Noi ricordiamo meglio le cose incompiute.
Ne Le mille e una notte, la giovane Sherazade riesce a tenere vivo l'interesse del re raccontandogli storie che non finiscono mai, perché all'interno di ogni storia, un personaggio inizia a raccontarne un'altra.
La storia di Sherazade è solo l'archetipo di questo fenomeno, che in realtà accade di continuo nelle nostre vite.
Molti camerieri non hanno alcun bisogno di prendere nota delle ordinazioni perché automaticamente il loro cervello interpreta il tavolo come un "problema aperto", e ne terrà vivo il ricordo nella memoria a breve termine fin quando tutti i commensali non avranno un piatto davanti.
Se al lavoro si presenta un problema e non se ne trova la soluzione entro la fine dell'orario di lavoro, si può star sicuri che ci penseremo fino al giorno successivo.
Essere mollati dal partner, oltre che una ferita all'autoimmagine, è un "troncamento" di una storia, la nostra storia che, non concludendosi, rimane viva e accesa, dandoci il tormento, e si spegnerà solo quando ci costruiremo una conclusione (c'è anche chi prova a cancellarla con un delitto).
Infine, se la morte di una persona cara avviene lontano da noi, abbiamo assoluto bisogno di vederne il corpo, la nostra mente necessita di quel fotogramma finale per completare quel vissuto emotivo così faticoso che è il lutto, e per questo tutte le culture del pianeta si sono poste il problema del trattamento dei cadaveri.
In tutti questi casi, la presenza o l'assenza di un compimento degli eventi è determinante per l'effetto finale.
Fu lo psichiatra russo Bluma Zeigarnik a studiare per primo questo fenomeno e a suggerirne le possibili applicazioni.
Quando parliamo con una persona che non conclude mai ciò che sta dicendo e apre sempre nuovi argomenti, ci sottoponiamo a uno sforzo notevole per tenere a mente tutti i fili dei suoi discorsi, fin quando ci accorgiamo che lo fa apposta per confonderci o perché non sa cosa dire.
Chi insegna può utilizzare questo effetto mnemonico con grande vantaggio, chiudendo le lezioni con una domanda aperta, la cui risposta ovviamente arriverà nella lezione successiva.
Infine, chi ha necessità di ricordare nozioni per una interrogazione o un esame può volontariamente lasciare fuori dallo studio l'ultima pagina, da completare ovviamente solo il giorno stesso in cui dovrà esporre quei contenuti.
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