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venerdì 23 agosto 2013

A che punto sono le tue relazioni? Cinque domande per scoprirlo

Che cos'è che minaccia più spesso la tua calma e la tua felicità?

Nove volte su dieci, la radice dell'irrequietezza, dello stress e della mancanza di serenità si annida nelle relazioni.

Tra figli che fanno impazzire, genitori troppo oppressivi, superiori arroganti, partners egoisti e amici che scompaiono per troppo tempo, ce n'è abbastanza per sentirsi frustrati, arrabbiati, sempre sul piede di guerra.

E se ne parli ti senti anche dire che è normale non poter evitare incomprensioni, disaccordi e sentimenti di sconforto quando si ha a che fare con le altre persone che gravitano nella nostra vita.

Ma normale non è l'aggettivo giusto, perché ciò che percepiamo non è affatto un senso di normalità, bensì di fortissima anomalia.

Che poi le difficoltà relazionali facciano parte di ogni esperienza di vita è una considerazione sì accettabile, in quanto razionale, ma per nulla consolante.

Quando abbiamo un problema con una persona cara o vicina, spesso la prima reazione è attribuirle la colpa del problema.

Gli altri sarebbero responsabili dei nostri sentimenti e delle nostre reazioni.

Il loro cattivo modo di porsi ha fatto scattare in noi questo senso di tragedia.

In realtà, a ognuno di noi è dato pieno potere di governare la salute di ogni relazione, e ci si può prendere carico del rapporto anche in maniera unilaterale, come spesso accade quando accettiamo con pazienza che l'altra persona a noi cara, magari in un momento difficile, si comporti con noi con poco riguardo e ci passiamo sopra, anzi, l'aiutiamo a venirne fuori.

Però il tema delle relazioni è ineludibile, perché dal loro stato dipende la nostra felicità a lungo termine.

Il nostro primo interesse è attivarci per tenere in buona vita i nostri rapporti, cominciando da noi stessi e senza aspettare dall'altra persona cambiamenti che non possiamo imporre né decidere dall'esterno.

Il bello è che le relazioni sono contagiose, e se uno dei due membri attua un cambiamento, immediatamente esso si riverbera sull'altro.

Il segreto è contagiarsi a vicenda con costruttività.

Naturalmente, a nessuno viene in mente di lavorare alla relazione quando tutto fila liscio.

L'allarme scatta al sorgere di ogni minimo conflitto.

E lì le prime reazioni automatiche possono essere fatali.

Ma quali sono i possibili problemi all'interno di una relazione umana?


Molti pensano che per dichiarare di avere un problema relazionale ci sia bisogno di aver litigato ferocemente, di essersi traditi o ingannati, o quantomeno di essersi palesemente trascurati.

Di sicuro questo tipo di eventi minano duramente la salute delle relazioni.

Ci sono però tanti altri comportamenti e atteggiamenti, più lievi e sottili, la cui presenza o assenza contribuisce a inquinare qualsiasi rapporto.

Uno dei mali più diffusi nelle relazioni è la mancanza di una dichiarazione di affetto o d'amore.

Da quanto tempo non dici ti voglio bene o ti amo alle tue persone care?

Un altro serissimo problema è la mancanza di chiarezza su come si intende e si desidera la relazione.

Dirsi in modo aperto che cosa si preferisce e che cosa assolutamente risulterebbe inaccettabile è fondamentale per consentirsi di vivere meglio il tempo comune.

Questo errore deriva dal fatto che spesso attribuiamo agli altri il nostro stesso modo di pensare, ergendolo a parametro di normalità, mentre non è affatto così ed è molto più probabile che le cose per noi più normali non siano affatto condivise dai nostri cari.

Ciò non comporta la fine della relazione, ma il ritagliare a essa la forma giusta affinché le libertà personali non vengano intaccate.

Un terzo tipo di problema riguarda il comportamento dopo conflitti, screzi, divergenze o veri e propri scontri.

Ci sono persone che per orgoglio non sono disposte né a chiedere scusa o proporre un chiarimento all'altra persona che hanno in qualche modo attaccato o offeso, e persone che, sentendosi toccate o ingiuriate, fanno una tremenda fatica a perdonare.

Queste due azioni, il chiarimento e il perdono, sono essenziali per portare avanti il rapporto.

In mancanza di esse, sarebbe preferibile troncare la relazione, per non trascinarsi delle zavorre silenziose ma pesantissime che dopo anni potrebbero scoppiare all'improvviso.

Si ha tutto il diritto di sentirsi lesi nella propria dignità, come si ha il diritto di ritenere inammissibile un comportamento in base ai propri valori, e bisogna assumersi la responsabilità di queste idee, senza restare in una relazione che nel profondo non accettiamo più.

Cerca dunque di individuare che tipo di problemi attualmente ti sembra di vivere nelle tue relazioni significative.

Prova a capire se si tratta di qualcosa che concerne la comunicazione, i sentimenti, i valori.

Una volta individuato il fatto, l'episodio, l'evento che ritieni problematico, prova a farti queste domande:

  • quali potrebbero essere gli esempi specifici in base ai quali puoi affermare che tra te e l'altra persona esiste quello specifico problema relazionale?
  • che cosa hai fatto di preciso per fronteggiare e risolvere questo problema e che cosa avresti potuto fare di diverso e più costruttivo?
  • quali potrebbero essere le azioni concrete da compiere d'ora in avanti per cambiare la situazione?
  • come sarà la relazione in questione, una volta che questi cambiamenti saranno avvenuti e come ti farà sentire?
  • come pensi si sentirà l'altra persona quando metterai in atto questi cambiamenti?
Appena cominci ad apportare modifiche al tuo comportamento e alle tue scelte in merito alle relazioni con gli altri, sentirai un senso di potere e di euforia.

Molto spesso, il tuo comportamento diverrà fonte di ispirazione per gli altri.

La tua maturità, autenticità ed equanimità contageranno le altre persone.

Solo in un modo, questo lavoro non funzionerà: se tenterai di farlo fare agli altri, restandotene dove sei e come sei.

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