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lunedì 14 aprile 2014

Le diete della mente

Forse è ancora un po' presto, ma l'ondata di caldo e di giornate praticamente estive ha già fatto uscire di casa i tanti cercatori-di-forma-fisica-dell-ultimo-minuto, che si vedono corricchiare e pedalare a orari persino improbabili.

E anche chi non esce a sgobbare e sudare, si porrà senz'altro il problema del calo del peso in vista della prova costume, ovviamente cercando e provando a seguire una... dieta.

A pensarci bene, l'unico metodo per non fallire una dieta è inventarla.

Poiché è molto difficile attenersi scrupolosamente a regimi restrittivi e a cambiamenti radicali d'abitudine, non è un mistero che la maggior parte dei tentativi di mettersi a dieta e dimagrire falliscano.

Invece, se sei tu l'inventore della dieta che proponi agli altri, l'incentivo a seguirla e il disincentivo a fare strappi rendono molto più facile la perseveranza.

Perché chi propone agli altri una dieta non sta solo facendola e quindi perdendo peso.

Sta anche costruendo il senso del suo stesso valore.

L'identità stessa di questa persona si baserebbe sul successo o sul fallimento del regime dietetico.

Se solo smettesse di praticare la dieta che predica, la ciccia aumenterebbe mostrando a tutti la sua ipocrisia.

E se la dieta non funziona, come minimo verrebbe tacciato di ciarlataneria.

In realtà, questo meccanismo funziona per tutte le forme di autodisciplina.

Ed è giusto che sia così.

Gli allenatori, i personal trainer sono ben motivati a tenersi in gran forma, perché il loro corpo è l'anima del loro commercio.

Lo stesso vale per chi insegna a vestirsi, a parlare in pubblico, a fare business.

La domanda è se in questo meccanismo rientrino anche gli psicologi e tutti i professionisti dell'aiuto.


Tutte professioni nelle quali c'è qualcuno che tenta di trasmettere a qualcun altro una disciplina personale, una via d'accesso alla gestione della psiche, della mente, della persona, e lo fa proponendo la sua stessa incarnazione.

La professione di psicologo, psicoanalista e affine esiste da poco più di un secolo, ma la sua funzione è stata ricoperta sin dagli albori da altri ruoli sociali.

Il clero, gli astrologi, i profeti, e ogni tipo di moralizzatori ne hanno fatto le veci.

Persino i post dei blog che si occupano della materia finiscono a volte per somigliare a dei sermoni.

Una gran parte di coloro che affrontano la strada professionale della psicologia, lo fa per ragioni personali.

Come gli inventori delle diete, lo fanno perché aspirano a trasformare qualcosa di sé.

Altrettanto vero che chi esercita questo tipo di professione è a volte stravagante, altre volte stranamente troppo pacato.

Se sia la professione a renderli così o se l'abbiano scelta per aggiustare questi tratti personali è una questione sempre aperta.

Ma è la questione sulla quale i destini degli inventori delle diete e degli strizzacervelli si dividono.

Se osserviamo gli antesignani delle professioni della mente, come quelli che ho citato prima, non ce la passiamo bene: l'ipocrisia, la falsità e l'inganno deliberato da parte di clericali, sedicenti maghi e compagnia bella sono tristemente note.

Sono così anche gli psicologi, gli psicoanalisti, i psicoterapeuti, i counselors?

Tutti parlano del percorso giusto da seguire, e lo fanno con convinzione e in modo convincente.

Il bello è che convincono innanzitutto loro stessi.

L'assunto di partenza del paziente, e quello apparente del professionista dell'aiuto, è che quest'ultimo sta facendo o ha fatto già lo stesso percorso di cui parla.

L'assioma è che sia il primo a seguire i suoi stessi consigli.

Questo implica, in maniera altrettanto tacita, che il professionista della mente sia un sano curatore di persone da curare in cerca di salute.

Ed è qui che il parallelo con la dieta vera e propria salta.

Chiunque può testare se l'inventore della dieta, l'allenatore, il formatore di buon gusto, di public speaking e quant'altro sia un contaballe o meno, osservando rispettivamente eventuali rotoli, flaccidità, trasandatezza o fluidità nel parlato.

La prova che essi seguono il percorso che predicano di seguire sta nella loro stessa presenza, e se non uscissero di casa non si potrebbe constatare.

La caratteristica che li identificherebbe come dei seri professionisti non si perderebbe comunque al chiuso delle loro case.

Fare questo stesso test per un professionista della mente non è così semplice.

Lo psicologo, il terapeuta e tutti gli aiutanti possono atteggiarsi come se incarnassero il percorso da loro indicato, per poi smettere di farlo quando nessuno li vede.

Possono parlare di ciò che professano senza professare sempre ciò di cui parlano.

Inoltre, mentre è evidente a tutti se l'inventore della dieta sia già dimagrito, e quindi nella posizione di insegnarlo agli altri, da che cosa si dovrebbe capire se lo psico-qualcosa è già guarito, e quindi nelle condizioni di occuparsi di chi ha bisogno d'aiuto?

Fino a che punto le parole e l'atteggiamento dello psico-qualcosa diventano un sostituto della sua persona, qualcosa che può dire e mostrare senza per forza esserlo?

Trovare la dieta giusta per alleggerire la mente non è affatto facile, perché non esiste bilancia tanto precisa in grado di misurarla in maniera inconfutabile.

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