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giovedì 23 settembre 2010

La via della chiarezza - Terza parte

Ti invito innanzitutto a rileggere la prima e la seconda parte di questo percorso, nelle quali ti ho parlato rispettivamente di come mettere a tacere le voci disturbanti che ti impediscono di ascoltare la tua saggezza interiore, e di come favorire la libera espressione di questa voce.

In questa terza e ultima parte cercherò di indicarti alcuni modi per usare concretamente nel quotidiano i suggerimenti che arrivano da questa preziosa fonte che è dentro di te.

giovedì 16 settembre 2010

La via della chiarezza - Seconda parte

Sagge parole
Dal post precedente hai potuto comprendere che il silenzio interiore è la condizione necessaria per ascoltare la saggezza che è già dentro di te.

Ma in che modo puoi ascoltare le tue stesse sagge parole?

Come puoi aiutarti nel tentativo di accedere a questa parte così preziosa che conservi nel tuo animo?

Mi piace raccontarti i modi che io stesso ho utilizzato e che continuo a utilizzare per avere cura della mia consapevolezza.

giovedì 9 settembre 2010

La via della chiarezza - Prima parte


Sgombrare la via
Inizia da qui un viaggio in tre tappe sulla via della chiarezza.

Non ci rendiamo conto di quanto sia importante tenere "pulita" la nostra mente finché un bel giorno ci svegliamo senza avere la minima idea del prossimo passo da compiere, e ci sembra di brancolare nella nebbia più fitta.

Non è affatto divertente la morsa dell'incertezza, e a chiunque può capitare di inciampare nella confusione e di annaspare cercando di venirne fuori, con un crescente senso di frustrazione.

Ma perché invece a volte ci sentiamo abitati da un sorprendente senso di pace, di calma?

A cosa dobbiamo prestare attenzione per acquisire maggiore consapevolezza di queste due condizioni - confusione e chiarezza - e tenerci in equilibrio?

Sicuramente le domande.

Direi che la differenza principale è questa: la confusione è il segnale di una domanda che sorge dentro di noi e che spinge violentemente per essere ascoltata, mentre la chiarezza è il risultato della risposta  a questa domanda, ma si tratta di una risposta che nasce da noi, dal nostro interno, non è data da altri - e come potrebbero conoscere le risposte alle nostre domande? - né trovata nei cioccolatini.

Più precisamente, la chiarezza arriva quando riconosciamo quel tipo di risposta e buttiamo tutte le altre, arrivate dall'esterno.

Il percorso che ti propongo si articola in tre tappe, ma se dovessi riassumerlo in una frase direi: dar voce alla nostra saggezza interiore.

C'è una parte saggia, sincera, senza fronzoli e senza peli sulla lingua, dentro di noi, alla quale non sempre permettiamo di esprimersi - come facciamo con chi ci vuole "sbattere" troppe verità in faccia - perché altrimenti saremmo costretti a sentire quanto è faticosa la strada della chiarezza con noi stessi.

Come l'oistros, l'estro di Socrate, il nostro saggio interiore ci pungola per non farci adagiare nella nostra piccolezza.

Con questo saggio interiore dobbiamo fare amicizia.

Con la chiarezza dobbiamo vestirci ogni giorno.

Il viaggio comincia.

Vincere la timidezza è possibile!

Puoi ricordarti l’ultima volta in cui, fermandoti in una stanza piena di gente, hai preso coscienza di essere al centro, dove tutti possono vederti, e hai avuto la sensazione di sprofondare?

Oppure il batticuore di quando desideravi chiedere a quella persona un appuntamento ma non hai trovato neanche un briciolo di coraggio per farlo?

E ancora, quando volevi contattare quel tale per degli affari, ma hai esitato fino a rinunciare?

Con l’ansia che ti prende lo stomaco?

Con un peso tremendo sulle spalle?

Tutti, introversi ed estroversi, ci siamo imbattuti in questi sentimenti.

Il problema non è l’introversione, ma il riuscire a stare bene o meno con noi stessi.

Io sono molto introverso ma, se mi serve farlo, so avvicinare la persona di turno e agire per raggiungere il mio scopo.

Ma non sono nato così: ho imparato.

E voglio spiegarti come ho fatto a trasformare la timidezza in potere personale.

Per questo motivo ho scritto Noi timidi - 125 milioni di consigli per i miei amici introversi, un ebook nel quale "smonto" la timidezza come un bambino fa con un giocattolo, per aiutarti a riconoscerla, accettarla, gestirla.

Questo libro parla della timidezza e del dovere di provare a non farsi limitare da essa.

Parla di me, di te, di coloro che ci circondano ogni giorno e di quello che accade davvero quando abbiamo a che fare gli uni con gli altri.

In modo indiretto, parla anche di come dare il meglio ed evitare il peggio di noi in ogni cosa che facciamo, e gli stessi concetti possono essere applicati in tanti altri contesti di vita.

Se c’è qualcosa che conta, per te, le considerazioni di questo libro potranno aiutarti senz’altro, non pensarle come specifiche solo della timidezza.

I percorsi della nostra esistenza sono tortuosi.

Superare la timidezza non è come prendere l’ascensore al piano terra, premere tre e sbucare con certezza al terzo piano.

Non esiste una logica lineare, in queste cose.

Anche i consigli, non possono essere universali e buoni per ogni occasioni.

In un capitolo dirò che fare delle autoaffermazioni può essere fuorviante nel vincere la timidezza, perché distoglie dal vero problema, ossia sforzarsi di parlare agli altri e non parlare da soli, in un altro ti inviterò a formulare pensieri in forma di affermazioni, per allontanarti dal pensare in modo negativo a te.

Entrambi i suggerimenti sono validi, non sono in contrasto, è solo una questione di tempi e occasioni.

Lavorare su di sé è una pratica, qualcosa alla quale non puoi smettere di esercitarti in ogni istante.

Provando e riprovando, a volte con destrezza e altre con seria difficoltà, alla fine si impara a restare saldi, anche se le persone, i fatti e le situazioni intorno a noi cambiano.

Per questo, il libro puoi leggerlo dall’inizio alla fine e forse la prima volta è meglio così.

Ma ogni capitolo, come le facce di un diamante, riflette la condizione umana da diverse angolazioni, tutte valide e collegate tra loro.

E quel diamante sei tu.

Noi timidi (ebook PDF, 72 pp.) costa 15 euro!

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martedì 7 settembre 2010

Il futuro che ci tormenta

Ansia, preoccupazione, stress hanno in comune lo stesso "interruttore": un evento collocato nel futuro del quale - ovvio - non conosciamo l'esito e tuttavia lo temiamo.

Siamo bravissimi nell'immaginare le scene peggiori e aprire così le porte alle paure.

Il paradosso è che la nostra immaginazione da forma al futuro, ma la pena che proviamo è tutta radicata nel presente.

Una bella fregatura, eh?

A quando risale la tua ultima preoccupazione?

Ieri?

Stamattina?

Forse si trattava di ansia per il futuro di una tua relazione, e hai iniziato a dipingere scene drammatiche.

Forse era stress per alcune difficoltà nei tuoi progetti e il pensiero di perdere il lavoro, il guadagno, le opportunità ha iniziato a tormentarti.

Forse un investimento che mette a rischio il tuo denaro, o una incomprensione con un amico che proprio non vuoi perdere.

Ma a prescindere dalle sfide specifiche che la vita ci riserva sempre, la mente produce quest'ansietà anche quando non c'è nulla di sbagliato nella nostra vita di quel momento, poi l'incredibile capacità di ripetere come un mantra i pensieri ci porta alla convinzione che il problema esiste davvero.

Quando dall'immaginazione passi alla realtà, ossia quando quell'evento futuro diventa presente, reale, e poi con lo scorrere del tempo finisce nel passato, tu osservi la situazione.

Provi anche contentezza, soddisfazione per il risultato specifico in cui quei fatti sono sfociati, ma nello stesso tempo ti biasimi per aver sprecato tempo ed energie a inseguire la negatività.

Non possiamo certo tornare indietro, a questo punto, ma eventi del genere hanno il potenziale di insegnarci ad affrontare il futuro con speranza e dignità.

giovedì 2 settembre 2010

Quella querula, fastidiosa, petulante critica interiore

L'idea
Ti è mai capitato di voler iniziare qualcosa di creativo - scrivere, dipingere, fotografare - e una vocina interna, querula e ipercritica ha iniziato a farti lo sgambetto, rovinando quel momento?

Attacca le tue speranze, mette in dubbio l'adeguatezza delle tue capacità, ostacola la tua partenza.

Nessuno ne è immune, e io stesso me la trovo davanti quando scrivo, organizzo i miei progetti, lavoro alle mie idee.

Il dubbio
In genere, dice cose del tipo:
  • dovrai scrivere/dipingere/scolpire/suonare/costruire/fotografare/filmare qualcosa di eccellente, interessante, straordinario
  • dovrai trovare un'idea che piaccia al maggior numero di persone
  • sarà molto difficile gestirla
  • sei sicuro di sapere bene come si fa?
  • avrai la dose giusta di creatività?
  • come puoi pensare di metterti a livello di quel grande scrittore/pittore/musicista ecc.?
  • non sai dove andare a parare
  • non sai come dare forma alla tua idea
A quel punto, la cosa più facile è mandare all'aria ogni proposito di dedicarmi alla creatività.

Nota come le parole di quella vocina interna sono tutte concentrate sulla reazione che potrebbero avere gli altri attorno a te, come esse si fondino sul desiderio di piacere agli altri, sulla speranza di esaudire le loro aspettative - o quelle che tu immagini siano le loro aspettative - e sulla paura di ricevere da loro critiche feroci.

Fidati del tuo cervello, respira e seguimi.