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venerdì 16 novembre 2012

Esiste il fascino del criminale?



 Avrai senz'altro sentito parlare del delitto di Melania Rea e della recente condanna all'ergastolo di Salvatore Parolisi, suo marito, per omicidio.

Se hai prestato orecchio a questo tremendo fatto di cronaca, forse ti sarà capitato di sentire anche delle lettere che Parolisi, sin dalle prime custodie, ha iniziato a ricevere da diverse ammiratrici e che ha continuato a vedersi recapitare, ricorrendo anche a stratagemmi per comunicare con l'esterno, in barba ai provvedimenti cautelari.

Messaggi e lettere, con frasi come sono qui che ti aspetto o ti voglio bene, che hanno fatto discutere anche della fama di quest'uomo in materia di seduzione.

Se dunque sei al corrente di questo aspetto della vicenda, è facile che ti sia chiesto ma chi sono queste donne che scrivono a un criminale?

Qual è il fascino di un uomo che ha ammazzato la moglie?

Che cosa passa per la testa e per il cuore delle donne che gli si dichiarano?


Prima di provare a rispondere a questi interrogativi, lascia che io ti ricordi di Renato Vallanzasca, detto il bel René, che fece battere i cuori di molte donne e che finì per sposarsi proprio con una delle sue ammiratrici.

Più o  meno negli stessi anni, accadde la stessa cosa con Angelo Izzo, autore del massacro del Circeo, anche lui convolato a nozze con una fan epistolare.

Poi c'è stato Pietro Maso, ma anche casi più recenti rientrano nella scia che porta fino alle lettere d'amore per Parolisi: ti ricordi di Erika De Nardo di Novi Ligure, per non parlare di Raffaele Sollecito o Amanda Knox?

La sfilza - composta solo dai nomi più gridati - ti assicuro è impressionante, per cui con 'sto fascino del criminale - o presunto tale - bisogna farci i conti.

Del resto, un vecchio adagio dice che i bravi ragazzi fanno solo annoiare e che le donne si innamorano di quelli cattivi.

Un luogo comune adolescenziale, dirai.

Certamente, e forse se sei donna ti ricorderai di qualche cotta giovanile per dei tipi poco raccomandabili che oggi, a vederli magari accanto a tua figlia, ti preoccuperesti non poco.

Però i dati ci dicono che una volta cresciute alcune ragazze non perdono questa sensibilità verso lo charme del cattivo.

Una sensibilità che a volte non è sempre evidente a loro stesse: capita anche che i primi contatti epistolari avvengano per ragioni di servizio o per curiosità intellettuali, così nel mondo ci sono casi di avvocati o investigatrici da una parte, e di scrittrici interessate ad approfondire il personaggio del killer dall'altra, che hanno finito per farsi travolgere dalla passione con il loro amico di penna.

Se proviamo a pensare al tipo di donna che potrebbe infatuarsi di simili personaggi, potremmo ritenere si tratti di persone che soffrono di solitudine, con un'idea poco attraente di sé, con difficoltà negli scambi sociali e quindi incapaci di trovare l'amore nel mondo reale.

Sicuramente molti aggiungeranno a queste caratteristiche altri lati negativi, come instabilità mentale, ossessioni, squilibri e qualsiasi altra tara che possa almeno giustificare un amore ritenuto quantomeno anomalo.

Ma la realtà è assai più complessa di questa equazione donne che amano i criminali=donne fuori di testa.

Innanzitutto, le autrici di queste lettere di ammirazione o d'amore provengono da ogni strato sociale, alcune di esse sono indubbiamente delle belle donne, non mancano titoli di studio anche notevoli, ma soprattutto i percorsi che le hanno condotte nelle braccia del cattivo di turno sono affatto diversi.

Per esempio, ci sono donne attiviste contro la pena di morte che prendono contatti col detenuto proprio a partire dalla lotta alla quale hanno scelto di dedicarsi.

Altre dedicano il loro tempo libero al volontariato religioso e quindi si recano nelle carceri per missione.

Solo dopo avviene l'incontro fatale.

E di che tipo d'incontro si tratta?

Quello tra una donna che può trovare interessante un uomo per motivi che esulano dalle vicende criminali (vedi il caso di Parolisi che fa strage di cuori con gli occhiali da sole, le camicie aperte sul petto o la divisa), e un uomo che chiuso in galera ha moltissimo tempo da dedicare allo scambio epistolare con questa donna.

Spesso, il regime carcerario impedisce ad alcuni condannati di avere contatti, perciò la partecipazione nella scrittura delle lettere s'intensifica.

È esattamente lo stesso meccanismo delle chatline di una volta e dei social network di oggi, con relazioni virtuali a colpi di messaggi che tuttavia riescono ad assorbire chi le vive come e più di un rapporto reale.

Molto probabilmente, questi uomini:

  • non usciranno presto dal carcere - o forse mai - rendendo quindi altamente improbabile la trasformazione dell'infatuazione iniziale in un rapporto di routine, banco di prova dell'amore
  • non uscendo dal carcere, ci saranno scarsissime probabilità che questi uomini - se davvero criminali - mostrino alle loro donne, o sulla loro stessa pelle, di che cosa sono capaci di fare, restando sempre nella loro mente degli uomini capaci di grandi slanci romantici che inspiegabilmente la società sta condannando
Agli occhi dell'innamorata, poi, riesce facile minimizzare gli evidenti aspetti negativi di detti uomini, soprattutto nella prima fase della relazione, in cui ogni istante e ogni pensiero per l'altro si vive con un coinvolgimento totale.

Può anche darsi, dopo tutti questi fattori, che ad alcune donne piacciano proprio anche i lati più brutali, ma come hai potuto vedere, anche senza questi, la scintilla può scattare facilmente e la fiamma può tenersi accesa senza troppi sforzi.

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