Pagine

Visualizzazione post con etichetta adulti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta adulti. Mostra tutti i post

lunedì 9 settembre 2013

Tutti a scuola: cinque riflessioni indispensabili per insegnare

Da questa settimana riaprono le scuole italiane, e tutti gli insegnanti sono chiamati a un compito titanico.

Nella crisi e nello smarrimento che caratterizzano i nostri giorni, tenere il timone delle classi di studenti richiede doti, capacità e attitudini che giustamente non possono appartenere a ogni persona in maniera indistinta.

Se è vero che il lavoro dell'insegnante è ormai sottostimato - anche in termini economici - e che chi insegna non è più quella porta sul mondo che in passato poteva addirittura affascinare gli studenti, e che oggi invece appare obsoleto poiché i ragazzi hanno accesso immediato all'informazione semplicemente tirando fuori i loro smartphone dalle tasche, è altrettanto vero che a volte gli insegnanti se la cercano.

Ecco alcune riflessioni, ora in veste di consiglio e altre di monito, comunque espresse con piena solidarietà e con l'augurio di essere artefici di un'esperienza significativa per tutti gli studenti.

venerdì 12 febbraio 2010

Genitori e adolescenti: tre veleni e tre antidoti


Io crescerò
I romani la sapevano lunga nel definire adolescentem il ragazzo e la ragazza che inizia a crescere.

Una parola vaga per un processo che si sviluppa nel tempo, difficile da definire una volta e per tutte.

Durante quell'età lì nulla è dato per certo e l'incertezza gioca brutti scherzi alla tranquillità personale.

Genitori e adolescenti vivono questa lunga fase in modo a volte burrascoso, i primi lamentando la difficoltà di decifrare questo essere che cambia ai limiti dell'irriconoscibile, e i secondi soffrendo per la semplice convivenza con i familiari, vissuta come una insopportabile ingerenza.

Sebbene io non creda si debba per forza dare ragione all'una o all'altra parte di questa complicata relazione, penso che i genitori in quanto adulti dovrebbero avere le risorse per governare il rapporto, aiutando i figli in crescita a restare in partita.

Ma i genitori hanno i loro grattacapi, con questi fenomeni in cambiamento: non li riconoscono, non riescono a interpretare le espressioni facciali, le inflessioni vocali, le intenzioni, le emozioni, davanti a ragazzi e ragazze che usano codici del tutto incomprensibili per loro.

Dal canto loro, i giovani criticano i genitori per la loro contraddittorietà, ora sono eccessivamente normativi, ora si sperticano in effusioni e dimostrazioni di affetto inspiegate, sembrano non avere sicurezza, sono ingiusti, distratti e spesso predicano male razzolando peggio.

Nessuna meraviglia se il dialogo genitori-figli si trasforma spesso in un'aspra battaglia sul campo dell'incomunicabilità.

Non credo che i ragazzi siano abbastanza consapevoli da osservare dall'esterno la relazione con i genitori e introdurre i necessari cambiamenti per farla funzionare.

Sicuramente la loro impulsività può farli esprimere in modo eccessivo per i genitori, ma la maggiore consapevolezza di papà e mamma è la chiave per risolvere il problema.

Cosa "avvelena" la relazione genitori-figli?