Che cosa succede nella nostra mente quando piangiamo per la morte di un personaggio al cinema o nelle pagine di un romanzo, ben sapendo che quell'evento non è reale?
Per non parlare del brivido che ci coglie nelle scene di suspense, quando il cattivo sta per agguantare la sua vittima, o della felicità che condividiamo con i trionfi dei protagonisti di storie, scritte, recitate o filmate.
Perché ci comportiamo verso quelle parole stampate, quei gesti finti e quelle ombre sullo schermo come con persone e avvenimenti esistenti?