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venerdì 11 luglio 2014

Il peccato senza la vergogna

Chi pratica la virtù solo nella speranza di acquisire una gran reputazione è prossimo al vizio.

Fu Balzac il primo a capire che il romanzo non era solo un nuovo genere letterario, bensì una lente per ingigantire, senza sconti per nessuno, la commedia che ogni essere umano mette in atto.

Oltre ai personaggi dichiaratamente viziosi, lo scrittore ne racconta altri che eccedono persino nell'essere virtuosi, mostrando quindi le conseguenze paradossalmente negative del bene.

Vuoi vedere che invece di praticare troppa virtù e ritrovarsi immersi nel peccato, conviene fare qualche passo in più nei vizi e magari cavarci qualcosa di buono?

Se è stato facile per la religione trovare il male, il negativo, nel peccato, fino a identificare il famoso eptalogo dei vizi capitali, sarebbe possibile trovarvi anche dei vantaggi?

Commettere uno di questi peccati  è sempre un male o dobbiamo augurarci delle eccezioni?

Se anche a te riesce difficile pensare che i vizi capitali non abbiano dei vantaggi, purché praticati con abilità, distinguendo l'occasione opportuna da quella gratuitamente viziosa, seguimi.


La pazienza messa alla prova
Bisogna capire quando è il momento opportuno di usare la rabbia.

Quante volte ripensi a momenti passati e ti chiedi se non sarebbe stato meglio dare spazio alla rabbia, se solo avessi potuto avervi accesso?

Invece di rivoltarla all'interno, ti sarebbe stato utile mostrarla anche al di fuori.

Se la rabbia è la reazione a un danno, alla persona o a una collettività, allora essa serve e come a ristabilire dei sani confini.

Penso a tutte le volte che, durante il lavoro a scuola, una piccola e controllata manifestazione di rabbia riesce a mettere a posto qualche studente che perde la bussola del rispetto del gruppo.

In un certo senso, l'espressione della rabbia è un training faticoso ma necessario per imparare a manifestare la propria fermezza quando serve.

La miseria teme la miseria
Anche l'avarizia può trovare il suo spazio, nella nostra vita.

Dobbiamo avere cura del nostro denaro, rispettare il valore delle cose, pretendere il giusto prezzo per il nostro lavoro.

Genitori e nonni trovano grande piacere nell'elargire a fondo perduto ai loro figli e nipoti, e certamente a volte l'affetto passa attraverso queste donazioni.

Tuttavia, essi possono sfruttare l'occasione per incoraggiare all'indipendenza i ragazzi, proponendo loro di svolgere dei piccoli compiti in cambio di ricompense.

Pigro, come un gatto e di più
Per chi come me scrive, e ha bisogno di tempi di sedimentazione lunghi e tranquilli, la pigrizia è una mano santa.

Proprio nel pieno del tempo libero, sotto una doccia senza fretta, tra un passo lento e l'altro ancor di più, gironzolando a pedali, sfogliando libri senza per questo leggerli, o anche soltanto nel più classico dei sogni a occhi aperti, le idee arrivano limpide e folgoranti.

Non solo le idee creative e artistiche, ma anche le soluzioni a problemi datati, le risposte a domande messe nel cassetto, le intuizioni per migliorare qualcosa della vita di tutti i giorni.

Quando molli, è la vita che ti tira a sé.

E salirò, salirò...
Che cosa succede esattamente tutte le volte che ci indigniamo e non accettiamo di fermarci al livello di coloro che biasimiamo?

Come non vedere la grande occasione di elevare la nostra moralità, e come non accorgersi nello stesso tempo di agire con superbia?

Sicuramente, tutte le brave persone che tengono la testa alta e mettono tutte le loro energie nel fare ciò che a loro pare giusto, mentre tutti intorno si allontanano da quella strada perché troppo faticosa, sono anche spesso persone ossessive, che pretendono dagli altri altrettanta integrità, dal giudizio facile e dalla polemica pronta.

Tra tutti i sette vizi, quando è un tratto caratteriale, la superbia è senza dubbio tra i più forti e difficili da trattare, per chi vi ha a che fare.

Il vizio naturale
La più grande fortuna è essere lussuriosi per qualcosa che si ama veramente.

Non si tratta di edonismo o di smania sfrenata.

Spesso la nostra grande dedizione verso qualcosa non viene capita dagli altri in quanto questi non provano il nostro stesso piacere psico-fisico nell'amarla.

Tutti devono darsi il permesso di gioire con lussuria delle sensazioni che attraverso i sensi possono rendere completa la nostra esperienza su questa terra.

La felicità degli altri
Non vorrai dire che anche l'invidia ha dei vantaggi, adesso?

A questo punto del post, non posso esimermi dal mettercela tutta per dimostrartelo.

Penso, per esempio, al mondo del lavoro, o comunque a campi d'attività che ci interessano e ci stimolano.

Vedere i risultati altrui può spingere a nuove altezze le nostre prestazioni.

Un pizzico di competizione può stimolarci a migliorare le nostre abilità, permettendoci anche la sana e corroborante esperienza di apprendere nuove cose.

La gatta al lardo
L'appetito è innanzitutto un segno di salute, perciò la gola è il vizio capitale più difficile da evitare del tutto.

L'esperienza del gustare colora la vita, e ha - come certi sapori - una persistenza e un equivalente mnemonico così forti, al punto che un piatto può tornarci alla mente vivido anche dopo mesi, così come l'immagine mentale di qualcosa che assaggeremo in futuro riesce ad attivare i nostri recettori.

Nonostante l'invito a non augurare buon appetito se si vuole rispettare il bon ton, io lascio volentieri il bon ton ai bon-temponi e credo invece che lo scopo primario di un pranzo in compagnia non sia la compagnia in sé ma la condivisione del piacere gustativo, altrimenti prendetevi il tè e conservate la cucina pulita.

Perciò buon appetito, e buon peccato capitale a tutti...

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