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giovedì 27 febbraio 2014

L'amore ai tempi della complessità



Com'è cambiato l'amore, in questi tempi così profondamente rivoluzionati dalle innovazioni tecnologiche, dalle rivoluzioni politiche, sociali, civili, dalla globalizzazione, in un mondo interconnesso, dove i muri faticano a stare in piedi e i dogmi a resistere al domani?

È più facile, nell'era di internet, dei social, dei viaggi, degli scambi culturali, sentirsi emotivamente e psicologicamente più liberi nei confronti dell'amore, c'è davvero più libertà nei costumi, o in fatto di sentimenti siamo rimasti ancora molto simili ai nostri antenati delle caverne?

Lo sviluppo e l'evoluzione umana sembrerebbero andare di pari passo con l'elasticizzazione delle norme sociali.

È un dato di fatto che le regole morali concernenti i rapporti amorosi abbiano sempre più allargato le loro maglie, e il divorzio è solo il più evidente dei cambiamenti in quest'ambito.

Accade per esempio che in una società ancora troppo maschilista tuttavia le mogli abbiano una libertà di vivere relazioni personali molto più ampia di quanto fosse possibile e concepibile anche solo cinquant'anni fa.

Il nostro paese, divenuto ormai meta ambita di immigrati, è anche teatro di episodi incresciosi, nei quali persone che appartengono a culture fortemente monogame e oppressive della libertà personale diventano poi protagoniste di tragedie e lutti, trovandosi in un contesto di maggiore libertà relazionale come il nostro.

Anche i rapporti extraconiugali, pur biasimati dalla vox populi, in pratica non comportano più alcun problema legale, almeno nella nostra società, e all'eventuale adultero tutt'al più tocca subire una tiratina d'orecchie.

Persino il fatto che in questa frase io abbia usato la formula rapporto extraconiugale è un segno dei tempi, e questo tipo di fenomeno non viene più denominato come tradimento o adulterio, almeno non da parte di chi osserva il fenomeno in modo neutrale, come può fare uno studioso.

Questo approccio al tema però ci fa sfuggire una innegabile verità: gli esseri umani, sin da epoche molto remote del loro sviluppo, sono sempre stati in grado di avere rapporti sessuali e amorosi con più di una persona nello stesso tempo.


Io so che tu sai che io so
La psicologia dell'adulterio è stata falsata dalla morale convenzionale, che esclude, nei paesi monogami, che l'attrazione per una persona possa coesistere con il serio affetto per un'altra. Tutti sanno che questo è falso.

Così sentenziava Bertrand Russell in Matrimonio e morale, addentrandosi in una questione altrettanto complessa dei mondi matematici da lui esplorati con grande cognizione.

Addirittura, uno dei periodi più gloriosi della letteratura italiana, ossia la letteratura amorosa del XIII e XIV secolo, emana direttamente dal fenomeno sociale dell'amor cortese, con le coppie sposate che condividevano solo nominalmente l'unione, o al massimo per procreare a fini politici, ma poi sia il marito che la moglie aspiravano, cercavano e spesso trovavano il vero o la vera compagna del cuore al di fuori della propria casa ufficiale.

Per non parlare del personaggio -  letterario prima e cinematografico poi  - dell'amante, maschile o femminile, che dalla commedia greca antica fino al cinema italiano degli anni ottanta, è stato quasi un cult.

Com'è possibile questa contraddizione, e perché le stesse persone, pronte a dichiararsi paladine dell'amore esclusivo, e fortemente avverse alla sola idea di altre relazioni al di fuori della coppia, possano poi trovarsi protagoniste di ciò che invece un attimo prima erano pronte a negare?

E com'è possibile che alcune persone si sentano così assolutamente certe che a loro non accadrà oppure che, qualora dovesse accadere al proprio partner, allora è impossibile che questi possa amare contemporaneamente più di una persona, nonostante la storia umana da sempre racconti a ciclo continuo questo film?

La contraddizione si può affrontare - sebbene non sia facile - uscendo dai confini morali ed entrando nel campo delle emozioni.

Le emozioni sono per definizione parziali ed esclusive, per questo l'essere umano, alle prese con un evento emotivamente così forte come il sentimento amoroso, può non vedere la questione in tutta la sua complessità.

Probabilmente, la prima persona a non essere in grado di spiegare che cosa succede è colui o colei che scopre di amare più di una persona.

Prima o poi l'amore arriva
Quando parliamo del sentimento d'amore e delle emozioni sconvolgenti che abitano chi lo prova, dobbiamo innanzitutto capirne la potenza.

L'amore, come una forza della natura, appare indipendentemente dalla volontà o dal comando, né va via se l'innamorato non lo vuole.

Esso è sempre più grande di chi lo vive, e molte persone potrebbero testimoniare di come sono finite ad amare qualcuno che inizialmente non avrebbero mai preso in considerazione o avrebbero addirittura evitato come la peste.

Inoltre, l'amore è libero, non si può limitare ma nemmeno costringere o corrompere: il sesso e i matrimoni possono essere oggetto di mercimonio, ma l'amore non si acquista.

E da questa emana un'ultima considerazione, cioè che l'amore non può nemmeno essere utilizzato come premio o punizione.

Tutti questi tentativi di definire l'amore, come si può vedere, esulano dalla forma sociale che esso può assumere.

Sicuramente le condizioni del contesto influenzano il modo in cui un amore può essere vissuto da un punto di vista pratico, ma non hanno nulla a che fare con la possibilità che esso possa nascere nel cuore di qualcuno.

Né ci dicono se questo sentimento debba arrivare una e una sola volta o se invece sia possibile che scoppi verso più di una persona.

Come potrebbe accadere?

L'amore complementare
Se pensiamo che l'amore per una persona si genera grazie a un certo numero e un certo tipo di caratteristiche che le appartengono, allora non è così implausibile che altre caratteristiche di altro tipo, appartenenti a un'altra persona, possano suscitare un sentimento analogo.

In questo caso, sarebbe un po' come pensare che nessuno è perfetto e che, aspirando alla perfezione, qualcuno cerchi di completare il proprio partner ideale pescando qua e là le caratteristiche desiderate.

La macchina del tempo
Un'altra cornice che renderebbe concepibile la compresenza di più amori è determinata dalla dimensione temporale.

Se è vero che il rapporto amoroso evolve e si trasforma, e che ad ogni fase è possibile vivere ed esperire emozioni e sentimenti con gradi di intensità differenti, allora una persona potrebbe vivere più relazioni ma ognuno ad uno stadio di avanzamento diverso, dall'infatuazione alla condivisione più matura, passando per tutti i gradi intermedi (ammesso che questo modello sia plausibile).

L'amore dissonante
Da un punto di vista logico non c'è nessuna contraddizione nell'ipotesi che qualcuno possa amare più di una persona alla volta.

Eppure, tutti sanno - anche solo usando il se ipotetico - quanto sarebbe contraddittoria, se non devastante, la dissonanza psicologica ed emotiva che se ne genererebbe.

Proprio perché le emozioni implicano la parzialità, ossia il preferire qualcosa e il tralasciare qualcos'altro, il delineare un'esclusività e quindi - come dice la parola stessa - un escludere il resto del mondo, immaginare il proprio partner tra le braccia di qualcun altro non può non generare emozioni penose e sentimenti di fortissimo dolore.

Naturalmente, sapere che un evento simile genera sofferenza nell'altro non è mai stato un freno, per l'essere umano.

Non deve stupire, dunque, se, dai tanti studi condotti da sociologi su questo tema, è più volte emerso come proprio coloro che vivono di fatto rapporti e relazioni amorose con più persone abbiano poi affermato che non vorrebbero mai trovarsi dall'altra parte e che per esse l'idea di dividere il proprio partner - pur essendo loro stessi dei divisi - è assurda, insostenibile e da evitare.

Il processo di rilassamento delle norme di tipo morale continuerà incessante, e tuttavia il problema emotivo e psicologico resta: così come l'amore verso una persona è di fatto parziale ed esclusivo, tali resteranno anche i colori dei sentimenti associati alla sua fine o alla sua perdita, come la gelosia, la paura, l'umiliazione e la pena dello scoprire che è toccato a noi.

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