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venerdì 9 aprile 2010

Cancellare i ricordi: e poi?


Da un post all'altro
Cancellare i ricordi: sogno o realtà? è uno dei post più letti di questo blog e da tempo meditavo di aggiungere alcune considerazioni.

Mi sembra uno scenario molto suggestivo: intervenire direttamente sulla memoria e modificarla, ma poi?

Quali cambiamenti possiamo immaginare nella persona la cui memoria viene alterata?

E tutti coloro che avevano e continueranno ad avere a che fare con essa subiranno conseguenze da questa trasformazione dei ricordi?

giovedì 1 aprile 2010

Linguaggio non verbale: silenzio, parla il corpo!


In un recente spot pubblicitario di un farmaco da bancone, il testimonial alla fine dice che il medicinale potrebbe avere effetti collaterali indesiderati, una cosa non proprio divertente, ma mentre parla sfoggia un sorriso deciso da top manager e accentua con fare assertivo il minaccioso messaggio.

A parole dice una cosa, ma con il corpo e con la voce la contraddice.

Ora, è vero che il foglietto delle indicazioni di un medicinale si chiama bugiardino, però non avrebbero dovuto prenderlo alla lettera...

Da un simile filmato ci si rende conto di quanto il linguaggio verbale e non verbale siano intrecciati nei messaggi che ci mandiamo, l'uno sostiene l'altro e appena uno dei due cade in fallo ecco che il messaggio "stona" e noi sentiamo qualcosa che non quadra.

Il linguaggio non verbale addirittura è protagonista di una serie televisiva di successo, Lie to me, in cui gli agenti di un'agenzia investigativa scoprono verità e falsità degli indagati analizzando il loro comportamento in termini di prossemica, cinesica e semiotica e pare che gli autori si siano ispirati al lavoro di Paul Ekman, lo psicologo "inventore" del FACS, il Sistema di Codifica delle Espressioni Facciali.

venerdì 26 marzo 2010

Come inventare la verità e crederci



Che cos'è la verità?
Il video esprime in poesia il messaggio di questo post, perciò se non avete tempo o voglia di leggere...

A sentire Giambattista Vico verum ipsum factum, ossia la verità è ciò che noi stessi fabbrichiamo e non avrebbe alcun senso cercare una verità indipendente da noi.

Ma dopo più di tre secoli e il contributo del costruttivismo radicale sono ancora in tanti a pensare che esista "la" verità.

venerdì 19 marzo 2010

Placebo ed etica: scomode domande per una scomoda questione


Il placebo funziona veramente?
Faccio questa domanda in modo pretestuoso: non sono certo io che devo dimostrare l'efficacia dell'effetto placebo nelle sperimentazioni che, attualmente, si assesta intorno al 30-35 % dei casi.

Faccio un'altra riflessione a partire dal principio omnis determinatio est negatio, reso celebre da Spinoza ma che ha radici ben più remote.

Che il placebo funzioni, dopo tutto, ci può stare.

Ma nessuno riflette sul fatto che in tutti i casi in cui esso funziona è la medicina tradizionale a non funzionare.

Certo, dimostrare che i farmaci veri avrebbero danneggiato i soggetti ai quali è stata data la pillola zuccherina non è facile.

Ma qualche indizio ci viene da un altro effetto, complementare al placebo, chiamato appunto nocebo, quando il finto farmaco danneggia il paziente in genere a causa di un cattivo rapporto tra le due parti in causa o per aspettative negative.

I due effetti, se integrati, ci dicono qualcosa che è più importante della loro somma: il rapporto medico-paziente si gioca sul piano della comunicazione e dell'apprendimento, e come tutte le questioni legate a questi due fattori pone problemi etici.