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giovedì 19 aprile 2012

I "mostri": panoramica sull'infanzia abusata

Pochi giorni fa, in un paesino qui vicino, un maestro di ben sessantun anni, all'ultimo anno di servizio, è stato arrestato dai carabinieri, colto in flagrante mentre molestava un alunno senza sapere di essere ripreso dalle telecamere delle forze dell'ordine.

La sua lunga carriera e appartenenza alla comunità locale hanno accresciuto lo sgomento e c'è anche chi sospetta possa trattarsi di uno sbaglio.

Su questo s'indagherà, ma la notizia riapre una dolorosa questione che ogni volta si fa risentire in modo lancinante.

Ogni volta che lo spazio vitale di un bambino, il suo diritto a un'evoluzione serena vengono turbati non da generiche circostanze di disagio ma dalla volontà di sopraffazione di un adulto, facciamo tutti enormi passi indietro nella storia.

Per questo è importante parlarne e riflettere sul problema dell'abuso sui minori, analizzarlo, circoscriverlo se possibile, e comprenderlo.

Sottolineiamo innanzitutto che gli abusi sui minori non hanno bisogno di condizioni economiche e sociali svantaggiose e che il fenomeno si distribuisce in contesti familiari di qualsiasi ceto.

Il dato più sconcertante è un altro: carnefice e vittima sono, in quasi l'80 % dei casi secondo ricerche americane, membri dello stesso nucleo familiare.

Sono i genitori, nella maggior parte dei casi, ad abusare dei propri figli e, in seconda battuta, i compagni - arrivati spesso dopo la separazione o il divorzio - dei genitori dei figli abusati.

Anche il genere sessuale di chi abusa non sembra particolarmente indicativo: le madri che abusano, agendo da sole, si attestano al 40 % dei casi, con i padri che le superano di pochissimo.

Questo significa che in quasi il 20 % restante sono entrambi i genitori a compiere la nefandezza.

Come ogni forma di abuso, una delle ragioni primarie a monte di questo fenomeno è l'abuso subito a sua volta da chi lo commette.

Concause significative sono senz'altro condizioni di stress e impossibilità di accedere a una rete d'aiuto personale e psicologico, dettata da retaggi culturali che vedono nella sofferenza dell'anima una stigma da nascondere.

Si è incerti, invece, se considerare fattori di rischio la scarsa capacità genitoriale, che si evince da cattive condizioni igieniche dei piccoli o da loro tratti caratteriali antisociali, e l'eventuale dipendenza dei genitori da alcool o stupefacenti.

Un bambino abusato subisce inevitabilmente un trauma, perché la condizione di sopraffazione è agita da chi dovrebbe fargli da modello e dargli sicurezza.

Il processo mediante il quale i piccoli introiettano, quasi senza volerlo, il modo di fare dei grandi è talmente radicato negli esseri umani da rendere quasi impossibile evitare il trauma: il bambino non ha le capacità intellettive ed emotive per elaborare l'enorme pressione da cui non può fuggire e ne resta sopraffatto.

Per fortuna, i bambini mandano segnali piuttosto chiari sul loro disagio o malessere.

In nessun caso, questi segnali sono necessariamente frutto di un abuso e possono dipendere da tantissime altre difficoltà che i piccoli attraversano.

Tuttavia, è bene prestare un occhio di riguardo a bambini che:
  • raccontano o dicono di ricordare spesso fatti violenti e traumatici
  • sono preda di incubi
  • mostrano un interesse scarso o nullo verso qualsiasi attività
  • lamentano regolarmente mal di testa o di pancia
  • sembrano tornare ad atteggiamenti e comportamenti tipici di fasi evolutive già attraversate
  • si preoccupano eccessivamente per le condizioni di sicurezza della casa e dell'ambiente
La rete di supporto sociale è l'unica vera ancora di salvezza dal fenomeno.

Sono tanti gli autori di abusi sui minori che si sentono bloccati nella loro condizione pur rendendosi conto dell'aberrazione alla quale sono giunti.

Se tu o una persona a te cara pensate di aver vissuto situazioni simili o di aver commesso azioni così pericolose, non esitate a rivolgervi a qualcuno che possa aiutarvi adesso, contattando uno specialista, indirizzandovi a un consultorio o addirittura scrivendo a me, per cominciare un percorso di salute e benessere per sé e per gli altri.

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