Pagine

martedì 9 settembre 2014

Il fascino discreto dell'indifferenza

Lui ama lei, e la ama così tanto che, anche quando lei si allontana da lui per vivere la sua vita senza curarsene, lui non ne è affatto infastidito, aspetta, pazienta, è allenato a incassare da lei ogni colpo, e quando lei torna, trovandolo comunque disposto a riaccoglierla, non può fare altro che essergli infinitamente grata.

Ma c'è un altro lui che non si preoccupa minimamente di un'altra lei, al punto che, anche quando lei si allontana da lui per vivere la sua vita senza curarsene - come quella di prima - lui sa che non ne proverà alcun fastidio né mancanza, e ride tra sé, consapevole del fatto che per lui le parole e le azioni di lei in fondo non contano davvero, eppure quando lei torna, trovandolo comunque disposto a riaccoglierla - come quello di prima - non può fare altro che essergli infinitamente grata.

Due modi diversi di andare d'accordo: vero amore e vera indifferenza.

Io sarò dalla tua parte, qualsiasi cosa tu decida di fare è una bella frase, ma in quel qualsiasi possono celarsi miriadi di sfumature.

Si può essere davvero così aperti e capaci di accettare gli altri incondizionatamente?

O non sarà che la nostra capacità d'accettare è inversamente proporzionale con il grado di bisogno e di influenza che le persone hanno su di noi?


Se non hai bisogno di una persona, se il tuo benessere non dipende da ciò che pensa, dice o fa, e se in te non scatta alcuna resistenza, alcun risentimento e alcuna chiusura quando quella persona ti disapprova, vuol dire che le tue aspettative su quella persona sono basse, a volte nulle.

Qualche lustro fa, soprattutto nell'ambiente lavorativo, la mia intolleranza, la mia rigidità, e le mie aspettative erano molto alte, e questo mi portava spesso a essere scontroso, tagliente, intransigente.

Chi mi conosceva allora e mi rivede adesso mi dice che sono diventato più gentile.

Può darsi, oppure sono diventato più bravo a distaccarmi?

Sono forse solo più capace di controllarmi prima di reagire alle persone, pur continuando a trovarle a volte noiose, più rapido a chiedermi questo qui sarà una piaga?, più scaltro nel dire qualcosa di accondiscendente e poi svignarmela?

Usiamo una serie di parole, soprattutto aggettivi, che riflettono questa ambivalenza, a seconda di come ci sentiamo.

A volte il nostro atteggiamento potrà essere definito come noncuranza, mancanza di aspettative, distanza, disattenzione, indifferenza o accondiscendenza.

Altre volte, invece, quando serve a non farci sentire incongruenti, ecco che il nostro atteggiamento - nelle nostre stesse parole - diventa tolleranza, libertà, comprensione, compassione, indipendenza, vivi e lascia vivere.

La tolleranza è forse più una questione pratica che un problema morale?

Riusciresti a ignorare qualcuno che ha il potere di rovinare qualcosa nella tua vita?

Sicuramente, spesso sovrastimiamo alcune persone e situazioni, attribuendo loro un'importanza superiore a quella reale.

Ma il punto non è come stanno le cose obiettivamente, ma come le percepiamo noi stessi.

Non è forse più facile far cadere nel dimenticatoio le esperienze fastidiose o dolorose avute con persone verso le quali abbiamo praticato il classico taglio?

È paradossale, ma più abbiamo il potere di cancellare una persona dalla nostra vita, meno avremo bisogno di esercitare davvero questo potere.

Altrettanto vero il contrario: meno potere abbiamo, più dipendiamo da qualcuno, più saremo portati a tenere sotto controllo il modo in cui questo qualcuno parla o pensa di noi.

Non importa se le sue parole e i suoi pensieri contino effettivamente per noi, importa che noi lo crediamo.

Se fossimo capaci di acchiappare i nostri riflessi e le nostre reazioni automatiche, e chiederci prima di reagire ma questa cosa conta davvero per me?, allora scopriremmo che, molto più spesso di quanto potremmo immaginare, la risposta sarebbe un deciso no.

La saggezza e la pace interiore sono forse il risvolto del non curarsi più tanto di ogni moscerino che ci svolazza intorno?

È davvero l'amore che ci permette di essere così tolleranti con chi ci sta intorno, o è un traguardo che raggiungiamo imparando a coltivare una più o meno moderata indifferenza?

Nessun commento:

Posta un commento