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mercoledì 7 luglio 2010

Comunicazione assertiva: il piacere dell'onestà

Se è un dovere rispettare i diritti degli altri, è anche un dovere far rispettare i propri.

Lo ha detto Herbert Spencer in un'epoca in cui l'assertività forse come parola neanche esisteva.

Ma il problema di comunicare agli altri i nostri bisogni e nello stesso tempo evitare i conflitti credo accompagni gli esseri umani da tempo immemore.

Con la comunicazione assertiva è possibile farlo, ma il punto è un altro: benché l'assertività a volte si mostri come un talento innato in alcuni individui, nella maggior parte dei casi si può apprendere a essere assertivi.

La definizione più diffusa di assertività è la capacità di affermare i propri diritti e sentimenti rispettando i diritti e i sentimenti degli altri.

Poiché consente di ridurre lo stress per i conflitti con familiari, amici e colleghi, è una delle più importanti capacità che la nostra era della comunicazione richieda.

In modo onesto e sincero, la comunicazione assertiva chiarisce i nostri bisogni alle altre persone.

Equivoci intorno all'assertività
Nei corsi di comunicazione assertiva vedo persone che si alzano in piedi pronte a mettere a frutto la nuova magica abilità appresa.

Li vedi già andare con la mente da tutte quelle persone con le quali hanno conti verbali in sospeso pensando di aver trovato la formula per "dirgliene quattro" facendo bella figura.

Non ci siamo.

L'assertività ha due acerrime nemiche.

La prima nemica è l'aggressività.

Se senti aggressività non stai per niente usando l'assertività.

L'aggressivo giudica l'interlocutore e trasforma il confronto in una partita che vuole assolutamente vincere.

L'assertivo riconosce i diritti dell'interlocutore e lavora a una soluzione nella quale si vinca entrambi.

Ma c'è l'altra nemica, più sottile e subdola: la passività.

La passività soffoca la tua capacità di affermarti, per gli stessi motivi dell'aggressività.

In realtà il passivo, come l'aggressivo, pensa male dell'altro, pensa che nulla si possa cambiare, e pensa ci sia una partita in gioco, ma crede di dover ricoprire il ruolo di colui che perde la partita, e se solo ne avesse la capacità non ci penserebbe due volte a passare dalla parte dell'aggressivo.

Invece, la comunicazione assertiva rafforza i rapporti e riduce lo stress, ti fa stringere legami sinceri con le persone e ti permette di non sovraccaricarti di impegni non voluti, dicendo un no onesto e chiaro.

Vediamo come.


Cinque consigli per una buona comunicazione assertiva
  • Attieniti ai fatti - devi dire all'altra persona cosa c'è che non va in ciò che è accaduto, nel suo comportamento, in ciò che ne è derivato ecc. Nel farlo, però, non scivolare nel giudizio, evita di supporre il motivo del suo comportamento e ovviamente non dare spazio a offese, insulti, biasimo. Attenzione anche all'ironia, è una delle armi che feriscono di più.
  • Parla delle conseguenze - l'altra persona deve capire in cosa ti senti danneggiata/o, perciò non limitarti a descrivere all'altro il suo comportamento, a volte gli altri non hanno intenzioni negative nei nostri confronti, fa' loro notare però che quelle azioni ti hanno creato delle difficoltà.
  • Attenzione ai pronomi - per spiegare all'altra persona cosa non ci è piaciuto ci viene quasi istintivo iniziare a parlare dicendo tu. Però questo attacco può spingere l'altro a mettersi sulla difensiva e il confronto potrebbe trasformarsi in scontro. Prova quindi a iniziare sempre con il pronome io per condividere soprattutto il tuo stato d'animo.
  • Ascolta - non partire dall'idea che l'altra persona si sia comportata così per danneggiarti, ma ascolta le sue ragioni e fai domande, per comunicare che hai rispetto del suo punto di vista.
  • "Quando tu... accade che... e io" - usa questa formula per costruire la tua comunicazione assertiva: inizia dicendo quando tu seguito da ciò che l'altra persona ha fatto, continua con accade che seguito dalla conseguenza dannosa, e concludi con e io aggiungendo come ti senti. Se l'altra persona si è dimenticata di chiamarti, di' quando non mi chiami all'ora stabilita accade che io resto in stallo non sapendo se hai avuto un contrattempo o altro e l'attesa mi innervosisce. Se l'altra persona si esprime in modo aspro dille quando mi parli alzando la voce mi viene il dubbio che tu voglia ferirmi di proposito e questo mi fa preoccupare per il nostro rapporto.
In una parola?

Onestà, ma soprattutto verso sé stessi.

Che ne dici di provare con la comunicazione assertiva?

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