Mentire sapendo di mentire
Non è sorprendente l'eventuale bugia nella quale tutti incappiamo, con più o meno buona fede, premeditazione o malignità.
È stupefacente il modo in cui la mente costruisce attorno alla menzogna una realtà finalizzata a giustificarla, per conservare coerenza.
Accade soprattutto quando violiamo palesemente codici di tipo morale o etico: la pressione della nostra coscienza fa lavorare subito il nostro cervello per inventare un modo di raccontare ciò che abbiamo fatto che ci salvi dal giudizio, non solo quello altrui, persino il nostro!
Leggi qui per conoscere fino in fondo la questione.
Cifra tonda
Il dieci è un numero cardine dello sviluppo del pensiero.
Anche se il suo uso canonico deriva dal numero delle nostre dita, col tempo ha assunto un senso di perfezione e completezza.
Se riesci a pensare a dieci cose su un certo argomento, hai la - quasi - certezza di averlo sviscerato del tutto.
Ecco per te dieci obiettivi da raggiungere nella tua esistenza, per avvicinarti alla tua felicità.
What is love?
Era una canzone che ballavo negli anni novanta, ma è anche la domanda di fondo di questo post.
Come racconta la psicologia questo sentimento universale e personalissimo, nello stesso tempo?
Esiste un'anatomia dell'amore?
E un modo per essere sicuri di ciò che si prova?
Prendi nota
Il consiglio che anima questo articolo si può riassumere così.
Sia che tu tenga un vero e proprio diario, sia che tu abbia - come me - semplicemente l'abitudine di portare con te qualcosa su cui scrivere - a mano, mi raccomando - il prendere nota dei propri pensieri resta una delle strade maestre per conoscersi.
Ti interessa aumentare la tua consapevolezza?
Leggi qui come riuscirci con il tuo diario.
Un nome, una garanzia
Se il carbon coke non c'entra nulla con la coke, perché mai la colla, che ha una elle in più, dovrebbe essere scambiata per la cola?
La domanda andrebbe fatta ai padroni di Coca Cola che hanno imposto ai bloggers di www.cocacolla.it la chiusura per aver loro rubato il nome, come puoi leggere da questo post.
Molti in rete, me compreso, hanno sostenuto la loro causa, anche se essi stessi hanno deciso di acconsentire alla chiusura del dominio, perché è chiaro che mettersi contro la multinazionale sarebbe stata una partita già scritta.
Mai stata così amara, la Coca Cola: che abbiano di nuovo cambiato la formula segretissima?
All'attacco!
Nel senso di attaccarsi affettivamente.
Su questo fenomeno, John Bowlby costruì la sua psicologia, scandalizzando i freudiani di cui faceva parte e facendo luce per la primissima volta su come erano trattati i bambini e i ragazzi nelle strutture educativo-assistenziali.
Da qui puoi leggere della grande eredità lasciataci da questo maestro della psicologia.
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mercoledì 29 febbraio 2012
domenica 26 febbraio 2012
Ricorrenze/2: John Bowlby
Durante i miei studi per diventare counselor feci presto a innamorarmi di Bowlby perché per me rappresentava il punto di svolta definitivo tra l'epoca freudiana e i nuovi corsi della psicologia applicata.
Nato il 26 febbraio del 1907, John Bowlby si presentò a trentatré anni alla società psicoanalitica britannica con un'idea molto innovativa, che suscitò non poche reazioni, in primis da parte di Melanie Klein.
Partendo dagli studi sull'imprinting di Lorenz, Bowlby ipotizzò che le condizioni ambientali dei primissimi anni di vita - e non le fantasie e le elaborazioni psichiche - determinassero i futuri modelli comportamentali del bambino prossimo adulto disturbato.
Siamo sempre nel paradigma del passato che spiega il presente, ma lo psicoanalista britannico sposta il focus dalla dimensione interiore dell'individuo a quella esteriore.
Tutti gli approcci psicologici che compiono questo coraggioso atto epistemologico, da una parte si avvicinano alla possibilità di interventi più concreti nella vita delle persone, e dall'altra si espongono al facilissimo rischio di colpevolizzare condizioni di vita o addirittura persone che determinerebbero i disagi.
Poiché l'equazione infanzia difficile=disturbo psichico era ormai consolidata, la teoria di Bowlby individuava nella madre o nella figura genitoriale di riferimento la discriminante per la buona o cattiva riuscita della stessa infanzia.
Nato il 26 febbraio del 1907, John Bowlby si presentò a trentatré anni alla società psicoanalitica britannica con un'idea molto innovativa, che suscitò non poche reazioni, in primis da parte di Melanie Klein.
Partendo dagli studi sull'imprinting di Lorenz, Bowlby ipotizzò che le condizioni ambientali dei primissimi anni di vita - e non le fantasie e le elaborazioni psichiche - determinassero i futuri modelli comportamentali del bambino prossimo adulto disturbato.
Siamo sempre nel paradigma del passato che spiega il presente, ma lo psicoanalista britannico sposta il focus dalla dimensione interiore dell'individuo a quella esteriore.
Tutti gli approcci psicologici che compiono questo coraggioso atto epistemologico, da una parte si avvicinano alla possibilità di interventi più concreti nella vita delle persone, e dall'altra si espongono al facilissimo rischio di colpevolizzare condizioni di vita o addirittura persone che determinerebbero i disagi.
Poiché l'equazione infanzia difficile=disturbo psichico era ormai consolidata, la teoria di Bowlby individuava nella madre o nella figura genitoriale di riferimento la discriminante per la buona o cattiva riuscita della stessa infanzia.
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