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domenica 28 ottobre 2012

Halloween: come ti vesti?

Madre, tua figlia è su di giri perché non vede l'ora di festeggiare Halloween e si tormenta nella ricerca del costume giusto da indossare?

Una situazione molto probabile, in questi giorni, se pensiamo che in ogni scuola di ogni ordine e grado si sta perlomeno parlando di Halloween se non addirittura producendo lavori scolastici su questa festa.

Dunque, bambine e ragazze pronte a mascherarsi in questa sorta di carnevale anticipato.

La domanda però non è come vestirle ma come esse vogliono vestirsi?

Se provi a digitare nei motori di ricerca costumi halloween ragazze comparirà una sfilza di immagini di costumi da streghe, mummie, vampire, diavole, zombies, ma anche poliziotte, infermiere, supereroine, follette e fatine.

Solo che ognuna di queste figure avrà come minimo cinquanta centimetri di cosce scoperte, se non addirittura scollature pronunciate, veli, guaine tipo seconda pelle e altri elementi marcatamente sessuali.

Certo, per gli studenti delle scuole secondarie questo è comprensibile, dato che in quel periodo si va a completare la maturazione sessuale.

Però viene da chiedersi che cosa sceglierebbero d'indossare le ragazzine avendo la possibilità di optare anche per abiti non così succinti.

A questa domanda ha provato a rispondere uno studio americano diretto da Christine R. Starr e Gail M. Ferguson, con un'indagine sulle bambole (dalla Barbie alle Bratz), i media e le influenze materne nella costruzione dell'identità sessuale.

sabato 13 ottobre 2012

Capire gli altri: fino a che punto?

Se un amico tarda ad arrivare al vostro appuntamento, che cosa pensi?

Avrà avuto un contrattempo?

Il solito ritardatario?

Spero non gli sia successo qualcosa di grave?

Ecco, non ha alcun rispetto per me!?

Un comportamento, quello del ritardo, che sicuramente non procura piacere, quindi si può pensare sia facile avere reazioni negative.

In realtà, è possibile reagire in modi molto differenti anche a comportamenti che giovano.

Il classico esempio del marito che fa un regalo inaspettato alla moglie, facendole pensare che ha qualcosa da farsi perdonare, la dice lunga.

Perché una parte delle mogli penserebbe di avere accanto l'uomo più dolce del mondo, e un'altra parte di avere vicino una carogna subdola che sta tentando di manipolarla?

Che cosa ci porta a interpretare i comportamenti degli altri in modi così differenti?

Che cosa si può fare per allenarsi a interpretarli in maniera positiva?

sabato 6 ottobre 2012

I vecchi trucchi della retorica

È così irresistibile per alcune persone cercare di smontare ciò che noi diciamo.

Invece di ascoltare per intero il nostro messaggio, alcuni decidono di soffermarsi solo su una parte di esso.

Il messaggio in realtà di parti ne ha due: una parte che l'ascoltatore può trovare positiva, e l'altra che troverà negativa, discutibile, da confutare.

Nel 99,9 % dei casi - ovviamente non ho svolto un sondaggio per questa percentuale, ma è una generalizzazione retorica - chi ci ascolta sceglierà di concentrarsi sulla parte da criticare.

Per farlo, userà dei trucchi, pescati direttamente dall'arte della retorica antica.

Forse il nostro ascoltatore criticone non sa nemmeno quanta storia c'è dietro i trucchetti con i quali gioca a fare a pezzi quello che diciamo.

E se noi non facciamo attenzione, rischiamo di considerare le sue risposte retoriche come antipatiche.

Invece, l'uso di espedienti retorici nelle conversazioni tra le persone è argomento di grande interesse, perché riconoscendo la loro applicazione, in qualsiasi materia, possiamo capire se una persona sta cercando di deviare qualcosa che sente come una sfida o una minaccia, sta provando a difendere le sue credenze fondamentali distruggendo quelle degli altri, perché teme di dover rinunciare alle proprie, se insomma è stata toccata dal nostro messaggio.

Una retorica votata tutta alla difesa, che però si veste da attaccante.

Come si fa?