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giovedì 9 settembre 2010

La via della chiarezza - Prima parte


Sgombrare la via
Inizia da qui un viaggio in tre tappe sulla via della chiarezza.

Non ci rendiamo conto di quanto sia importante tenere "pulita" la nostra mente finché un bel giorno ci svegliamo senza avere la minima idea del prossimo passo da compiere, e ci sembra di brancolare nella nebbia più fitta.

Non è affatto divertente la morsa dell'incertezza, e a chiunque può capitare di inciampare nella confusione e di annaspare cercando di venirne fuori, con un crescente senso di frustrazione.

Ma perché invece a volte ci sentiamo abitati da un sorprendente senso di pace, di calma?

A cosa dobbiamo prestare attenzione per acquisire maggiore consapevolezza di queste due condizioni - confusione e chiarezza - e tenerci in equilibrio?

Sicuramente le domande.

Direi che la differenza principale è questa: la confusione è il segnale di una domanda che sorge dentro di noi e che spinge violentemente per essere ascoltata, mentre la chiarezza è il risultato della risposta  a questa domanda, ma si tratta di una risposta che nasce da noi, dal nostro interno, non è data da altri - e come potrebbero conoscere le risposte alle nostre domande? - né trovata nei cioccolatini.

Più precisamente, la chiarezza arriva quando riconosciamo quel tipo di risposta e buttiamo tutte le altre, arrivate dall'esterno.

Il percorso che ti propongo si articola in tre tappe, ma se dovessi riassumerlo in una frase direi: dar voce alla nostra saggezza interiore.

C'è una parte saggia, sincera, senza fronzoli e senza peli sulla lingua, dentro di noi, alla quale non sempre permettiamo di esprimersi - come facciamo con chi ci vuole "sbattere" troppe verità in faccia - perché altrimenti saremmo costretti a sentire quanto è faticosa la strada della chiarezza con noi stessi.

Come l'oistros, l'estro di Socrate, il nostro saggio interiore ci pungola per non farci adagiare nella nostra piccolezza.

Con questo saggio interiore dobbiamo fare amicizia.

Con la chiarezza dobbiamo vestirci ogni giorno.

Il viaggio comincia.


Dirimere la folla
Puoi mai sentire qualcuno parlare se intanto altri cento intorno parlano nello stesso momento?

A scuola, a volte, propongo ai più piccoli un esperimento: stare in silenzio un minuto, poi per il minuto successivo ognuno dovrà bisbigliare - non ho detto urlare, eh? - all'orecchio del compagno quello che vuole, anche una tabellina.

Il risultato è che quel minuto di bisbigli, a confronto con i sessanta secondi di silenzio, rendono evidente l'impossibilità di sentire e ascoltare - che non sono la stessa cosa lo sai, vero? - senza il silenzio.

Lo stesso vale per il saggio dentro di te: e quando lo senti, se intanto altri cento pensieri stanno bisbigliando - quando va bene, perché alle volte si fanno arroganti e caciaroni - le più disparate opinioni prese chissà dove?

Questa "folla", a vederla così, sembra una massa indistinta di pensieri, ma in genere essi possono essere raggruppati in categorie.

Se conosci ognuna di esse, riuscirai a guidare i tuoi pensieri affinché si allontanino e lascino lo spazio necessario al tuo saggio interiore per esprimersi.


  • Gli obblighi: ci portiamo dentro una caterva di devo, siamo cresciuti con  consigli su come ci si dovrebbe comportare in ogni situazione per ricoprire il nostro ruolo al meglio, ma al meglio per chi? Spesso solo per gli altri e per chi ci dava quel consiglio. Attenzione: quando non sai qual è il tuo prossimo passo, invece di agire perché così si deve, è meglio che ti preoccupi di non peggiorare la situazione. Un passo indietro per poi farne due in avanti.
  • Le paure: cosa vuole questo saggio interiore? Vuole che interagiamo con gli altri, ma noi lo soffochiamo con la paura di essere rifiutati; vuole vederci propositivi, ma noi lo smorziamo con la paura di fallire; vuole esortarci a qualcosa di nuovo, ma noi ci trinceriamo dietro la paura dell'ignoto. Facci caso: ogni vuole del tuo saggio interiore corrisponde al fare un passo verso qualcuno o qualcosa, significa movimento, mentre ogni paura significa restare lì dove sei, la stasi (ma statici ci rimarremo per l'eternità, lo sai?)
  • Gli altri: non è che hai gli altri nella testa, ma le loro voci, le loro opinioni, riecheggiano tra le pareti della tua mente, zampillano ogni qual volta una minima domanda si affaccia alla tua consapevolezza. Ora, le idee degli altri non sono cattive a priori, sia chiaro, ma spesso il confronto con le persone non si gioca solo sulla qualità delle idee in ballo, ma anche e soprattutto sulla relazione in corso. Che succede se decidi di seguire ciò che ti appassiona al punto da lasciare un posto di lavoro tranquillo? Prima ancora che tu faccia un passo in questa direzione, sono sicuro che tra genitori, partner e amici stretti, le voci di almeno la metà di queste figure inizierebbero a ronzare nella tua testa biasimando il tuo sogno. A prescindere da chi abbia ragione, ciò che conta è la forza con cui queste voci si presentano nella tua mente. Se poi hai vissuto in una comunità molto coesa, con regole esplicite o implicite di lunga tradizione, potrebbe essere difficile anche per te comprendere fino a che punto ciò in cui credi è tuo.
Sgombrare la via è il primo passo verso la chiarezza, e ti aiuterà a scoprire la tua vera voce.

Alla prossima tappa...

3 commenti:

  1. Hai presentato questi steps in maniera meravigliosa. Sai che quando sento la voce del saggio mescolata alle altre, spesso mi sembra che dica cose assurde?

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  2. Non mi meraviglia: "assurdo", etimologicamente, vuol dire "dissonante", cioè fuori dal coro. Quando diciamo qualcosa fuori dal coro, i membri del coro reagiscono cercando di rimetterci in riga. Si tratta di capire se vuoi cantare col coro o tentare una carriera da "solista"...

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  3. Me lo chiedo spesso dove mi porterà, un carriera da solista. Sono contenta di aver incontrato il tuo sito.

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