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domenica 12 febbraio 2012

San Valentino: quale amore festeggi?



La psicologia e le scienze sociali si sono occupate, a ragione, anche del più nobile dei sentimenti che, proprio in questi giorni, vede ricorrere il giorno dell'anno assegnati agli innamorati di tutto il globo: San Valentino.

Che cosa dicono gli strizzacervelli a proposito dell'amore, di come funziona, come si sviluppa e - ahinoi - come può finire?

Quali sono i fattori costituenti e determinanti del più agognato dei desideri, amare?


Anatomia dell'amore
A grandi linee, il fenomeno dell'amore è suddiviso in tre componenti:

  • desiderio sessuale
  • romanticismo
  • affetto
Il desiderio sessuale scaturisce dall'attività dell'ipotalamo, responsabile di altri desideri fondamentali, come la fame e la sete.

Sono gli ormoni ad accendere le giuste reazioni fisiologiche e a favorire l'unione dei sessi.

L'aspetto romantico dell'amore, cantato da poeti e artisti, è quello che ci fa commettere sciocchezze e imprese eroiche, tipiche della persona follemente innamorata.

Fare chilometri pur di vederla, lottare contro tutto e tutti per non farsi dividere, resistere alla fame e alle veglie per tener fede alla propria metà sono comportamenti frequenti nei primi tempi di un amore romantico.

Ma da dove deriva tutta 'sta forza?

Principalmente, nel cervello dei neoinnamorati si accende l'accumbens nucleus, lo stesso sistema neuronale che si attiva con la cocaina, generando capacità di azione e reazione abnormi.

Inoltre, il livello di dopamina cresce mentre cala sensibilmente la serotonina, ormone che scarseggia di solito nei casi di disturbo ossessivo compulsivo, depressione, ansietà, con una sintomatologia di irrequietezze e ricerca spasmodica di qualcuno o qualcosa, non molto distante dai comportamenti dell'innamorato "pazzo".

La componente degli affetti è favorita da ormoni "calmanti" (ossitocina e vasopressina), anch'essi curiosamente regolati dall'ipotalamo, che quindi "accende e spegne i nostri spiriti" autoregolandosi.

Regalale un Rubin
Non è un invito ad acquistare gioielli, mi riferisco invece alla teoria di Zick Rubin, che vede l'amore come la risultante di attaccamento, cura e intimità.

Par attaccamento s'intende lo scambiarsi e il ricevere cure reciproche.

Il prendersi cura equivale al considerare i bisogni e gli obiettivi del partner come fossero propri.

L'intimità è lo spazio di condivisione di progetti, desideri e bisogni sessuali.

Rubin elaborò un test per valutare le attitudini verso l'attrazione e l'amore (liking e loving), con ventisei affermazioni nelle quali bisognava inserire il nome del reale o possibile partner, con lo scopo di stabilire se fosse vero amore o, come diceva Troisi, solo "un calesse".

I colori dell'amore
All'inizio degli anni settanta del Novecento, John Lee, con un'abduzione abbastanza frequente nelle scienze sociali, pensò che la teoria dei colori primari e secondari avesse una sorella gemella, un'altra teoria fatta di elementi primari e secondari, per classificare proprio il più colorato dei sentimenti: l'amore.

Invece del giallo, del ciano e del magenta, nella teoria dei colori amorosi di Lee troviamo i tre stili: desideroso (eros), giocoso (ludos) e collaborativo/amichevole (storge).

Come nella teoria dei colori, quando i tre stili si combinano a due a due danno vita ad altri tre sottotipi: amore ossessivo (o mania, unione di eros e ludos), amore pratico e realistico (chiamato pragma, frutto di eros e storge) e amore altruistico (classicamente battezzato agape, figlio di eros e storge).

E tu, che tipo di amore preferisci?

Condividi nei commenti le tue idee e la tua esperienza.

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