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giovedì 7 luglio 2011

La morte del pensiero laterale - Seconda parte

Ti interessa leggere anche La morte del pensiero laterale - Prima parte?

Hai mai visto questo disegno?

Si tratta di uno degli enigmi più sfruttati nella storia della formazione alla creatività e al pensiero laterale che si ricordi, perché quando viene proposto e dimostrato sortisce lo stesso effetto di un gioco di prestigio.


Funziona così:
  • prendi un gruppo di persone disposte a farsi insegnare qualcosa da te
  • dai loro l'immagine dei nove punti che vedi nella foto senza la linea in grigio o fagliela disegnare
  • chiedi loro di collegare i nove punti usando al massimo quattro tratti di penna e senza mai staccarla dal foglio
  • fai il classico sorrisino di chi la sa lunga
  • quando sono al massimo dello sconforto, disegna davanti a loro la soluzione
  • aspetta che l'eroe di turno ti dica ah! ma tu non ci hai detto che potevamo uscire fuori dai nove punti!
  • rispondi con sufficiente crudeltà ma io non ti ho detto che non potevi!
 IL gioco può finire qui perché tutti capiranno dall'esperienza che per trovare nuove soluzioni bisogna pensare fuori dai limiti, oppure - se proprio non ci arrivano - puoi dirglielo tu.

Ma è proprio vero che basta avere il permesso di pensare fuori dai limiti per risolvere simili arzigogoli?

E poi, una volta stabilito questo presupposto, i successivi enigmi che proveremo a risolvere saranno frutto di una illuminazione da pensiero laterale o una ricerca razionale basata sulla conoscenza di regole, tra cui quella di pensare anche al di fuori dei limiti?

Cioè, se ti danno da fare le operazioni di aritmetica, di solito tu immagini che 2 + 2 farà 4, ma se tu avessi l'espressione 5 x (2 + 2) = 0, e io ti dicessi che "ogni tanto" il segno + può "anche" significare sottrazione, tu risolveresti senza dubbio il problema, senza usare minimamente alcun pensiero laterale, bensì applicando le regole date.

Siamo di fronte a un caso di costruzione di una realtà: l'esperimento dei nove punti, usato ormai da anni, funziona, cioè risulta sensazionale, se eseguito secondo il copione illustrato in alto, altrimenti torna a essere un normale problema logico.

Ma c'è di più: lo psicologo Robert Weisberg, studioso di creatività, riferisce di esperimenti nei quali l'enigma dei nove punti è stato somministrato dando ai partecipanti la regola nascosta sin dall'inizio.

Solo il 20-25 % è riuscito a risolvere il problema, e non con una illuminazione, ma scarabocchiando pile di fogli, a caccia dello scarabocchio giusto.

La percentuale di successo è salita leggermente quando al gruppo di partecipanti è stato somministrato un training con problemi simili ma più semplici, tuttavia senza raggiungere percentuali altissime.

Cosa c'insegna tutto questo?

Che la relazione fa da padrona in tutte le nostre esperienze di vita.

Quando ti somministro un giochino come l'enigma dei nove punti, c'è un accordo tacito tra noi in cui tu ti fidi del fatto che io ti darò tutto quello che ti serve, tu vuoi affidarti, non vuoi pensare che io ti sto fregando.

Vuoi che tra noi ci sia fiducia.

Essere bravi nel pensiero laterale equivale allo stare sempre in guardia perché da qualche parte si cela il trucco.

Apprendere a non fidarci mai, acuisce le nostre capacità individuali di sopravvivenza ma uccide la nostra capacità di costruire comunità affidabili.

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