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sabato 16 novembre 2013

La trappola del disturbo oppositivo provocatorio

Quanto è dura oggi la vita dei ragazzi arrabbiati o infelici.

Ai primi si dice subito che devono imparare a gestire correttamente il loro sentimento, a leggere le situazioni nelle quali lo provano, a elaborare, procrastinare e altre formule magiche.

Ai secondi va anche peggio, perché subito il marchio di una presunta depressione incombe su di loro, e mentre le presunte depressioni scompaiono, i marchi sono più duri a svanire.

Sembra che le istituzioni educative oggi spendano tantissimo tempo a medicalizzare gli adolescenti, come se crescere fosse di per sé una potenziale malattia, come se la rabbia fosse agli antipodi della salute, come se l'infelicità fosse una disgrazia, e proprio in questa fase dello sviluppo, che di occasioni per arrabbiarsi o intristirsi ne offre a iosa.

Una delle etichette diagnostiche che ho incontrato frequentemente in questi anni, e che maggiormente mi hanno lasciato perplesso è il disturbo oppositivo provocatorio.

sabato 23 marzo 2013

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...



 La canzone di Gaber è meravigliosa, ma la sfumatura politica finisce qui.

Infatti, per destra e sinistra in questo post intendo le mani, e la tendenza dell'essere umano a usare l'una o l'altra.

È un'evidenza incontestabile il fatto che quasi il novanta per cento delle persone sia, come si suol dire, destrimane, mentre la piccola percentuale restante ha visto la sua manualità svilupparsi a sinistra.

È nello sviluppo infantile che la dominanza di una mano emerge, ci dicono gli scienziati, ma le loro conoscenze certe finiscono qui, sebbene da secoli essi tentino di spiegarci come mai qualcuno usa la destra e qualcun altro la sinistra, senza grandi risultati.

Laddove le spiegazioni razionali latitano, ecco che proliferano le favole, accanto a pochi fatti sicuri.

Vediamone alcuni insieme, ma prima aggiungiamo che non esiste una totale preferenza per la destra o la sinistra nelle persone: molti destrimani preferiscono fare alcune cose con la sinistra, cose anche molto quotidiane come avvitare la moka, girare le pagine dei libri, sollevare la tazzina di caffè, e lo stesso vale per i mancini; inoltre, molti recenti studi registrano una sorta di corsa alla pari abilità delle due mani di pari passo con l'invecchiamento.

sabato 21 luglio 2012

Il colpo basso dell'AiBi



 L'ultimo spot dell'AiBi - Amici dei Bambini - che puoi vedere qui sopra - suscita qualche perplessità.

Negli spot precedenti, come quello del cane che si prende cura del gatto, o quello della partita a calcio tra il borghese cittadino e il piccolo che gioca nel fango in Brasile, o ancora quello con Max Laudadio che dà un nome alla bambina africana, lo script si fonda sempre sulla dinamica genitore/figlio, con le due parti che riescono a trovare un punto d'incontro.

In questo spot invece la bambina è da sola, e lo dice anche, nel finale, non lasciatemi sola.