Il titolo sembra ironico, ma non si sa fino a che punto, visto che l'American Psychiatric Association - responsabile dei DSM - è stata tacciata qualche tempo fa di aver classificato il selfismo come un disturbo mentale.
Così, tutti gli internettiani e ancor più gli smartphoniani - perché ormai si tratta di vere e proprie popolazioni distinte - sono stati attraversati da un brivido e si è vivamente sperato si trattasse di una bufala, cioè di una delle forme più diffuse di post che circolano sui social network.
Ed effettivamente, sul sito dell'APA non ci sono tracce di una simile classificazione, né si trova nulla effettuando una ricerca interna.
Che la notizia farlocca si sia diffusa tra i naviganti nel solito modo virale non sorprende, sia perché in genere gli utenti dei social si divertono a leggere le sedicenti notizie preparate da siti che, se solo si leggessero bene le avvertenze, dichiarano di poter pubblicare delle bugie, sia perché il selfie - che tutti criticano - è una pratica diffusa e amata.
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sabato 28 giugno 2014
Tutti pazzi per il selfie
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mercoledì 1 maggio 2013
Quando il gioco si fa duro...
Un uomo - ma potrei dire una donna - lascia il suo ufficio - o qualsiasi altro posto di lavoro - dicendo al suo capo o ai suoi colleghi che deve sbrigare importanti faccende familiari.
In realtà, usa le ore restanti della giornata a caccia di emozioni rischiose.
Non è la prima e unica volta.
Trova sempre l'occasione per fare giochi d'azzardo: acquista biglietti di lotterie istantanee o a estrazione, scommette su eventi sportivi, carica e scarica la carta di credito fatta apposta dallo Stato, e se ha internet si concede anche qualche gioco online.
A poco a poco, il gioco d'azzardo diventa l'obiettivo principale delle sue ore del brivido.
E le bugie su dove va e su dove finiscono i suoi soldi aumentano a dismisura.
Il suo comportamento sembra indicare un disturbo ossessivo compulsivo che, come una spirale fuori controllo, lo porta ad abusare della fiducia di familiari e conoscenti, rovinando la sua posizione e il suo futuro.
Se questo comportamento sia davvero patologico - come affermano nell'ultimo DSM - richiede le classiche molle, prima di dirlo.
In realtà, usa le ore restanti della giornata a caccia di emozioni rischiose.
Non è la prima e unica volta.
Trova sempre l'occasione per fare giochi d'azzardo: acquista biglietti di lotterie istantanee o a estrazione, scommette su eventi sportivi, carica e scarica la carta di credito fatta apposta dallo Stato, e se ha internet si concede anche qualche gioco online.
A poco a poco, il gioco d'azzardo diventa l'obiettivo principale delle sue ore del brivido.
E le bugie su dove va e su dove finiscono i suoi soldi aumentano a dismisura.
Il suo comportamento sembra indicare un disturbo ossessivo compulsivo che, come una spirale fuori controllo, lo porta ad abusare della fiducia di familiari e conoscenti, rovinando la sua posizione e il suo futuro.
Se questo comportamento sia davvero patologico - come affermano nell'ultimo DSM - richiede le classiche molle, prima di dirlo.
domenica 1 luglio 2012
Esorcista, esci da questo mondo!
Non sapevo nulla del vescovo di Isernia che all'inizio di giugno ha paragonato un indemoniato a una persona con sindrome di Down raccontando di un esorcismo, e poiché questo blog vive per ammazzare l'ignoranza non posso trattenermi.
Chiedo scusa a quanti si ostinano a voler credere ancora nella buona fede di questi uomini travestiti, cosa che qualsiasi serio sostenitore della psicologia guarderebbe con sospetto, e li prego di cliccare altrove e uscire da questa pagina per non leggere le mie parole.
Questo però non significa che io sia per le offese gratuite né a favore dell'occhio per occhio dente per dente, perciò guarderò questo video e lo metterò in pausa per scrivere i miei commenti sulle parole assurde di questa persona, se di persona si può parlare.
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mercoledì 9 maggio 2012
Ricorrenze/3: Gregory Bateson
9 maggio: non posso saltare questo appuntamento.
In fondo, se questo blog esiste lo devo al mio incontro folgorante con Gregory Bateson, di cui ricorre oggi l'anniversario di nascita.
E se il titolo che ho dato invita a studiare la mente, non intendo solo la mente dell'individuo, intesa come quel misto di pensieri, memorie, linguaggi e percezioni sensoriali.
La mente cui mi riferisco è quella che risponde alla definizione data dal grande antropologo: un'insieme di parti che interagiscono, dal tuo occhio allo schermo, dalle parole che leggi alle mie dita che le scrivono, fino all'immagine che reciprocamente ci facciamo l'uno dell'altro, tu di me che scrivo e io di te che leggi dall'altra parte.
Relazioni, non cose.
Quel che resta di Bateson oggi è il grande lavoro che sua figlia Nora sta facendo grazie al film documentario su suo padre, il nome Bateson nelle bibliografie di quelli che sono saltati sul suo carro vincente, e il ricordo di chi nel silenzio ha saputo comprenderne l'importanza storica.
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sabato 12 dicembre 2009
La depressione: tra malattia, disordine e fenomeno sociale

La depressione è catalogata nel DSM tra i disturbi dell'umore e si caratterizza soprattutto per due sintomi:
- umore depresso
- perdita di interesse o piacere
Mi limito a queste poche parole e al link informativo poiché esistono in commercio e online tantissime pubblicazioni in merito con approfondimenti.
Mi interessa invece confrontare i tre modi in cui si "guarda" alla depressione da tre punti di vista:
- biologico
- psicologico
- sociologico
Il modo in cui si parla comunemente della depressione, infatti, sembra determinato da questi tre contesti, per cui:
- chi guarda alla depressione come un fenomeno biologico la considererà alla stregua di una qualsiasi malattia e incoraggerà l'uso di farmaci
- chi guarda alla depressione da un punto di vista psicologico la vedrà come conseguenza di bassa autostima, poca consapevolezza emotiva e credenze errate e si concentrerà su come la persona depressa vede la vita
- chi guarda alla depressione in una cornice sociologica ne farà una questione di capacità di adattamento personale e di vincoli e risorse offerte dall'ambiente circostante
Ma chi teme di sentirsi depresso o chi ha ricevuto una diagnosi di depressione vuole sapere chi ha ragione, senza troppe chiacchiere perché da questa ragione dipenderanno le possibilità di risolvere il problema.
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