La Legge dell'Attrazione
Mi piace.
Meglio chiarirlo subito perché nel mondo della Legge dell'Attrazione - come in ogni mondo spirituale - si rischiano scismi ed eresie e non vorrei pestare piedi a qualche seguace dogmatico.
Ma a me piace per motivi diversi da quelli per i quali piace - o vende - così tanto.
L'attenzione selettiva
La legge dell'attrazione in sostanza afferma che ciò a cui prestiamo attenzione si realizza nella nostra vita - alcuni dicono si materializza, altri si avvera, non sempre questi termini sono sinonimi - .
Il bellissimo libro Chiedi e ti sarà dato di Esther e Jerry Hicks (Tea Edizioni) addirittura fornisce un prontuario di esercizi per realizzare e attrarre ciò che vogliamo nella nostra vita.
Nella marea di Laws, Codes e Secrets che ha invaso da qualche anno le librerie - e che adoro spulciare - mai avevo visto uno di questi testi "esporsi" così tanto al rischio di una solenne figuraccia per mancata promessa.
Invece "funziona".
Prendiamo a esempio l'esercizio - nel libro sono chiamati processi - laboratorio creativo: prima scriviamo delle frasi che iniziano con voglio, poi aggiungiamo a ognuna quattro o cinque frasi che iniziano con perché. Chiunque segua questa procedura finirà per focalizzarsi in modo così intenso sulle proprie questioni personali che almeno la metà di esse gli sarà talmente chiara da vederne anche la soluzione. Magia? Sì, ma del tutto umana.
Oppure la tovaglietta: scrivete tutto ciò che vi tocca fare fino a sentirvi stracarichi di impegni, poi prendete un altro foglio, anzi, fatelo al bar e usate un tovagliolo o qualsiasi supporto abbiate a disposizione - io l'ho fatto su un sacchetto di carta dell'aereo! - e preparate due colonne, a sinistra scriverete quello che farò oggi e a destra quello che vorrei che facesse l'Universo e inserite nelle due colonne le voci estratte dal primo elenco. Lasciate tutto sul posto e andatevene.
Non è altro che una procedura di ottimizzazione delle proprie attività che assegna all'Universo le cose rimandabili, le deleghe - importantissime per gestire i propri impegni - e le aspettative, tutte cose che prima o poi arriverebbero a conclusione comunque. Trascrivere "scarica" la nostra mente, siamo più leggeri, ci lavoriamo più sereni perché ora che abbiamo focalizzato abbiamo tutto sotto controllo e il gioco e fatto.
Tutti questi esercizi si basano sull'attenzione selettiva volontaria: se spingo la mia consapevolezza a notare i segnali positivi il mio stato d'animo e il mio intero organismo reagiranno bene e io mi sentirò motivato a focalizzarmi ancora di più sul positivo e così via.
Un circolo virtuoso costruito su una profonda conoscenza dell'uomo che si chiama... psicologia.
La cosa incredibile è che Esther Hicks sarebbe una profetessa: attraverso di lei parla Abraham, che non so nemmeno dire se sia uno spirito, un'entità o cosa.
Nel testo più antipositivistico finalmente si trova qualcosa di credibile che da risultati pratici concreti.
Predire il futuro per adattarvisi
Comportarsi come se fossimo sicuri che qualcosa accadrà rende reale quel qualcosa almeno nelle sue conseguenze come scoprì William Thomas.
La storia è piena di esempi e grandi personaggi si sono fatti autori del loro destino.
Il più antico? Forse Edipo, a cui era stato predetto che avrebbe ucciso il padre e si sarebbe unito alla madre e che cercando di evitare questi orrori finì per compierli.
Tutto questo in un mito di circa tremila anni fa.
Dunque è da un bel po' che si sapeva delle profezie che si autorealizzano.
Ma non doveva essere un... Segreto?
Il pensiero positivo incoraggia a vivere la vita intensamente, totalmente, liberandola dalle tensioni, dai modelli precostituiti, dalle inibizioni. E' il sentiero dell'anima che onora anche il corpo celebrando i sensi e le esperienze di vita. E' dire si alla vitalità. Alla sacralità del corpo e alla gioia della vita.
RispondiEliminaGiuseppe AREna