Pagine

giovedì 15 aprile 2010

Spiegare la realtà: la dissonanza cognitiva e il rasoio che non taglia


Il filosofo Guglielmo di Ockham raccomandava col suo "rasoio" di spiegare i fenomeni scegliendo le spiegazioni meno complesse.

Più di seicento anni dopo, gli esperimenti di Alex Bavelas hanno definitivamente dimostrato che del rasoio di Ockham noi esseri umani proprio non sappiamo cosa farcene.

Così se c'è una cosa molto naturale per noi è inventare le spiegazioni più complicate pur di far quadrare l'immagine che abbiamo del mondo.

Cambiare - soprattutto cambiare idea - sembra davvero arduo per la nostra specie.

Se due o più concetti non quadrano tra loro, il fastidio che ne nasce è tale da indurre le persone a modificare gli stessi concetti finché il fastidio prodotto dal loro contrasto non si attenua.


Fu Leon Festinger a introdurre nella psicologia sociale il problema della dissonanza cognitiva, ossia l'insieme di elaborazioni mentali che ogni individuo compie per accordare le diverse immagini di sé stesso e del mondo che lo abitano.

La dissonanza può essere logica, due ragionamenti si contraddicono e allora noi ne modifichiamo uno o entrambi pur di creare tra loro consonanza.

Oppure può essere temporale, e quante volte cerchiamo di conciliare ciò che siamo stati in passato con ciò che oggi pensiamo di essere.

Ma c'è anche una dissonanza culturale, quando adottiamo alcuni costumi e ne rifuggiamo altri, costruendo la nostra dimensione culturale personale.

Ma torniamo ad Alex Bavelas.

Nei suoi geniali esperimenti chiedeva a due persone di trovare secondo quale regola erano state composte alcune serie numeriche.

I due soggetti non potevano comunicare tra loro.

Al primo venivano segnalate le risposte giuste tramite l'accensione di una lampada.

In breve tempo il primo soggetto era in grado di dare risposte giuste in percentuale considerevole.

Al secondo soggetto invece veniva fatto uno "scherzetto" di quelli che tanto piacciono agli sperimentatori: la sua lampadina era semplicemente collegata a quella del primo soggetto, per cui tra l'accensione della luce - legata alle risposte del primo soggetto - e le risposte effettive che egli stesso dava non c'era alcun nesso.

Finita la prima fase dell'esperimento, ai due soggetti veniva chiesto di spiegare la regola da loro desunta, l'uno in presenza dell'altro.

La spiegazione del primo soggetto risultava quasi sempre semplice e articolata in poche proposizioni.

La spiegazione del secondo soggetto - quello sottoposto allo "scherzetto" - era un arzigogolo di frasi che si arrampicavano dappertutto pur di far quadrare una spiegazione impossibile.

Ora, direte voi, stando l'uno in presenza dell'altro, il secondo soggetto dopo aver ascoltato al spiegazione più semplice e chiara del primo soggetto avrebbe dovuto ricredersi.

E invece che ti fa?

Egli, racconta Bavelas, integra le informazioni tratte dalla spiegazione del primo soggetto nella sua - la spiegazione impossibile - ma non mostra mai il benché minimo dubbio che la sua teoria sia fallace.

Festinger ci ha detto proprio questo: pur di non cambiare idea, gli esseri umani invece di cambiare le proprie teorie, adattano alle teorie che già hanno tutte le informazioni successive, comprese quelle che potrebbero smentirle.

Potrà sembrare pazzesco, ma non è ancora finita.

Se finora avete fatto il tifo per il primo soggetto, sappiate che quest'ultimo, ascoltando l'assurda teoria del secondo soggetto, finiva per cambiare idea e cominciare ad adottare la spiegazione dell'altro.

Quando Bavelas cercava di farsi dire dal primo soggetto perché mai cambiasse la sua spiegazione così funzionale questi rispondeva che gli sembrava troppo semplice, e che una teoria in genere è molto più articolata!

Capito come funziona la nostra mente?

In questi esperimenti si riproduce quel processo di lettura della realtà che eseguiamo quotidianamente più e più volte con il solo scopo di tenere in equilibrio le informazioni che arrivano dall'esterno con l'immagine del mondo conservata all'interno.

Quindi:
  • per cambiare idea bisognerebbe imbattersi in una nuova spiegazione e non soltanto in nuove informazioni
  • tra due spiegazioni tendiamo a preferire la più complessa e a scartare la più semplice
E il rasoio di Ockham?

Ha perso il filo.

Nessun commento:

Posta un commento