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sabato 12 ottobre 2013

Libroterapia: a Voghera, il benessere tra le pagine

Che l'essere umano sia attratto dalla narrativa non è un mistero.

Nel leggere o ascoltare una storia, chiunque può trovare risposte, soluzioni impensate, rispecchiamenti e identificazioni nei personaggi e nelle loro vicende.

A volte, anche il solo sapere che un'altra persona - seppur frutto di fantasia - potrebbe trovarsi nella nostra stessa situazione, è rassicurante.

L'uso del libro come strumento di autoconoscenza  e di comprensione del mondo circostante non è nuovo, dato che illustri nomi di studiosi hanno sempre sottolineato l'importanza della lettura per la comprensione della storia passata.

In epoche nelle quali il confine tra razionale e irrazionale era più sfumato, il libro stesso era oggetto divinatorio: aprire un libro per trovare quella frase che faccia da risposta al nostro problema può sembrare un gioco, ma diviene un potente mezzo terapeutico se si comprende il significativo processo di proiezione in atto e la ghiotta occasione di comprendere qualcosa in più di sé stessi.

Racchiudere la densa ricchezza della libroterapia in un piccolo post di un blog è impresa che non voglio neanche tentare.

Dico soltanto che a Voghera c'è un'occasione imperdibile per chi voglia scoprire l'enorme potenziale della letteratura nell'autoconoscenza.

sabato 29 settembre 2012

Scrivi che ti passa!

C'è una profonda connessione tra la scrittura e la nostra salute.

Tenersi dentro pensieri, sentimenti e ricordi di quanto accaduto aumenta il rischio di incorrere in disagi più o meno gravi.

La scrittura però non è solo un modo catartico di buttare fuori un peso, ma è una traduzione in un altro linguaggio, un'operazione di modellamento creativo, un modo di governare ciò che abbiamo dentro attraverso il medium della scrittura.

Il primo effetto del raccontare in forma scritta i propri pensieri ansiogeni è il rilassamento fisico e il riequilibrio del livello di stress.

La sensazione di poter in qualche modo influire sugli effetti patogeni delle proprie ansie attraverso la scrittura, riduce il rischio di forme depressive, oltre a migliorare in generale la propria consapevolezza cognitiva.

Ma è col tempo che viene il bello: scrivere, ritornando più volte sullo stesso tema, accresce la comprensione di quanto ci è accaduto e di chi siamo, due caratteristiche che aprono la porta alla salute mentale.

giovedì 12 luglio 2012

Un cervello pieno di storie

Che cosa succede nella nostra mente quando piangiamo per la morte di un personaggio al cinema o nelle pagine di un romanzo, ben sapendo che quell'evento non è reale?

Per non parlare del brivido che ci coglie nelle scene di suspense, quando il cattivo sta per agguantare la sua vittima, o della felicità che condividiamo con i trionfi dei protagonisti di storie, scritte, recitate o filmate.

Perché ci comportiamo verso quelle parole stampate, quei gesti finti e quelle ombre sullo schermo come con persone e avvenimenti esistenti?