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lunedì 14 settembre 2015

Le citazioni pericolose

Aforismi, citazioni, perle varie di saggezza.

Quante formule simili leggiamo ogni giorno attraverso i social network, condivise dai nostri amici?

E quante ne cerchiamo e condividiamo noi stessi, quando le troviamo in sintonia con il nostro stato d'animo?

Certo, trovare le parole che avremmo voluto dire noi, messe in bell'ordine e già pronte per l'uso, è già un'istigazione a usarle.

Ma sui social ci conosciamo, almeno nella nostra cerchia, e spesso intuiamo il perché quella determinata persona amica avrebbe potuto pubblicare proprio quella frase.

Altrettanto vero che vediamo questa stessa persona a volte come prigioniera di un percorso circolare senza uscita, in questo continuo citare slogan che offrono la soluzione ai propri problemi, se solo li si mettesse veramente in atto.

E noi sappiamo che non è così, conosciamo quella persona, siamo al corrente del fatto che vorrebbe trovare la forza per fare come lei stessa grida attraverso queste belle parole stampate, ma resta sempre un passo indietro alla  loro messa in pratica.

mercoledì 26 giugno 2013

Espressioni facciali: natura o cultura?

Ce l'hai dipinto sul viso...

Mi piace questo modo di dire, riferito a come sia facile a volte leggere emozioni e sentimenti di una persona solo guardandone il volto.

E se è vero che a volte noi presupponiamo che qualcuno stia provando un certo sentimento perché abbiamo assistito a quanto gli è successo - per esempio, l'espressione di dolore di una persona dopo averla vista ferirsi - molte altre volte capiamo al volo lo stato d'animo dell'altro senza sapere quanto accaduto in precedenza.

Una cosa è certa: si tratta di una delle forme di comunicazione più frequenti delle nostre giornate e - oserei dire - più importanti in termini di sopravvivenza.

Se il mondo è bello perché vario, e questa varietà è culturalmente determinata, la questione delle espressioni facciali sembra dimostrare però che alcune caratteristiche umane vanno al di là del condizionamento culturale, poiché si mostrano universalmente a ogni latitudine.

Molte espressioni facciali sono correlate a precise emozioni in tutti e cinque i continenti.

giovedì 7 luglio 2011

La morte del pensiero laterale - Seconda parte

Ti interessa leggere anche La morte del pensiero laterale - Prima parte?

Hai mai visto questo disegno?

Si tratta di uno degli enigmi più sfruttati nella storia della formazione alla creatività e al pensiero laterale che si ricordi, perché quando viene proposto e dimostrato sortisce lo stesso effetto di un gioco di prestigio.

sabato 5 marzo 2011

La morte del pensiero laterale - Prima parte



Dopo un decennio di pura follia collettiva intorno alle pratiche del pensiero laterale e della generazione creativa, da un paio d'anni si levano voci contro i metodi che hanno fatto la fortuna dei formatori negli ultimi tempi.

Quando saltarono fuori l'enigma dei nove punti, il brainstorming, il pensiero laterale, e il ripescaggio delle tante immagini ambigue della Gestalt, per dimostrare che le linee del pensiero convenzionali imbrigliano più che favorire la creatività, per chi fa formazione divenne obbligatorio fare incetta di tutti questi giochini dalla morale molto singificativa.

Non so di cosa parli il libro di Nicola Zanella che nel titolo cita uno dei capisaldi di questa rivoluzione pedagogico-creativa, ma il brainstorming è seriamente sull'orlo di una crisi d'identità.

venerdì 23 aprile 2010

istruzioni per tentare di cambiare senza riuscirci


Tempo fa una persona di mia conoscenza, una vita da sportiva di buon livello, mi raccontò di essere preoccupata perché in seguito ad alcuni interventi chirurgici non avrebbe potuto più praticare i suoi sport e questo per una persona sempre impegnata, diceva, era motivo di paura.

Paura di non sapere come impiegare il tempo.

Discutendo di possibili alternative, prendemmo in considerazione tutte quelle attività fisiche "dolci" come lo yoga, le ginnastiche posturali, le tecniche di respirazione se non addirittura di meditazione, per non sollecitare troppo il corpo.

Ma queste proposte non suscitarono alcun entusiasmo in lei, anzi, ho paura che dopo un po' che sono lì a muovermi lentamente e a fare tutte quelle pratiche mi possa stancare e annoiare, a stare troppo ferma tutto quel tempo, mi spiegò.

Concluse dicendo che avrebbe aumentato il suo impegno in pratiche come il ricamo e la cucina, ma senza esagerare perché capirai, senza più muovermi poi metto su troppi chili.

Ho sentito spesso discorsi simili in cui a una persona si prospetta la possibilità di fare qualcosa che apparentemente soddisferebbe i suoi bisogni e che non comporta l'acquisizione di chissà quali abilità.

Ma questa persona poi finisce per non fare quella cosa adducendo motivazioni che agli altri suonano un po' come giustificazioni per mascherare una sostanziale mancanza di volontà.