nostra stessa mente che giustamente si è uniformata a un certo punto di vista: se la nostra mente non si focalizzasse su una data prospettiva, se non s'illudesse che le cose sono in un unico modo, probabilmente noi non riusciremmo mai a portare a termine un bel niente.

Questa sorta di "pilota automatico" però è utile solo se stiamo svolgendo un'attività limitata nel tempo e negli scopi, dopo di ché va assolutamente "disinserito" per tornare a guardare il mondo con il massimo grado di apertura.

Credo esistano delle situazioni ricorrenti nelle nostre vite, che possono bloccare la nostra crescita e che dobbiamo assolutamente disinnescare, in base al principio di "non peggiorare".

Ci sono comportamenti, pensieri, atteggiamenti la cui eliminazione non passa attraverso qualche sorta di attività, bensì si realizza semplicemente smettendo di fare/porsi/pensare così.

lunedì 1 agosto 2011

Il significato dei colori

Un mondo a colori
Avete i pennelli, avete i colori, dipingete voi il paradiso e poi entrateci.

Il modo lapidario con cui Nikos Kazantzakis - l'autore di Zorba il greco - "dipinge" il ruolo del colore metaforico nell'esistenza degli uomini non è solo il felice aforisma di uno scrittore.

Una stanza gialla ti procura ansia?

Il blu ti calma e ti rilassa?

Gli artisti e gli arredatori hanno capito da tempo come i colori influenzino gli stati d'animo, e il mondo della medicina è arrivato alla stessa conclusione molto più tardi.

Il colore è un potente strumento di comunicazione, è universalmente usato come segnale di passaggio, d'arresto, d'allarme, può influenzare gli umori e provocare reazioni psicologiche.

Certi colori sono in grado di aumentare la pressione sanguigna, velocizzare il metabolismo o affaticare la vista.

I sentimenti rispetto ai colori possono anche essere frutto di processi personali, radicati nella propria esperienza e cultura.

Per esempio, se da noi il nero è associato al lutto, per esprimere lo stesso significato in estremo Oriente si usa il bianco.

Perché i colori hanno tutta questa influenza nella nostra vita?


Quali effetti possono avere sul corpo e sulla mente?

giovedì 28 luglio 2011

Il mensile di Studialamente: Luglio 2011

Lateralmente
Non ce ne voglia Edward De Bono, né tutta la sfilza di formatori rampanti e creativi tout court, ma dopo trent'anni circa, qualche voce contro il pensiero laterale e le tecniche sulla creatività alla spicciolata era giusto si levassero.

Avere più scelte, anche di opinione, è sempre un passo avanti per la civiltà.

Per questo ho dedicato una coppia di post a La morte del pensiero laterale, prima e seconda parte, nei quali troverai molti chiarimenti alle zone d'ombra di chi ti dice come pensare.

Grazie, Mara!
Non sono solo i satirici a godere dei favori generati da comportamenti politici imbarazzanti, ora ce n'è anche per chi, come noi, s'interessa di comunicazione e condizionamento del pensiero.

La perla lanciata dal Ministero delle pari opportunità, con lo spot a favore dell'integrazione dei ROM - misteriosamente sparito dopo pochi giorni dai teleschermi - ha permesso a me e a tanti altri in rete di sfornare considerazioni interessanti sul modo in cui il pregiudizio è capace di mettere lo sgambetto a chiunque, anche a chi si professa animato dalle migliori intenzioni verso il prossimo, come puoi leggere in Governare i pregiudizi o governare con pregiudizio.

Dicono che col tempo arriverò...
...a far convivere io, te e l'amore, cantava Biagio Antonacci.

Per molte persone, la coppia è una moderna impresa eroica, più che una necessità bio-sociologica.

Ecco qualche consiglio utile su Come non far scoppiare la coppia.

Il tema caldo
In assoluto, da due anni, il post più letto di questo blog è Etica e morale: cosa sono e come usarle, uno dei primissimi testi che con urgenza - e poi con soddisfazione - ho scritto agli esordi del mio blogging.

Ricevo ancora oggi parecchie mail con osservazioni, approfondimenti, punti di vista e - perché no? - critiche su un tema, l'etica, di difficile definizione.

Per ampliare la prospettiva sull'argomento, ecco per te Etica e morale: quale approccio scegli? in cui potrai riconoscere con quale atteggiamento, di solito, inquadri le situazioni morali e cosa puoi fare per scegliere in modo più consapevole le tue posizioni.

venerdì 22 luglio 2011

Etica e morale: quale approccio scegli?

Che cosa conta di più, in fatto di etica?

È un argomento che mi ha sempre attirato molto ma mai avrei pensato, in questi due anni di blog, che potesse interessare anche a tanti lettori, visto che il mio post Etica e morale: cosa sono e come usarle è da mesi in testa alla classifica dei più letti e visitati.

Diverse scuole di pensiero hanno provato a rispondere alla domanda iniziale, e di esse mi sono occupato in questo post.

martedì 12 luglio 2011

Come non far scoppiare la coppia

La coppia è una comunità i cui membri hanno perso la loro autonomia senza liberarsi della solitudine.

Il modo in cui Simone de Beauvoir tratteggia l'essenza di una relazione tra uomo e donna è pungente ma coglie nel segno.

Una coppia è una cosa sola o la somma di due cose diverse?

Rispondere a questa domanda equivale a darsi la zappa sui piedi: la coppia è l'una e l'altra cosa contemporaneamente.

Da quest'ambiguità, non facile da concepire e da gestire, nascono la maggior parte dei cosiddetti problemi di coppia.

Come comportarsi, dunque, per tenere salda la relazione senza soffocare le individualità?

Il problema principale è la complicazione: è facile rendere le cose più complicate di quanto siano davvero.

Ecco alcune regole per orientare la relazione verso una direzione virtuosa.

giovedì 7 luglio 2011

Governare i pregiudizi o governare con pregiudizio?



Ho visto da pochi giorni il nuovo spot del governo a favore dell'integrazione dei rom.

Ho una buona digestione, per fortuna, perché l'ho visto mentre ero a tavola e lo sconsiglio con calore.

In breve: una donna sta parlando con un call center non ben definito - o almeno io non ho capito bene - e il teleoperatore sente che l'interlocutrice sta inseguendo qualcuno in casa.

La morte del pensiero laterale - Seconda parte

Ti interessa leggere anche La morte del pensiero laterale - Prima parte?

Hai mai visto questo disegno?

Si tratta di uno degli enigmi più sfruttati nella storia della formazione alla creatività e al pensiero laterale che si ricordi, perché quando viene proposto e dimostrato sortisce lo stesso effetto di un gioco di prestigio.

domenica 26 giugno 2011

Il mensile di Studialamente: Giugno 2011

Chi ha paura delle emozioni?
Bistrattate, messe al bando, stigmatizzate e rifiutate socialmente, rabbia e paura, il corredo con cui siamo nati per sopravvivere, meritano una rivalutazione.

Vieni a scoprire i lati positivi di queste due emozioni (quasi) negative e racconta la tua esperienza.

Menti sapendo di mentire!
La sensazione che qualcuno stia tentando di gabbarti è sottile ma non sempre ti riesce di scoprire se l'altra persona stia dicendo la verità.

Non sempre, appunto: con l'aiuto della strategia del professor Geiselman, addio prese per i fondelli.

Nel nome del padre
Se ti dico padre della psicoanalisi a chi pensi?

Ovvio, a Sigmund Freud, i cui studi oggi vengono ridiscussi perché apparentemente la psiche umana, negli ultimi anni, si è persa il Super Io.

A ben vedere, però, il nostro controllore morale è sempre lì dove il grande maestro l'aveva scovato, anche se oggi segue altre tendenze.

E il tuo Super Io com'è?

Dieci più uno, il numero perfetto
Ci sono verità che non vuoi sentirti dire proprio perché sai che fanno centro.

Vuoi scoprirle da te, per non sentirne il sapore amaro o il tono ammonitore.

Ma ti servono.

Ecco le undici idee per andare oltre.

sabato 25 giugno 2011

Undici piccole idee per mirare in alto



Prima idea
Molte persone si struggono nel dilemma essere o apparire.

Ma né essere in un modo né apparire in un altro può esimerti dalla responsabilità di presentarti al meglio di te.

In qualsiasi momento, in cabina di pilotaggio ci sei tu, non mollare la cloche.

Seconda idea
Non c'è nessuno che ti giudica.

È una tua immaginazione, dovuta all'insicurezza atavica.

Le persone sono troppo preoccupate nei loro affari per starsene a giudicarti.

Non cercare la loro approvazione.

Semmai, dalla tu a loro.

Scegli.

Terza idea
Come fanno alcune persone a guadagnare così tanta ammirazione da altre persone?

Sono più belle?

No.

Sono ricche.

Nemmeno.

Come diceva Fritz Perls, tutto è proiezione, perciò noi non sopportiamo le persone deboli, perché ci sentiamo deboli noi stessi.

Le persone amano chi è sicuro di sé, della sua opinione, del suo posto nel mondo.

Trova il tuo valore dentro di te, non fuori.

Quarta idea
Sii te stesso è un invito che non basta più.

Ci sono tante parti di quel te stesso che il mondo si risparmierebbe volentieri, lo sai anche tu.

Sii il meglio che puoi essere.

Quinta idea
C'è una sottile differenza tra chi "compra" la stima e la considerazione delle persone e chi se la guadagna col suo comportamento.

Il primo si propone agli altri.

Il secondo è richiesto dagli altri.

Da che parte vuoi stare?

Sesta idea
Se una persona accetta di parlare con te non significa che tu gli piaccia.

Impara a rispettare lo spazio altrui e a chiedere permesso prima di invaderlo.

Settima idea
Qualsiasi cosa tu voglia ottenere nella tua vita, devi anche accettare l'idea di poterla perdere.

Ci stai?

Ottava idea
Quando passa un giorno senza che tu abbia avuto un pensiero o abbia fatto qualcosa di concreto per le persone che ami, può significare solo una cosa.

Sei ancora in tempo per rimediare.

Nona idea
Sii gentile.

Hai incontrato molte persone sgradevoli, lo so.

Sono sgradevoli perché qualcun altro non è stato gentile con loro.

Rompi il circolo.

Non essere rude con la persona con cui hai a che fare perché lei restituirà la pariglia e la palla, prima o poi, tornerà nelle tue mani.

Decima idea
Non cercare il consenso di amici e familiari per ciò che ti appassiona.

Anche se si diranno d'accordo, anche se dovessero dire che piace loro, è senz'altro per motivi diversi dai tuoi.

Più spesso non gli piacerà fare il confronto tra te che rifiorisci dedicandoti a ciò che ti piace e loro che appassiscono nell'inadeguatezza.

Undicesima idea
Porto addosso le ferite di tutte le battaglie che ho evitato.

Questa è di Fernando Pessoa, dicono.

La tua idea
Il tuo commento può cambiare la vita di chi lo leggerà.

venerdì 10 giugno 2011

L'insuperabile Freud

La mia rottura con Freud è avvenuta sulla questione dell'invidia del pene, lui credeva che fosse limitata alle donne.

Anche a occhi chiusi si capisce che c'è Woody Allen dietro questa battuta sul padre della psicoanalisi, senza il quale la prima metà della carriera del regista americano non si sarebbe neanche sviluppata.

E se Freud fosse stato ancora vivo avrebbe detto che tutto l'armamentario umoristico usato contro le sue idee non è altro che una formazione reattiva: all'inquietudine suscitata dalle teorie dello scienziato austriaco, le persone rispondono con l'esatto contrario, ossia una gaia spensieratezza scaramantica.

Ma non è dei meccanismi di difesa che voglio parlare, bensì di una questione che nell'ambiente psichiatrico e psicoanalitico è stata toccata più volte negli ultimi decenni.

Che ne è del Super Io?

Sembra, infatti, che nelle nuove generazioni l'autocontrollo morale, il sentimento di vergogna, il concetto di autorità siano sempre meno presenti.

Questi tre fenomeni, e tutti i loro derivati, secondo Freud sono proprio determinati dal Super Io, per cui ci si chiede se nella mente - così com'è concepita dagli psicoanalisti - questa terza parte sia ancora quella che Freud ha provato a delineare, o se siamo di fronte a cambiamenti antropologici.

lunedì 6 giugno 2011

La verità mi fa male, lo so!



Quasi tutti i manuali sul linguaggio del corpo in vendita nelle librerie hanno titoli che promettono al lettore di imparare a stanare chi mente.

In effetti, tra il verbale e il non verbale si può creare una tale dissonanza che la menzogna diventa chiara come il sole.

Proprio di questo parlavo in Linguaggio non verbale: silenzio, parla il corpo!, ma oggi voglio integrare questa sorta di minitraining su come beccare in flagrante i bugiardi con l'aiuto di R. Edward Geiselman che ha studiato stavolta i segni verbali riscontrabili nei mentitori.

Se stai parlando con il tuo partner, tuo figlio, un collega, e ti accorgi che si esprime mettendo in atto questi comportamenti, fai molta attenzione perché le probabilità che tu stia ascoltando frottole sono alte.

Il professor Geiselman, da bravo scienziato, ha inventato anche la controprova alla quale sottoporre il sospetto mentitore, per avere la conferma definitiva della sua malafede.

Quali sono i segnali di chi ha difficoltà a dire la verità?

sabato 4 giugno 2011

Emozioni (quasi) negative

Quello che nessuno ti dice
È facile distribuire inviti alla felicità a destra e a manca.

È gratis e soprattutto piace alla gente.

Io sono il primo, lo ammetto.

Tutti noi preferiamo evitare le pene e andare verso le gioie.

La felicità è associata a uno stato migliore di salute, a relazioni efficaci, e anche a una visione costruttiva della vita.

Ma tutti questi bei discorsi non cancellano il fatto che le emozioni negative esistono e nessuno di noi può dirsi immune dal provarle.

Visto che ci tocca sperimentarle per natura, cerchiamo di capire se siano del tutto negative, o se magari qualche volta possano essere più positive delle positive.

Alla faccia della ricerca della felicità a tutti i costi.

mercoledì 25 maggio 2011

C'è chi dice no



Sì, ma come fa?

Sono molte le persone che si accorgono troppo tardi di quanto sarebbe stato importante pronunciare un no invece di acconsentire per poi ritrovarsi pentite.

È una sensazione stomachevole, nel senso che lo stomaco si contorce facendoti capire chiaramente dove e quando hai sbagliato, anche se spesso sembra tardi per rimediare.

Fa male soprattutto sapere di non essere stati fedeli a sé stessi.

Il conflitto in atto può renderci impotenti: da una parte dire no ci sembra una cattiveria, un atto di egoismo estremo, un torto a chi ci chiede; dall'altra parte, dire sì significa andare contro il nostro vero volere e trovarci in una situazione spiacevole per noi, anche se piacevole per gli altri.

Nota come entrambi gli atteggiamenti implichino un atteggiamento biasimevole verso noi stessi, o rimproverandoci per l'eccessiva durezza nel dire no, o sottostimandoci per aver ceduto.

Per riuscire a dire no al momento opportuno?

Ecco quattro "armi" di sicura utilità.

sabato 14 maggio 2011

Una vita a colori

Prova questo semplicissimo esercizio.

L'ideale è farlo mentre sei su un veicolo possibilmente non guidato da te.

Si tratta di concentrarti sui colori.

Uno per volta.

Per esempio, ti siedi sull'autobus o al posto del passeggero in auto con qualcuno e ti dici ora mi concentrerò a notare tutto ciò che di rosso incontrerò col mio sguardo.

In meno di un minuto ti accorgerai di quante cose rosse ci sono intorno a te, di come ti riesce semplice vederle e di come ti sarebbero sfuggite se non avessi deciso consciamente di selezionarle dallo sfondo e prenderle in considerazione.

Interrompi l'esercizio col rosso e prova con un altro colore.

Datti trenta secondi o un minuto per consentire alla tua mente di dimenticare il primo colore e di concentrarsi solo sul secondo.

Diciamo che hai scelto il verde: inizierai pian piano a cogliere tutte le macchie di verde che lungo il percorso corrono verso di te, di nuovo in maniera impressionante ti accorgerai della precisione e della velocità con cui le cogli a colpo d'occhio.

Stesso motivo di prima: hai deciso di vederle e le vedi, tutto il resto c'è, ma in secondo piano.

Stai dando la priorità alla tua scelta.

Pensi sia possibile solo con la vista?

venerdì 29 aprile 2011

Un corpo che pensa

Facciamo sì con la testa perché siamo d'accordo o siamo d'accordo perché facciamo sì con la testa?

Gli ultimi esperimenti di quei burloni oltreoceano dimostrerebbero che annuire aumenta la probabilità di essere d'accordo con qualcuno o qualcosa, di trovare piacevole qualcuno o qualcosa, di sentirsi in sostanza bene o meno bene.

Chiedendo a gruppi di persone di fare con la testa mentre ascoltano musica o guardano immagini, si è scoperto che quella musica o quell'immagine riscuotono più successo del normale.

Addirittura, immagini o concetti presentati su un supporto rettangolare orientato in verticale - che obbliga a fare su e giù con la testa -  piacciono di più di quelli presentati col rettangolo in orizzontale - che invece costringe a ruotare il capo verso destra e sinistra, come a dire "no"- .

Dove ci porta tutto questo?

Alla conoscenza corporea, quella che gli americani chiamano embodied cognition, una ipotesi frutto di un programma di ricerca sulle strette correlazioni tra come usiamo il corpo e come pensiamo.

giovedì 21 aprile 2011

Una domanda, dieci risposte

Prendi una tua frustrazione.

Sai quando sei consapevole di dover agire per raggiungere i tuoi obiettivi, ma nello stesso tempo ti sembra di non averne la forza, la capacità o semplicemente la voglia?

Ecco, una di queste frustrazioni andrà benissimo.

Se poi la tua frustrazione, paradossalmente, deriva dal tuo desiderio di fare tante, troppe cose e di non riuscire a stare dietro a tutte, allora è perfetto.

Ora, permetti a qualche giorno di passare inutilmente, per portare la tua frustrazione a livelli eccellenti.

Fai in modo che arrivino le cinque della sera senza che tu abbia mosso neanche un passo in direzione dei tuoi scopi.

Concediti anche di attribuire tutto ciò a una forza misteriosa che trattiene i tuoi slanci, attribuisci pure la colpa agli altri, alle stelle, a chicchessia.

Fatto?

Bene.

Adesso possiamo risalire.

domenica 17 aprile 2011

La bufala del "non avere tempo"

Quanto tempo risparmia chi non sta a guardare quello che dice o fa o pensa il suo vicino.

Quando il saggio imperatore Marco Aurelio pronunciò queste parole, non poteva certo immaginare l'era del reality show e il ribaltamento ormai avvenuto tra mondo reale e mondo televisivo.

Il suo era un monito a non sprecare il tempo, detto da uno - pensa te - che mentre conquistava un attimo l'Europa si concedeva anche il lusso di meditare.

Tu invece quante volte ti dici o dici agli altri non ho abbastanza tempo?

Eppure non stai conquistando la Germania...

Certo, la vita moderna non è quella di due millenni fa, ma il fatto che ci si offrano tante alternative non vuol dire che siamo obbligati a farle tutte, per paura che ci scappino.

Saltiamo da un impegno all'altro, ci tuffiamo nell'impegno futuro e non vediamo l'ora - già, l'ora! - di buttarlo nel passato.

Così perdiamo il presente.

domenica 10 aprile 2011

Prendersi cura... di chi?

Quanto ti curi delle persone intorno a te?


Cosa può spingerti a impegnarti per gli altri senza alcuna certezza di ricevere qualcosa in cambio?


Come reagisci quando qualcuno si prodiga per te senza che tu abbia fatto nulla per lui?


Ti capita mai di evitare consapevolmente le attenzioni altrui?

La risposta a queste quattro domande potrebbe illuminarti sulla posizione che di solito assumi durante le tue interazioni sociali, e farti scoprire quali sono le tue credenze nascoste su come dovremmo o non dovremmo prenderci cura gli uni degli altri.

domenica 3 aprile 2011

Occhio al potere!

Sia a livello internazionale che in casa nostra, i giochi di potere negli ultimi mesi si sono fatti davvero accesi e complessi.

Tra i focolai del Mediterraneo e il marasma del nostro parlamento, i personaggi della scena politica le stanno provando davvero tutte a far pendere la bilancia dalla loro parte.

Ma i rapporti di potere non si snodano solo a livello internazionale o nella politica, e possiamo ritrovarli all'interno delle nostre relazioni quotidiane.

Come possiamo leggere questi complicati rapporti, renderci conto di cosa sia realmente in gioco, e focalizzare gli elementi chiave sui quali stanno facendo leva le figure coinvolte?

Come fa, insomma, qualcuno ad acquistare potere, quale "tasto" preme, cosa stuzzica per portarci dalla sua parte e nutrirsi del nostro consenso?

L'analisi del potere più duttile e completa fu compiuta da John French e Bertam Raven nel 1959 nell'articolo The bases of social power, nel quale i due studiosi del comportamentismo tracciarono una vera e propria griglia interpretativa con la quale chiunque può capire a che gioco sta giocando il potente di turno.

sabato 26 marzo 2011

Memoria a breve termine: Sherazade insegna

Noi ricordiamo meglio le cose incompiute.

Ne Le mille e una notte, la giovane Sherazade riesce a tenere vivo l'interesse del re raccontandogli storie che non finiscono mai, perché all'interno di ogni storia, un personaggio inizia a raccontarne un'altra.

La storia di Sherazade è solo l'archetipo di questo fenomeno, che in realtà accade di continuo nelle nostre vite.

giovedì 17 marzo 2011

A cosa stai pensando?

Tutti i nostri pensieri, anche i miei e i tuoi, ricadono in queste dieci categorie.

Saperne di più ci aiuterà a pensare meglio?

Vediamo.

giovedì 10 marzo 2011

Ricordati di dimenticare!

Oppure dimenticati di ricordare?

Fatto sta che la memoria, pur accompagnandoci per tutta la vita, diventa un fatto rilevante quando l'invecchiamento comincia a modificarla, rendendoci evidente la sua presenza.

Per non arrivare impreparati, ecco sette caratteristiche curiose e istruttive su questo importantissimo processo cognitivo.

sabato 5 marzo 2011

La morte del pensiero laterale - Prima parte



Dopo un decennio di pura follia collettiva intorno alle pratiche del pensiero laterale e della generazione creativa, da un paio d'anni si levano voci contro i metodi che hanno fatto la fortuna dei formatori negli ultimi tempi.

Quando saltarono fuori l'enigma dei nove punti, il brainstorming, il pensiero laterale, e il ripescaggio delle tante immagini ambigue della Gestalt, per dimostrare che le linee del pensiero convenzionali imbrigliano più che favorire la creatività, per chi fa formazione divenne obbligatorio fare incetta di tutti questi giochini dalla morale molto singificativa.

Non so di cosa parli il libro di Nicola Zanella che nel titolo cita uno dei capisaldi di questa rivoluzione pedagogico-creativa, ma il brainstorming è seriamente sull'orlo di una crisi d'identità.

Un videogioco per smettere di bere

Mi sembra molto divertente che dall'antiproibizionista Amsterdam arrivi una novità assoluta nel trattamento della dipendenza da alcool.

Poiché uno dei problemi più grossi della disintossicazione dall'alcool è la ricaduta, l'Association for psychological science racconta di un rivoluzionario metodo per rimuovere l'impulso ad assumere di nuovo alcolici grazie a un videogame.

venerdì 25 febbraio 2011

Guida rapida per andare oltre i pensieri negativi

Ognuno di noi è il più autorevole giudice di sé stesso.

Questa è nello stesso tempo croce e delizia: gongoliamo quando abbiamo parole di stima per noi, ma facciamo presto a scavarci la fossa quando le cose non vanno.

Poiché siamo noi a creare pensieri, positivi o negativi, dovrebbe sembrare ben strano a chiunque il fatto che cerchiamo di farci passare i pensieri negativi rivolgendoci agli altri: agli amici, ai farmaci, alla distrazione in genere.

Tutt'a un tratto, il principio autarchico da cui siamo partiti non vale più.

Questo è il vero errore: smettere di assumerci la responsabilità.

lunedì 7 febbraio 2011

Perché le donne sono meglio degli uomini (e non puoi farci nulla!)



Dopo questo post le lettrici potranno seriamente pensare a un referendum costituzionale (peccato non sia previsto, ma non si sa mai...) per chiedere la modifica dell'articolo 3 e stabilire che le donne non sono uguali agli uomini: sono superiori!

Tu, caro lettore maschio, devi fartene una ragione, prima te la fai, meglio potrai continuare a pensarti uomo felice tra donne eccelse.

Vuoi sapere perché?

giovedì 3 febbraio 2011

Il lato oscuro della nostra personalità

Il Sé disprezzato, il Sé rinnegato, l'ombra.

Con ogni nome la psicologia ha provato a definire il lato oscuro della nostra personalità.

Se n'è occupata la letteratura con Il Dr. Jekyll e Mr. Hyde, e il cinema, per esempio con Fight Club, racconti di come possa essere conflittuale se non tragico il rapporto con la propria ombra.

La psicologia ha tentato diverse strade per permettere all'uomo di fare conoscenza col suo lato oscuro.

Voglio proportene uno.

Per diventare una persona integrata devi inglobare in te la tua ombra.

Se davvero vuoi provarci, eccoti un esercizio molto utile.

martedì 1 febbraio 2011

Le dieci cose più importanti da ricordare

Per scegliere, nella vita, bisogna avere delle priorità.

Qui ci sono dieci cose che io ritengo tra le più importanti da tenere a mente.

sabato 29 gennaio 2011

Autostima veloce: eptalogo tascabile per tutti

A volte un piccolo promemoria fa miracoli più grandi di ore e ore di terapia sbagliata...

Prova questo: prendi un cartoncino e scrivi queste sette "leggi", poi, quando ti sembra di essere in difficoltà, controlla a quale di esse stai contravvenendo.

venerdì 28 gennaio 2011

I sogni son desideri...



Flectere si nequeo Superos, Acheronta movebo
Se non posso piegare le potenze superiori, smuoverò quelle infernali dell'Acheronte

Con questa citazione dall'Eneide di Virgilio, Sigmund Freud alla fine del 1899 apriva il suo L'interpretazione dei sogni, e indicava nella vita psichica notturna una delle vie maestre per accedere all'inconscio.

Infatti, per il fondatore della psicoanalisi, il sogno è un vissuto psichico vero e proprio, che ha quindi il carattere di un atto volitivo, sebbene non consapevole, da cui la sua affermazione che il sogno è la realizzazione di un desiderio.

martedì 25 gennaio 2011

Insalata di rinforzi: facciamo chiarezza

Non mi riferisco all'omonimo piatto natalizio delle mie parti.

Con insalata di rinforzi intendo mettere in evidenza la confusione che a volte si fa sul significato del rinforzo in psicologia e pedagogia.

In un libro sull'addestramento dei gatti (sic!) che ho letto di recente l'autore sottolinea l'importanza del rinforzo positivo e per questo consiglia di dare un premio in cibo per ogni comando eseguito dal gatto dopo i nostri segnali: sebbene dal punto di vista del felino il premio diventi poi un rinforzo positivo, la cosa non è così semplice come sembra, ma ci torno tra poco.

In ogni caso, l'episodio del libro ha rievocato in me il ricordo di altri due episodi sul tema.

Il primo riguarda alcuni insegnanti di mia conoscenza che considerano rinforzo e incoraggiamento positivo come la stessa cosa (e non lo sono affatto) e si riferiscono alle punizioni come rinforzo negativo (e lì siamo proprio fuori strada).

Il secondo è una discussione in un blog di argomento affine al mio, nel quale si consigliava di premiarsi per tutte le volte che ci riesce di mantenere un impegno con noi stessi, chiamando però questo premio rinforzo positivo, ancora una volta in modo improprio.

A questo punto l'"insalata" è pronta e io, come un cuoco al contrario, la "smonto" per far capire bene in realtà quanti e quali ingredienti siano stati mescolati un po' troppo alla rinfusa.

giovedì 20 gennaio 2011

Paura di fallire: batterla in sei passi

Ti è mai successo di mancare un obiettivo, o di non mantenere un proposito, per poi giustificarti perché ti mancava l'esperienza, oppure perché le risorse economiche o temporali erano scarse, o peggio di aver abbandonato la tua idea senza neppure provare?

Inoltre, quali pensieri sorgono in te quando assisti alla riuscita e al successo degli altri?

Se pensi che:

  • sono più portati di te
  • sono più "ammanigliati" di te
  • sono più esperti di te
  • sono più agiati di te
  • sono più fortunati di te
e altre stramberie del genere, sappi che:
  1. stai sminuendo gli altri riguardo alla reale ragione per cui essi sono riusciti nelle loro imprese
  2. non sei la sola persona a fare questi pensieri
Senza contare le energie spese per giustificare la differenza tra il loro successo e la tua non riuscita, energia che avrebbe avuto miglior destino se l'avessi usata per imparare osservando gli altri.

A molti di noi capita di "torturarci" in questo modo, con pensieri fortemente limitanti, e per rendersene conto c'è bisogno di adottare uno sguardo molto critico verso noi stessi.

Non si tratta di bollare come negativo questo comportamento, solo comprendere che la scelta di adottarlo o meno è sempre nelle nostre mani, così come lo saranno le conseguenze.

Di sicuro, un atteggiamento mentale improntato alla paura di fallire non ti porterà molto lontano.

E l'atteggiamento mentale è tutto ciò di cui hai bisogno: non c'è nulla nel mondo esterno che tu veda esattamente così com'è, ma tutto - proprio tutto! - è filtrato dalla tua mente, come quando indossi occhiali scuri o colorati e inevitabilmente la tua visione assume la tonalità delle lenti.

Se è vero che non sempre possiamo controllare l'insorgere di determinati pensieri, è altrettanto vero che possiamo scegliere di rimanere come osservatori distaccati invece di farci risucchiare da essi.

Sappi che quando immagini di raggiungere un nuovo obiettivo subito la mente farà nascere in te la paura di non riuscire a raggiungerlo: essa è pigra, il suo lavoro è mantenere l'omeostasi, l'equilibrio, mentre provare nuove cose significa sempre uscire fuori dai confini che essa può controllare.

Si tratta di un istinto di protezione: il cavernicolo che è in te sente crescere la sua paura man mano che si allontana dalla sua confortevole caverna.

Come puoi fare per non rimanere nel "pantano" della negatività?

lunedì 17 gennaio 2011

Cervello vs. mente: dov'è la verità?

La mente è diversa dal cervello, almeno quanto la psicologia lo è dalla biologia.

Sebbene i processi mentali siano associati ad altri processi di natura neurologica e biochimica, negli ultimi anni si è diffusa la tendenza a presentare, tramite i mass media, l'associazione tra i due sistemi come correlata da un rapporto di causalità - in cui i cambiamenti biochimici causano esperienze psicologiche - o come una identità assoluta, in cui mente e cervello sono in realtà la stessa cosa.

La crescita e la diffusione delle misurazioni psicofisiologiche come la risonanza magnetica funzionale, la tomografia ad emissione di positroni, l'elettroencefalografia, la magnetoencefalografia o il neuroimaging funzionale ci ha quasi abituati a sentir dire che l'aspetto biologico determina - o comunque sovrasta - gli eventi psicologici.

Per esempio, nei telegiornali, quando si citano casi di reati o fatti incresciosi commessi da persone con diagnosi psichiatrica ci si riferisce a loro come portatori di "malattie" chiamate depressione o schizofrenia.

Non ascoltiamo però mai l'altra campana, quella di chi con le persone che sarebbero affette da queste presunte "malattie" ci lavora ogni giorno per migliorarne la condizione, quella di chi scopre che spesso sono i condizionamenti ambientali e sociali a bloccare il "funzionamento" della persona, che inspiegabilmente migliora o "guarisce" proprio grazie alle modifiche nelle condizioni di vita, e non certo della chimica del cervello.

Naturalmente non ho intenzione di fare una "crociata" contro la psichiatria, i farmaci, le strutture di accoglienza e quant'altro perché non è quello il problema.

La questione è la correttezza dell'informazione: quando la voce del giornalista al tg associa le parole malattia e depressione commette un errore scientifico, esattamente come quando ci dicono di aver scoperto il gene che causa o fornisce una determinata caratteristica all'essere umano.

Si tratta di un errore perché in realtà non siamo ancora arrivati né a stabilire una associazione così stretta tra processi biochimici ed eventi psicologici né tantomeno a stabilire se sia nato prima l'uovo o la gallina, cosa che non scopriremo probabilmente mai, come non sapremo mai come sia nato questo universo.

Eppure le risposte certe degli scienziati in merito al rapporto tra mente e cervello sono state date: certo, non sono così affascinanti come quelle sbandierate dai tg, non sono così filo-farmacologiche, non ci permettono di situare il problema nel presunto "malato", anzi, ci fanno sospettare che spesso questo "malato" potrebbe essere vittima di un gioco troppo complesso e perverso.

Cosa dice dunque la scienza attuale?

martedì 4 gennaio 2011

20 modi per cominciare bene il 2011

Quante cose desideri dalla vita?
Proprio adesso, fermati per un momento e pensa a una parola con la quale potresti descrivere la tua vita attuale.

Se tu sapessi di poter aprire una porta oltre la quale ti aspetta una vita più appagante, la apriresti?

E se aprendo quella porta, insieme alla vita più appagante, fosse compresa una certa dose di sofferenza?

Ho una notizia buona e una meno buona per te: la porta esiste eccome, e insieme a essa esiste anche la dose di sofferenza.

Qualsiasi crescita implica un certo livello di disagio.

Solo che il disagio ha vita breve, mentre la crescita è per sempre.

Si può considerare la nostra vita come un recinto all'interno del quale tutto è ben ordinato e familiare.

Ogni tanto però alcune circostanze inaspettate ci forzano a uscire dal recinto, così la parte coraggiosa di noi, anche solo per un attimo, butta uno sguardo a questo paesaggio nuovo e inquietante.

La maggior parte delle persone se ne torna in fretta nel suo recinto sicuro.

E qui c'è la verità che già conosci: le occasioni per accrescere la qualità della nostra vita stanno tutte fuori dal recinto, a volte anche parecchi passi più in là.

Il mondo ha così tanto da offrire, avventure, persone interessanti, bellezza, apprendimento, sviluppo emotivo, esperienze profonde, e noi abbiamo così poco tempo, a volte anche meno di 30000 giorni di vita.