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lunedì 23 dicembre 2013

Il senso del Natale: come cercarlo, come trovarlo, che cosa farne


Una delle chiavi più potenti per aprire le porte al benessere, a relazioni personali soddisfacenti e alla pace mentale sta nell'esprimere e sperimentare la gratitudine.

Qualcosa però ci trattiene dall'essere più grati di quanto di solito riusciamo a essere.

E in questa fase della vita del genere umano, la continua attenzione a ciò che non abbiamo va a scapito di ciò che invece già c'è e che dovremmo apprezzare di più.

Certi atteggiamenti sono incompatibili con l'espressione della gratitudine, in primis l'essere concentrati sui valori materiali.

Anche se alcune persone riescono a liberarsi da questa trappola durante il loro percorso di vita, per tutti gli altri c'è un unico momento di chiarezza, che illumina definitivamente il senso d'inutilità di questa ricerca di beni materiali, di accumulo, di spasmodica caccia a ciò che potremmo possedere.

Ed è un momento che nessuno può raccontare: il momento del trapasso.

Per fortuna, Charles Dickens ebbe la folgorante idea di provare a raccontare, col pretesto del Natale, che cosa sia il senso della vita dopo che essa è trascorsa.

venerdì 26 aprile 2013

Ah, felicità...


 ...su quale treno della notte viaggerai...

Così recitava cantando Lucio Dalla, facendo riecheggiare una domanda ultramilleniaria che non ha alcuna intenzione di diventare obsoleta.

Per chi lavora nel mondo delle compravendite, la felicità sta nei prodotti, quelli del supermercato che risultano deliziosi al gusto, o quelli finanziari che promettono di riempire il tuo conto in banca, o ancora quelli estetici che ti assicurano di trasformarti in una super top model.

Le norme sociali garantiscono che la felicità è nello status, nei risultati, nelle relazioni, nelle proprietà.

Ma anche noi non scherziamo, a metterci del nostro e cerchiamo sempre la prossima cosa che ci renderà felici.

Hai il compagno ideale?

Allora ci vuole la casa ideale.

L'hai trovata?

Cerca subito quella più grande, e poi l'auto nuova, la promozione, l'investimento per smettere del tutto di lavorare.

La terra promessa della felicità non smette di allettarci e nessuno si chiede se sia reale o solo un miraggio.

L'idea grossolana che una grossa vincita o un grave incidente portino di necessità a una grande felicità o alla disperazione non sta in piedi, se andiamo a osservare da vicino la vita di molti di quelli che la lotteria l'hanno vinta davvero o le gambe le hanno perse sul serio.

La felicità non sembra stare a suo agio nei beni, nelle relazioni o nei risultati, quanto piuttosto nel dare.

Un dare che non è fatto solo di oggetti materiali, ma che si declina in altre forme di donazione: tempo, amore, noi stessi.

Non possiamo essere felici con un atto di volontà, poiché la felicità è un sentimento risultante da un processo di vita.

Possiamo però essere altruisti e compassionevoli, per scoprire tutti gli enormi vantaggi del mettere il naso al di fuori dei nostri piccoli egocentrismi.

Quali sono dunque i vantaggi di un atteggiamento compassionevole?