Il titolo sembra ironico, ma non si sa fino a che punto, visto che l'American Psychiatric Association - responsabile dei DSM - è stata tacciata qualche tempo fa di aver classificato il selfismo come un disturbo mentale.
Così, tutti gli internettiani e ancor più gli smartphoniani - perché ormai si tratta di vere e proprie popolazioni distinte - sono stati attraversati da un brivido e si è vivamente sperato si trattasse di una bufala, cioè di una delle forme più diffuse di post che circolano sui social network.
Ed effettivamente, sul sito dell'APA non ci sono tracce di una simile classificazione, né si trova nulla effettuando una ricerca interna.
Che la notizia farlocca si sia diffusa tra i naviganti nel solito modo virale non sorprende, sia perché in genere gli utenti dei social si divertono a leggere le sedicenti notizie preparate da siti che, se solo si leggessero bene le avvertenze, dichiarano di poter pubblicare delle bugie, sia perché il selfie - che tutti criticano - è una pratica diffusa e amata.
sabato 28 giugno 2014
Tutti pazzi per il selfie
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lunedì 2 giugno 2014
Quale ricerca per quale equilibrio?
Essere virtuosi è apparentemente una bella cosa.
Eppure, le virtù - come i vizi e le spinte della vita - a volte confliggono, e non è così semplice seguirle, soprattutto quando alcune di esse sembrano sgomitare per avere l'esclusiva.
Vuoi essere libero, ma vuoi anche sentirti sicuro.
Vuoi libertà d'azione, ma anche giustizia.
Vuoi pensare a te ma vuoi avere compassione per gli altri.
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venerdì 16 maggio 2014
Rido dunque sono
Ti piace ridere?
Già intuisci il trabocchetto, come può farmi una domanda dalla risposta così ovvia? Dove vuole andare a parare?
Sarò più preciso: ti piace di più che gli altri ridano con te o che ridano di te?
Ah, ecco la magagna! Se rispondo che preferisco il primo caso passerò per quello che si prende troppo sul serio, e se rispondo col secondo caso mi metterà alla prova per verificare!
A questo punto, potrei anche chiuderla qui, dato che la questione gira tutta attorno a queste riflessioni.
Crescendo, aumentano le probabilità di provare gusto a ridere con gli altri di sé stessi.
Contro la malattia del prendersi troppo sul serio, dell'arroccarsi in una posizione altera, non c'è medicina più efficace del ridere di sé.
Ma... ci sono due ma.
Primo: ma non è affatto semplice acquisire questa capacità.
Secondo: ma non è affatto sicuro che si tratti di una capacità acquisita una volta e per tutte.
Infatti, se arrivare a ridere di sé stessi significa passare attraverso l'inferno del sentirsi derisi, credere di essersi salvati in qualche modo è una pena ancor più grande.
I sintomi del male sono chiari: sentirsi al di sopra degli altri, eccezionali, saggi, consapevoli, meritevoli, in grado di giudicare.
La cura è un po' più lunga, tutto sta a cominciare...
Già intuisci il trabocchetto, come può farmi una domanda dalla risposta così ovvia? Dove vuole andare a parare?
Sarò più preciso: ti piace di più che gli altri ridano con te o che ridano di te?
Ah, ecco la magagna! Se rispondo che preferisco il primo caso passerò per quello che si prende troppo sul serio, e se rispondo col secondo caso mi metterà alla prova per verificare!
A questo punto, potrei anche chiuderla qui, dato che la questione gira tutta attorno a queste riflessioni.
Crescendo, aumentano le probabilità di provare gusto a ridere con gli altri di sé stessi.
Contro la malattia del prendersi troppo sul serio, dell'arroccarsi in una posizione altera, non c'è medicina più efficace del ridere di sé.
Ma... ci sono due ma.
Primo: ma non è affatto semplice acquisire questa capacità.
Secondo: ma non è affatto sicuro che si tratti di una capacità acquisita una volta e per tutte.
Infatti, se arrivare a ridere di sé stessi significa passare attraverso l'inferno del sentirsi derisi, credere di essersi salvati in qualche modo è una pena ancor più grande.
I sintomi del male sono chiari: sentirsi al di sopra degli altri, eccezionali, saggi, consapevoli, meritevoli, in grado di giudicare.
La cura è un po' più lunga, tutto sta a cominciare...
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domenica 27 aprile 2014
Consapevolezza: l'infinito dentro di te
È bello credere si possa diventare noi stessi conoscendo la nostra personalità e quella delle persone che ci circondano.
Ma l'idea di avere sempre innestata la marcia dell'autoconsapevolezza e dell'introspezione verso gli altri qualche dubbio lo suscita.
Il tema è antico quanto la nostra cultura, a partire dal conosci te stesso delfico.
Che cosa significa questa frase?
Una sfilza di cose:
Ma l'idea di avere sempre innestata la marcia dell'autoconsapevolezza e dell'introspezione verso gli altri qualche dubbio lo suscita.
Il tema è antico quanto la nostra cultura, a partire dal conosci te stesso delfico.
Che cosa significa questa frase?
Una sfilza di cose:
- conosci la tua personalità
- sii consapevole di dove ti trovi
- sappi a che punto della vita sei
- sii la tua voce-guida
- fidati del tuo intuito
- esaminati in maniera obiettiva
Potrei continuare, ma già da questo piccolo elenco si vede come certe traduzioni e interpretazioni del famoso monito greco siano addirittura contraddittorie.
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