La paura è un meccanismo di difesa antichissimo e preziosissimo.
In un epoca e in un ambiente privo di tutta la tecnologia e la civiltà protettiva dell'era moderna, avere paura era il miglior modo per preservare la specie.
La paura naturale, primitiva, agisce in due semplici modi:
- innesca la fuga se il pericolo è palesemente troppo grande per le nostre forze
- attiva la rabbia, ossia la capacità di far fronte ai danni, se il pericolo ci sembra alla nostra portata
La paura si è trasformata, almeno nella nostra civiltà "evoluta": gli animali non ci attaccano - e chissà in quali casi lo hanno mai fatto! - e la terra ha smesso di scoppiettare di continuo sotto i nostri piedi.
Il meccanismo non ha smesso di funzionare, anzi, ha trovato altri segnali di attivazione così oggi possiamo avere diverse paure:
- paura di eventi dolorosi o tragici
- paura di fare
- paura di provare sensazioni ed emozioni
A ben vedere, tutte le paure moderne hanno una stessa natura profonda:
abbiamo paura di essere inadeguati e di non saper affrontare il futuro!
Infatti, la paura di eventi dolorosi o tragici significa "avrò l forza di sopportarlo?", la paura di fare vuol dire "sarò in grado di raggiungere quel risultato?" e la paura delle sensazioni e delle emozioni sta per "reggerò l'impatto di quella sensazione e/o di quella emozione?".
L'emozione di fondo è sempre la stessa: l'impotenza.
Un'impotenza presunta visto che la paura si riferisce sempre a eventi futuri.
Noi non sappiamo se ce la faremo, sappiamo che avremo il 50 % di possibilità.
la paura ci focalizza sul 50 % a nostro sfavore!
Ma tra sapere che non ce la faremo e sapere che riusciremo c'è un rapporto assolutamente paritario.
In tre passi è possibile inquadrare meglio la nostra paura e iniziare a disinnescarla.
- La nostra sensazione di impotenza produce confusione. la confusione consiste nel non distinguere tra le scelte possibili. L'antidoto alla confusione è la nostra capacità di avere delle preferenze. Individua le opzioni possibili e seleziona quella che davvero preferisci.
- La sensazione di impotenza ci demoralizza. Demoralizzarsi significa non essere coinvolti. L'antidoto alla demoralizzazione è l'entusiasmo. Renditi conto che l'opzione che preferisci ti piace davvero e goditi l'entusiasmo che ti da.
- L'impotenza produce un blocco. Il blocco è la sospensione della nostra responsabilità personale nel far proseguire la vita. L'antidoto al blocco è il movimento. Individua subito, nell'opzione che hai preferito e che ti entusiasma, il primo passo da compiere per avvicinarti all'obiettivo e fallo!
Anche in situazioni di estrema pena le possibilità di preferire, entusiasmarsi e muoversi non vengono mai meno del tutto!
Ce lo insegna anche Viktor Frankl quando racconta di come fosse possibile, anche all'interno di un campo di concentramento nazista, restare degni della propria responsabilità umana:
Dal modo in cui un uomo accetta il suo ineluttabile destino e con questo destino tutta la sofferenza che gli viene inflitta, dal modo in cui un uomo prende su di sé la sofferenza come la "sua croce", sorgono infinite possibilità di attribuire un significato alla vita, anche nei momenti più difficili, fino all'ultimo atto di esistenza. A seconda se uno resta coraggioso e forte, dignitoso e altruista, o se dimentica d'essere un uomo nella spietata lotta per sopravvivere e diventa in tutto e per tutto l'animale di un gregge [...] a seconda di ciò che accade, l'uomo realizza o perde i possibili valori morali che la sua dolorosa situazione e il suo duro destino gli consentono e, a seconda dei casi, è "degno del suo tormento" o non lo è. (Viktor Frankl, Uno psicologo nei Lager, Ares, p.117)
Ciao Sergio,
RispondiEliminaricambio volentieri le tue visite con un commento a questo articolo molto interessante.
Con quello che hai scritto in questo articolo hai ricordato a tutti che lo specifico dell'essere umano è la possibilità di fare in libertà scelte responsabili.
Tutto lo staff di Psicozoo conosce la tua competenza e la passione che metti nella divulgazione scientifica. Sarebbe un piacere lavorare con te. Se ti interessa collaborare con noi scrivici a info@psicozoo.it.
Un caro saluto
Lucia Imperatore
Grazie, Lucia, il tuo invito mi gratifica molto e sono contento che il messaggio sulla responsabilità arrivi in modo chiaro. A presto
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