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lunedì 26 agosto 2013

Insulti razzisti: indignazione o indifferenza?

Poche settimane fa ho parlato di razzismo a partire da alcuni commenti di esponenti politici del nostro paese, ma di recente un altro episodio mi spinge a riparlarne.

Il campo stavolta è più ristretto, e la notizia è circoscritta al mondo enogastronomico.

Fulvio Bressan, produttore di vini friulano, si rivolge via Facebook al ministro Kyenge con preziosismi linguistici del tipo sporca scimmia nera e negra mantenuta di merda.

Il primo ovvio risultato di una simile uscita è che oggi, a digitare il suo nome su Google, invece delle lodi ai suoi vini ci trovate le reazioni dei siti e dei blog su vino e gastronomia dopo questa bella uscita.

In queste reazioni si confrontano le posizioni di chi appoggia le idee del vignaiolo, di chi ne condanna solo la violenza verbale, e di coloro che invece dichiarano di escluderlo per sempre come fornitore.

Purtroppo però il confronto dei commentatori si è quasi sempre spostato verso le argomentazioni sulle politiche dell'immigrazione, perdendo a volte di vista il problema centrale, cioè quello del dare della scimmia e della negra alla Kyenge, della quale poi si potranno criticare anche aspramente tutte le idee e le azioni da ministro.

Questo bisogno di inveire che, nel caso in cui l'oggetto dell'ira sia una persona dalla pelle di un altro colore, si configura sempre come un attacco all'etnia, un'associazione con l'inferiorità e la sporcizia tout court e un'identificazione con la nullafacenza e il parassitismo.

Due sono i fenomeni dei quali mi interessa parlare, che emergono dalla vicenda.

L'accostamento tra la pelle scura e la scimmia e l'indifferenza o il tentativo di mostrarsi razionali dopo aver assistito a episodi di palese disprezzo razziale.

venerdì 23 agosto 2013

A che punto sono le tue relazioni? Cinque domande per scoprirlo

Che cos'è che minaccia più spesso la tua calma e la tua felicità?

Nove volte su dieci, la radice dell'irrequietezza, dello stress e della mancanza di serenità si annida nelle relazioni.

Tra figli che fanno impazzire, genitori troppo oppressivi, superiori arroganti, partners egoisti e amici che scompaiono per troppo tempo, ce n'è abbastanza per sentirsi frustrati, arrabbiati, sempre sul piede di guerra.

E se ne parli ti senti anche dire che è normale non poter evitare incomprensioni, disaccordi e sentimenti di sconforto quando si ha a che fare con le altre persone che gravitano nella nostra vita.

Ma normale non è l'aggettivo giusto, perché ciò che percepiamo non è affatto un senso di normalità, bensì di fortissima anomalia.

Che poi le difficoltà relazionali facciano parte di ogni esperienza di vita è una considerazione sì accettabile, in quanto razionale, ma per nulla consolante.

Quando abbiamo un problema con una persona cara o vicina, spesso la prima reazione è attribuirle la colpa del problema.

Gli altri sarebbero responsabili dei nostri sentimenti e delle nostre reazioni.

Il loro cattivo modo di porsi ha fatto scattare in noi questo senso di tragedia.

In realtà, a ognuno di noi è dato pieno potere di governare la salute di ogni relazione, e ci si può prendere carico del rapporto anche in maniera unilaterale, come spesso accade quando accettiamo con pazienza che l'altra persona a noi cara, magari in un momento difficile, si comporti con noi con poco riguardo e ci passiamo sopra, anzi, l'aiutiamo a venirne fuori.

Però il tema delle relazioni è ineludibile, perché dal loro stato dipende la nostra felicità a lungo termine.

Il nostro primo interesse è attivarci per tenere in buona vita i nostri rapporti, cominciando da noi stessi e senza aspettare dall'altra persona cambiamenti che non possiamo imporre né decidere dall'esterno.

Il bello è che le relazioni sono contagiose, e se uno dei due membri attua un cambiamento, immediatamente esso si riverbera sull'altro.

Il segreto è contagiarsi a vicenda con costruttività.

Naturalmente, a nessuno viene in mente di lavorare alla relazione quando tutto fila liscio.

L'allarme scatta al sorgere di ogni minimo conflitto.

E lì le prime reazioni automatiche possono essere fatali.

Ma quali sono i possibili problemi all'interno di una relazione umana?

sabato 3 agosto 2013

Consigli pratici per una vacanza rigenerante

I tempi cambieranno pure, ma nel nostro paese l'estate continua a essere il momento dell'anno dedicato alla vacanza.

Prepararsi a una vacanza estiva implica un certo impegno anche per i più temerari improvvisatori di viaggi.

La cosa difficile è sfruttare al meglio l'occasione unica di fare un'esperienza diversa dal solito, dalle abitudini di un anno passato nella routine, e paradossalmente finire per trascorrere la vacanza in modo altrettanto prevedibile, piatto e scialbo.

Ecco come liberarsi da antipatici paraocchi e vivere la vacanza come una vera novità, per divertirsi, rigenerarsi e imparare cose nuove.