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venerdì 18 novembre 2011

Una vita felice in quattro mosse

Un piccolo tetralogo buttato giù su un bloc notes.

Come tutti, anch'io ho bisogno di fare la summa ogni tanto dei miei valori, concetti, linee guida.

Spero possa suggerirti qualcosa di nuovo o di diverso, per vedere con altri occhi e capire un po' di più te stessa o te stesso.




  1. Amore: col passare degli anni penso sempre più decisamente che l'amore sia un dovere. Molte persone si struggono nella prigionia di un'idea pseudo-romantica dell'amore, cioè quella specie di passione che si accende diosolosacome dentro - dentro dove però non si sa - e che diosolosaquando potrebbe anche svanire all'improvviso. Invece per me, amore è volere il bene dell'oggetto del nostro amore. Quindi è un impegno, e se sono adulto a sufficienza dovrei sapere che se prendo un impegno devo mantenerlo, altrimenti meglio "disimpegnarsi". Corollario importante: se amare vuol dire volere il bene dell'oggetto amato, amare gli altri mettendo sé stessi agli ultimi posti è una contraddizione enorme. come disse quel tale, ama il prossimo tuo come te stesso. Il te stesso è il parametro di riferimento per giudicare come devi amare gli altri, ergo devi prima amare - cioè volere il bene di - te stesso.
  2. Priorità: noi non possiamo dire, fare e pensare tutto nello stesso momento e neppure nella stessa fase della vita. Avere delle priorità significa stilare una classifica temporanea e finalizzata all'efficienza di tutto ciò che ci tocca o vogliamo fare. In ogni frangente della nostra esistenza ci saranno sempre cose che è necessario fare costantemente e cose che si possono fare saltuariamente. Le prime vanno fatte per scongiurare conseguenze più pesanti (dal fare un po' di pulizie ogni giorno ed evitare di doversi "smazzare" nel fine settimana, al fare una carezza al proprio partner ogni giorno ed evitare di arrivare con un carico di carezze arretrate e scoprire che il partner non le vuole più), le seconde vanno fatte se aggiungono piacere alla vita determinata dalle prime. Sì ai lussi, a patto che non prendano il posto delle basi.
  3. Imparare: non c'è nulla che non si possa imparare. Questo, che per molti è un motto rassicurante e quasi una giustificazione agli sbagli, in realtà ci dice che tutto va imparato. No all'improvvisazione e all'arrangiarsi. Dal cucinare al saper dire le cose con le parole. Dal guidare l'auto al sesso. Dall'arte di raccontare una barzelletta a quella di ascoltare un amico in difficoltà. Imparare vuol dire migliorarsi, cioè una delle poche cose che danno senso alla vita. Non ha senso voler fare l'artista partendo dal cubismo se non sappiamo fare un ritratto, e Picasso, con i suoi periodi rosa e blu, l'ha ampiamente dimostrato.
  4. Conoscere: la conoscenza è l'unica garanzia per far funzionare le cose nella tua vita. Non devi solo sapere dell'esistenza di qualcosa. Non devi solo saperla raccontare a qualcun altro. Devi saperla usare. Qualsiasi cosa. A differenza del punto 3, imparare, che è anche un divertimento, conoscere è un imperativo. Se vuoi una vita felice, dev'essere una vita in cui ti elevi al di sopra di ciò che sei adesso. Anche nel non fare, anche nello sprofondare nell'ozio. Conoscere significa essere disposti a fare spazio al mondo dentro di sé e a trasformarci di conseguenza.
Tutti e quattro i punti richiedono o determinano la presenza di un quinto elemento fondamentale: il coraggio di fare.

Non aspettare di averlo, scopri che c'era già quando compi questi quattro passi.

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