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giovedì 3 settembre 2015

Una buona ragione per investire nelle relazioni

Ti piacciono i gatti?

Io ne ho tre, e quando mi chiedono com'è stato e com'è realmente avere a che fare con loro e gestirli, mi accorgo che a pensarci e a raccontarlo sembra un impegno enorme - fanno danni in casa, sono da sterilizzare, col caldo possono arrivare le pulci, ammazzano altri animali e per di più te li portano in casa e così via - ma che poi, in questi cinque anni di convivenza, giorno dopo giorno, io non ho percepito realmente tutto questo peso che vado raccontando ed elencando.

Anche nelle relazioni umane assistiamo a un fenomeno simile: esistono una serie di noie in ogni tipo di relazione, che possiamo più o meno pensare di accettare in base alla nostra disponibilità al compromesso, e che una volta vissute si riescono ad attraversare meglio di quanto si potesse immaginare.

Il primo punto è proprio questo: se è giusto, prima di una qualsiasi relazione umana, chiedersi se siamo disposti ad accettare gli eventuali e inevitabili compromessi che implicherà, è altrettanto vero che essi ci sembreranno più gravi prima di intraprendere realmente quella relazione.


Le persone spesso si pongono degli standard, e inevitabilmente trasformano ogni incontro umano in una caccia a quei segni per scovare le mancanze dell'altro, perché sono terrorizzate all'idea di impegnarsi con qualcuno al di sotto dei loro standard.

Agli occhi di una persona simile, chi è già coinvolto in una relazione sembra apparentemente solo più fortunato ad aver trovato qualcuno che corrisponde abbastanza ai suoi standard, ma non è detto che sia così.

C'è la seria possibilità che invece, una volta entrati in pieno in una relazione, provando ad assumersene l'impegno, questa caccia a trovare le mancanze diminuisca inevitabilmente, perché si passa dal chiedersi sarò in grado di valutare se l'altro corrisponde ai miei standard al domandarsi come posso far funzionare questo rapporto.

Una volta dentro, abbiamo una ragione pratica per mettere in atto un'insensibilità strategica e mirata alle imperfezioni, a certe mancate corrispondenze, ora ricorrendo all'umorismo e ora alla distrazione.

In pratica, minimizziamo i costi e massimizziamo i benefici, evitando di concentrarci in maniera spasmodica sui difetti della relazione, magari valorizzando i pregi.

Soprattutto, dall'interno di una relazione si percepisce una misura differente per tutte quelle cose che ci sembravano enormemente fastidiose prima di entrarci.

Ci sono tutta una serie di piccole cose che realmente continuano a non piacerci anche una volta assunto un impegno con qualcuno (i gatti, i figli, il partner, gli amici ecc.), ma si rivelano nella loro piccolezza, mentre magari prima di metterci piede parevano montagne.

Quanti di noi hanno vissuto di persona o hanno sentito raccontare l'antipatia per qualcuno appena presentato e che poi il caso ci ha permesso di vedere più da vicino e addirittura stringendoci un legame?

Sembrerebbe contraddittorio, invece non solo può nascere una relazione umana anche con coloro che, al primo impatto, escluderemmo totalmente, ma il bello è che l'antipatia o il difetto che scorgevamo durante le prime volte non scompare affatto, semplicemente si rivela meno grave per noi, e se ne comprende l'intima connessione con la persona stessa e la relazione stessa.

Analogamente, tutti conosciamo quanto sia faticoso l'allevamento dei figli nei primi mesi, perché curarli sconvolge addirittura i nostri ritmi vitali, togliendoci o scombussolando i nostri tempi per nutrirci, rilassarci e dormire.

Vista così, la genitorialità sembra un incubo.

Eppure, una volta al cospetto dei pargoli, in qualche modo si fa fronte alla fatica, che non scompare, ma non sembra più così insostenibile, e ancor più che nelle altre relazioni umane - dalle quali si potrebbe sempre svincolarsi - nel caso di un bambino da crescere si guarda all'importanza e alla bellezza della relazione in sé, che coincide con l'aver creato addirittura una vita.

Il compromesso non è altro che darsi il tempo per andare a vedere quanto realmente pesano certe caratteristiche, e scoprire che possiamo tollerarle mettendo in atto diverse strategie.

Se si continuasse, all'interno di una relazione, a stigmatizzare di continuo ogni magagna il costo sarebbe insostenibile, per questo, nelle relazioni già avviate, quando qualcuno comincia a mal tollerare ciò che aveva ben tollerato fino a poco tempo prima, probabilmente è in atto un distacco dalla relazione, perché solo il distacco permette di vedere di nuovo tutti i difetti, e di sentirli di nuovo gravosi.

Questo meccanismo si spiega con il funzionamento dell'attenzione, il nostro basilare processo mentale.

Poiché il cervello non può gestire tutto ciò che arriva attraverso i sensi, si serve dei processi mentali per selezionare la quantità di cose di cui occuparsi di volta in volta.

Se in noi sorge un bisogno, l'attenzione ci porterà a drizzare le antenne verso tutte le possibilità di soddisfare quel determinato bisogno.

Una volta trovata la possibilità idonea, e soddisfatto il bisogno in questione, non continueremo ad avere l'attenzione rivolta a esso, ma immediatamente la nostra attenzione si rivolgerà a ciò che potrà soddisfare nuove esigenze, che è un po' ciò che accade quando desideriamo tanto qualcosa che poi, una volta ottenuta, sembra addirittura meno desiderabile, oppure quando temiamo di trovarci in una certa condizione per poi scoprire che non stiamo a pensarci ogni momento.

Per esempio, chi si trova in condizioni di forte indigenza, privazione o menomazione - condizioni che a pensarci lo terrorizzavano - in realtà non pensa in ogni momento alla sua situazione, e riesce quasi sempre ad adattarsi a un nuovo funzionamento.

Tra il prima e il dopo sembra ci sia una sorta di varco, da una dimensione all'altra.

E ciò che può accadere, una volta passata la soglia, sembra impensabile finché non si prova davvero a superarla.

Prima di compiere qualsiasi passo, la domanda su che cosa potrà succedere ci inganna, fornendoci migliaia di risposte possibili ma nessuna con la garanzia di certezza.

Invece, una volta compiuto il passo, le risposte si riducono immediatamente alla sola nella quale ci troveremo.

La ragione per cui vale la pena impegnarsi ed entrare in relazione è che l'investimento iniziale, la domanda, è una, e i costi, le risposte, si riveleranno sempre inferiori a quelli immaginati, aprendo la possibilità a nuovi investimenti.

Perché il segreto non è cercare la risposta giusta, ma ottenere sempre nuove domande.

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