Tutti i casi di stragi di massa improvvise, come l'ultimissima nel Connecticut, ci spingono a cercare le possibili cause nella speranza di prevenire eventi simili nel futuro.
Purtroppo, gli elementi a favore di una previsione di tali eventi sono scarsissimi, ogni caso sembra prevalere in termini di differenze più che di somiglianze.
Proviamoci lo stesso.
Maschi assassini?
Quasi tutti gli autori di stragi improvvise sono giovani maschi.
Un elemento apparentemente utile a coloro che vorrebbero spiegare il fenomeno mettendolo in relazione al funzionamento ormonale.
Fattori come i sentimenti di umiliazione o inferiorità collegati al bullismo, o la competizione sessuale tra giovani, risultano motivi preponderanti che ci raccontano di ferite dell'orgoglio, i cui meccanismi affondano nel funzionamento primitivo della mente umana dell'essere umano cacciatore e procacciatore di cibo e prole.
Se si prova a leggere il fenomeno da un punto di vista demografico, il discorso si allarga fino a uscire da qualsiasi controllo, perché il sesso maschile purtroppo è mediamente molto più protagonista di tutti i crimini mondiali.
Dunque, il fattore sessuale non è sufficiente a capirci di più e dobbiamo guardare tutte le altre facce possibili di questi tremendi avvenimenti.
Il colpo in canna
L'alto numero di giovani stragisti negli Stati Uniti ogni volta fa puntare l'attenzione su quanto sia facile accedere alle armi nel grande paese oltreoceano.
Anche se gli autori di questi massacri non acquistano direttamente le armi, quasi sempre essi accedono senza problemi a strumenti di morte collezionati da familiari stretti o vicini.
Tuttavia, anche nei paesi con leggi molto restrittive in termini di reperibilità delle armi - come la Gran Bretagna o la Norvegia - il numero di stragi è impressionante.
Può darsi che leggi più stringenti possano ridurre in parte il fenomeno, ma non al punto da ridimensionarlo sensibilmente.
Bisognerebbe comunque prendere atto che da diversi anni, almeno negli Stati Uniti, questi eventi sono troppi e che una misura d'urgenza necessaria sarebbe quella di aumentare di molto il controllo negli edifici di pubblico servizio.
Il gene della strage?
Oltre alla spiegazione ormonale, c'è chi individua come chiave interpretativa il funzionamento cerebrale.
Molti criminali violenti presentano un profilo caratterizzato da un basso livello serotoninergico, tanto che i risultati di analisi relative a questa caratteristica sono usati come elemento di valutazione da parte dei giudici che devono emettere le sentenze, al fine di prevenire eventuali recidive.
Il punto è che spesso i profili bio-neurologici rispecchiano in realtà le condizioni dell'ambiente familiare e sociale dello stragista.
Abusi subiti, genitori o tutori alcolizzati o tossicodipendenti sono il caso più frequente.
In questo modo, diventa impossibile per qualsiasi onesto scienziato stabilire più che una debole correlazione tra il profilo bio-neurologico dei giovani assassini e il loro gesto.
La psicologia, e tanto meno la criminologia, sono ben lontane dal separare il profilo biologico dai fattori ambientali familiari.
Emulo, quindi agisco (e permetto agli altri di capire)?
Questa si sente sempre, e ogni volta offende l'intelligenza umana.
Sebbene i videogiochi sparatutto possano davvero migliorare le abilità di tiro di giovani che non hanno ancora prestato alcun servizio militare, e che quindi non dovrebbero ancora aver sperimentato l'uso di armi, questo aspetto sembra veramente ridicolo quando si tiene conto del tipo di armi usate.
Con fucili semiautomatici, anche un orbo riesce a fare un massacro in una stanza - ma che dico? Una palestra - affollata.
Come dentro a un film
Regola base di ogni investigatore alle prese con un omicidio è la ricerca di fattori comuni con altre storie simili.
Come quando Clarice va a cercare l'aiuto di Hannibal ne Il silenzio degli innocenti perché i delitti del nuovo serial killer hanno diverse somiglianze con quelli del terribile detenuto scelto come collaboratore.
Come il cinema ci ha insegnato, e come fanno anche i veri investigatori, non ci si limita a cercare storie simili solo nella realtà, ma ci si chiede anche se l'assassino non stia in qualche modo emulando una fiction, scritta o filmata.
I media, insomma, sarebbero cattivi maestri, anche questa l'abbiamo sentita troppe volte.
Da quando poi Warhol disse che prima o poi tutti hanno il loro quarto d'ora di notorietà, la ricerca di attenzione da parte dei media è diventata di per sé un movente di qualunque atto criminale.
Un elemento inutile, ai fini della previsione, visto che i giornali e gli altri mezzi usi a sfruttare il sensazionalismo per vendere i propri prodotti non sono controllabili, e che oggi qualsiasi notiziola può girare il mondo in pochi secondi grazie a Internet.
Io l'avevo detto
Effettivamente alcuni giovani autori di stragi tremende sembrano aver manifestato segni premonitori prima dei massacri.
Spesso, questi segni sono stati colti dai loro compagni, altrettanto giovani, e che proprio per la loro età hanno evitato di denunciarli per tempo, sminuendo i fatti.
Quando i segni sono colti dalle vittime stesse - come succede per esempio nella stragrande maggioranza dei casi presentati ad Amore criminale - è ancora più difficile che la futura vittima si cauteli anche solo confidando di aver ricevuto una minaccia o di aver notato delle stranezza nell'altra persona.
Il fatto che il futuro assassino abbia dato qualche tempo prima segnali così chiari poi lascia sempre tutti a bocca aperta, sebbene l'omicida non abbia agito subito e si sia preso il tempo di orchestrare il suo delitto.
Difetto di famiglia
Un numero considerevole di giovani assassini NON ha relazioni problematiche con i genitori e NON risulta vittima di abbandoni o trascuratezze.
Per questo, incolpare i genitori di incapacità educativa, emotiva e relazionale, non serve a molto.
Se essi siano o meno aggiornati su attività, movimenti e spostamenti dei propri figli omicidi, non leva e non mette nulla in termini di prevedibilità, quantunque possa dirci molto sul carattere del killer.
La corsa al disarmo
Anni e anni di ricerche psicologiche sugli eccidi di massa ci hanno dato veramente pochi granelli di sapere, inutili a prevenire le stragi e la pena che portano ai familiari delle vittime innocenti.
La psicologia dovrebbe giustamente stare sempre un passo avanti alla logica e al buon senso, intervenire laddove le spiegazioni evidenti non sono sufficienti.
Ma è vero anche il contrario: quando gli psico-qualcosa non sanno cavare un ragno dal buco, forse sarebbe il caso di lasciare al buon senso la parola.
E il buon senso ancora non sa spiegarsi - e mai ne sarà capace - perché sia possibile per dei cittadini normali avere delle armi a portata di mano.
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