L'assertività, ricordiamolo, è la capacità di esprimersi senza violare i diritti altrui e - soprattutto - i propri.
Se cerchi di affermare le tue idee tentando un sopruso sull'interlocutore, allora stai adottando un comportamento aggressivo.
Se, viceversa, consenti all'altra persona il sopruso, sei in piena passività.
Purtroppo, non è affatto semplice distinguere queste tre tonalità comportamentali, né è facile capire quando è il caso di adottare l'una o l'altra.
Perché bisogna dire anche questo: a volte l'aggressività e la passività sono necessarie.
Se in un angolo buio si avvicina qualcuno con la pistola e ti chiede di consegnargli tutto ciò che hai, non sarà il caso di sfoggiare la tua migliore assertività o peggio di virare verso l'aggressione: il tuo obiettivo è uscire in salute dall'angolo buio, quindi farai meglio a dargli il portafogli.
È anche vero che se il tizio che si avvicina ha un bastone, un ricorso all'aggressività potrebbe anche funzionare e spingerlo alla ritirata.
Come possiamo sapere esattamente quali comportamenti sono assertivi - e quindi civili - e quali no?
Esiste una "carta dei diritti" dell'assertività?
No, ma rimediamo subito.
In nome del popolo assertivo...
Hai il diritto di:
- sbagliare - attenzione: anche criticare gli altri è sbagliato, ma non significa che hai il diritto a commettere questo sbaglio; s'intende che gli altri non devono biasimarti per i tuoi sbagli, perciò è giusto invitarli con fermezza a non rimproverarti e ad aiutarti a non ripetere l'errore
- cambiare idea - altrimenti, come faresti a non ripetere gli sbagli commessi?
- contraddirti - questo diritto è facile da sostenere, dato che la maggior parte delle persone d'abitudine adotta questo comportamento molto umano
- giudicarti - giudicare te, non farti giudicare dagli altri; nessuno sta nella tua pelle, quindi nessuno è nella posizione giusta per valutare il tuo comportamento, i tuoi pensieri, le tue emozioni, la tua prospettiva; naturalmente, ciò implica da parte tua la piena assunzione della responsabilità per ciò che fai; è fuori discussione che in certi contesti come la coppia o i gruppi di lavoro, il diritto di giudicare si estende in parte anche a chi ci sta intorno, perché le finalità sono collettive e non più individuali
- non spiegare né motivare le tue scelte - ai bambini non è concesso questo diritto, perché potrebbe andarne della loro sopravvivenza
- non assumere responsabilità nei confronti degli altri - anche qui, fai attenzione: non si tratta del diritto di venir meno a responsabilità già date e acquisite - come quelle genitoriali, per esempio - ma significa che puoi dire no a chi ti chiede di fare qualcosa per sé; chi si prodiga sempre per gli altri, in certi casi, potrebbe nascondere un mix esplosivo di aggressività e passività, mescolate pericolosamente
- ignorare - il 99 % delle volte che qualcuno ci dice ma come? non lo sai che...? è una variante del gossip e lo dice solo per sminuirci
- non capire - le spiegazioni sono facilmente equivocabili se non incomprensibili, per un semplice motivo: chi spiega, lo fa dal suo punto di vista, quello di chi già ha capito, e spesso non si mette nei panni di chi parte da zero rispetto all'argomento in questione; è probabile che queste persone lo facciano inconsciamente per aggressività (Freud avrebbe detto sadismo)
- fregartene - sicuramente, la scelta di questo termine è provocatoria, ma l'ho compiuta per bilanciare l'ipocrisia imperante sull'altruismo o sulle mode; in realtà, non puoi fregartene se questo paese va a rotoli, però puoi fregartene del Grande Fratello
- agire senza l'approvazione degli altri - se poi quest'approvazione arriva, avrai guadagnato un attrito in meno; ma se la tua azione dipende dall'approvazione - un po' come fanno i topolini di Skinner - allora ti metti nella posizione di chi sarà costretto anche in seguito ad agire solo nell'interesse altrui e non nel proprio
Perché è così importante
Per una nota legge fisica, oserei dire.
Le cose non sono mai così nette e tutti noi attraversiamo nelle nostre giornate fasi notevoli di passività.
Quando però la misura è colma, l'istinto a riacquistare un equilibrio ci spinge a controbilanciare con l'aggressività.
Così le altre persone, abituate al nostro capo chino, si trovano di colpo davanti a un cavallo che fa le bizze, al che o si stupiscono o reagiscono alzando il tiro, o tutte e due.
In questa bilancia sbilanciata manca l'assertività a fare da ago, per questo non puoi farne a meno.
La gran parte dei disordini caratteriali - definizione del DSM - hanno nell'apprendimento all'assertività una fruttuosa via d'uscita.
Se impariamo a far rispettare i nostri diritti, sarà molto più facile rispettare quelli altrui e daremo un contributo significativo alle nostre esistenze.
Vorrei aggiungere che per una donna è molto difficile essere assertiva e sono convinta che se lo donne soffrono in percentuale di depressione più degli uomini è perchè culturalmente scambiano l'assertività femminile con l'aggressività e al giorno d'oggi non è culturalmente ben accetta neppure dalle donne stesse anche a costo di subire anche violenze verbali e fisiche.
RispondiEliminaChe tristezza....
Gazie