Quando studiavo per il titolo di counselor, tra tutti i maestri americani di approccio umanistico, preferivo di gran lunga Thomas Gordon, con la sua serie di manuali per diventare efficaci (genitori efficaci, insegnanti efficaci, leader efficaci e chi più ne ha più ne metta) che hanno contribuito a chiarire al mondo dei rogersiani che cosa sono l'ascolto attivo e la comunicazione centrata sulla persona.
Mi piaceva molto il modo in cui Gordon insisteva sullo stare centrati su di sé.
sabato 16 giugno 2012
Comunicazione efficace: che cosa scegli tra "Io" e "Tu"?
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Thomas Gordon
venerdì 15 giugno 2012
Autoaiuto: un libro ci salverà?
Una decina di giorni fa una lettrice mi scrive chiedendomi consiglio circa un libro di argomento psicologico che possa aiutarla a rinforzare la fiducia in sé.
Ci tiene anche a specificare che sa benissimo che il lavoro dovrà farlo lei e che il libro non muoverà un dito, anzi, una pagina, al posto suo.
A parte il latente doppio legame di questa richiesta - ti chiedo qualcosa per rinforzare la mia fiducia ma nello stesso tempo, se te la chiedo, continuo a non affidarmi a me stessa - che ho provato a "sciogliere", invogliandola a seguire la sua indole e ad avere pazienza, perché i percorsi lungo i quali passiamo da un libro all'altro sono pura intimità, perciò insondabili da un esterno, la questione dell'autoaiuto con i libri non è né nuova né marginale.
Le persone cercano aiuto nei libri di psicologia per diversi motivi:
Ci tiene anche a specificare che sa benissimo che il lavoro dovrà farlo lei e che il libro non muoverà un dito, anzi, una pagina, al posto suo.
A parte il latente doppio legame di questa richiesta - ti chiedo qualcosa per rinforzare la mia fiducia ma nello stesso tempo, se te la chiedo, continuo a non affidarmi a me stessa - che ho provato a "sciogliere", invogliandola a seguire la sua indole e ad avere pazienza, perché i percorsi lungo i quali passiamo da un libro all'altro sono pura intimità, perciò insondabili da un esterno, la questione dell'autoaiuto con i libri non è né nuova né marginale.
Le persone cercano aiuto nei libri di psicologia per diversi motivi:
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martedì 12 giugno 2012
Pensiero critico: conoscerlo, capirlo, usarlo
Che cos'è il pensiero critico?
Potremmo definirlo un modo di pensare sorretto da una disciplina governata da alcuni principi intellettivi inequivocabili.
La stessa definizione è un esempio di pensiero critico, nello specifico il tentativo di definire in maniera equilibrata il significato del termine.
In pratica, significa identificare e analizzare gli argomenti, le affermazioni sulla verità o la falsità degli stessi, scovare e superare pregiudizi e preconcetti, sviluppare i propri ragionamenti in direzione di ciò in cui crediamo, considerare le eventuali obiezioni, il tutto per arrivare a scelte quanto più razionali e coerenti con i propri valori.
Complicato?
Nessuno sta dicendo che il pensiero critico debba essere applicato in ogni momento della nostra vita, così all'impronta.
Di fronte a momenti critici, però, è necessario non farsi prendere da implusività né da ristrettezze mentali.
Quali sono i principi da osservare per pensare bene?
Potremmo definirlo un modo di pensare sorretto da una disciplina governata da alcuni principi intellettivi inequivocabili.
La stessa definizione è un esempio di pensiero critico, nello specifico il tentativo di definire in maniera equilibrata il significato del termine.
In pratica, significa identificare e analizzare gli argomenti, le affermazioni sulla verità o la falsità degli stessi, scovare e superare pregiudizi e preconcetti, sviluppare i propri ragionamenti in direzione di ciò in cui crediamo, considerare le eventuali obiezioni, il tutto per arrivare a scelte quanto più razionali e coerenti con i propri valori.
Complicato?
Nessuno sta dicendo che il pensiero critico debba essere applicato in ogni momento della nostra vita, così all'impronta.
Di fronte a momenti critici, però, è necessario non farsi prendere da implusività né da ristrettezze mentali.
Quali sono i principi da osservare per pensare bene?
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giovedì 7 giugno 2012
Dipendenze subdole: qual è la tua?
La parola dipendenza fa subito scattare l'associazione con fumo, alcool, stupefacenti e altre sostanze in grado di alterare i nostri stati.
Non è di questo che voglio parlare.
Se quelle dipendenze provocano un danno più o meno diretto sulla tua salute psico-fisica, ci sono altre dipendenze che ti allontanano da ciò che è meglio per te.
Una marea di abitudini e comportamenti sono in agguato, pronti ad assorbire il nostro tempo e le nostre energie, senza darci nulla di concreto in cambio.
Perché definirle dipendenze?
Perché, anche se tu lo negherai fino alla fine, esse ti privano del controllo, occupano ogni tuo momento potenzialmente creativo, ti succhiano l'energia fino all'ultima goccia.
Sebbene la schiavitù sia stata (quasi del tutto) abolita, dev'esserci qualche errore di fabbricazione nel progetto umano, che ci spinge verso comportamenti e abitudini in grado di schiavizzarci.
E funzionano esattamente come quelle sostanze in grado di creare dipendenze ben più serie: smettere di seguirle è difficilissimo.
Non è di questo che voglio parlare.
Se quelle dipendenze provocano un danno più o meno diretto sulla tua salute psico-fisica, ci sono altre dipendenze che ti allontanano da ciò che è meglio per te.
Una marea di abitudini e comportamenti sono in agguato, pronti ad assorbire il nostro tempo e le nostre energie, senza darci nulla di concreto in cambio.
Perché definirle dipendenze?
Perché, anche se tu lo negherai fino alla fine, esse ti privano del controllo, occupano ogni tuo momento potenzialmente creativo, ti succhiano l'energia fino all'ultima goccia.
Sebbene la schiavitù sia stata (quasi del tutto) abolita, dev'esserci qualche errore di fabbricazione nel progetto umano, che ci spinge verso comportamenti e abitudini in grado di schiavizzarci.
E funzionano esattamente come quelle sostanze in grado di creare dipendenze ben più serie: smettere di seguirle è difficilissimo.
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