Gestire le emozioni è una abilità non sempre facile da utilizzare, tanto che negli ultimi anni, in campo psichiatrico, si è iniziato a parlare di alessitimia, un quadro sintomatico caratterizzato da difficoltà a individuare quali emozioni si provano.
Eppure le emozioni ci servono come l'aria: grazie a esse, la nostra personalità si struttura tendendo a una coerenza, consentendoci di acquisire un'identità.
Poiché le emozioni determinano la formazione dei sentimenti, e i sentimenti ci indirizzano ai valori, una delle cause di questo smarrimento della consapevolezza emotiva sta nella instabilità dei valori stessi, in un mondo che cambia a volte a velocità vertiginosa.
L'emozione si configura come una reazione a stimoli ed eventi esterni o percepiti come tali.
Dunque, se oggi sembra difficile associare un nome allo stato mentale nel quale ci si trova, forse può risultare più semplice usare un'altra strada.
Infatti, emozioni come rabbia, paura, tristezza, gioia ecc. sono in realtà nomi dati a un gruppo di cambiamenti nel nostro stato interno.
In certi casi, è più facile individuare questi cambiamenti, per poi risalire all'emozione correlata, piuttosto che fare il contrario.
Anzi, la consapevolezza dei cambiamenti in atto - e non del "nome" dell'emozione - ci consentirà anche di quantificarla meglio.
Per avere un'emozione è necessario un evento dopo il quale cambino cinque aspetti del nostro stato interiore.
Dopo l'evento chiediamoci:
Saper rispondere anche solo a una di queste cinque domande potrà essere molto utile per gestire l'emozione correlata.
Con più risposte, poi, è possibile anche dare un nome ad essa.
Se ci sentiamo inquieti e il nostro corpo sembra pronto ad aggredire staremo di certo provando un'emozione della gamma della rabbia, mentre se non vediamo l'ora che qualcuno ci aiuti perché tra non molto dovremo affrontare una situazione poco chiara è evidente che saremo nella gamma della paura.
Questo sistema presenta il vantaggio di non fissare le emozioni una volta e per sempre: le domande ci faranno distinguere tra vari gradi di una stessa gamma emotiva, arricchendo di conseguenza il vocabolario della nostra sensibilità.
Le domande sono uno stratagemma per trasformare la percezione in informazione.
L'informazione è l'antidoto più efficace per il disorientamento.
Eppure le emozioni ci servono come l'aria: grazie a esse, la nostra personalità si struttura tendendo a una coerenza, consentendoci di acquisire un'identità.
Poiché le emozioni determinano la formazione dei sentimenti, e i sentimenti ci indirizzano ai valori, una delle cause di questo smarrimento della consapevolezza emotiva sta nella instabilità dei valori stessi, in un mondo che cambia a volte a velocità vertiginosa.
L'emozione si configura come una reazione a stimoli ed eventi esterni o percepiti come tali.
Dunque, se oggi sembra difficile associare un nome allo stato mentale nel quale ci si trova, forse può risultare più semplice usare un'altra strada.
Infatti, emozioni come rabbia, paura, tristezza, gioia ecc. sono in realtà nomi dati a un gruppo di cambiamenti nel nostro stato interno.
In certi casi, è più facile individuare questi cambiamenti, per poi risalire all'emozione correlata, piuttosto che fare il contrario.
Anzi, la consapevolezza dei cambiamenti in atto - e non del "nome" dell'emozione - ci consentirà anche di quantificarla meglio.
Per avere un'emozione è necessario un evento dopo il quale cambino cinque aspetti del nostro stato interiore.
Dopo l'evento chiediamoci:
- che sensazione fisiologica ci da: energia, debolezza, inquietudine, calma ecc.
- cosa ne pensiamo: ci appaga, ci rovina, ci minaccia, causa mancanza ecc.
- quando è accaduto: presente, passato, futuro, atemporalità
- cosa ci spinge a fare per noi: conservare lo stato attuale, combattere, ritirarci, chiuderci ecc.
- cosa ci spinge a fare con gli altri: renderli partecipi, tentare di modificarli, invocare soccorso, rifugiarsi tra le braccia di qualcuno ecc.
Saper rispondere anche solo a una di queste cinque domande potrà essere molto utile per gestire l'emozione correlata.
Con più risposte, poi, è possibile anche dare un nome ad essa.
Se ci sentiamo inquieti e il nostro corpo sembra pronto ad aggredire staremo di certo provando un'emozione della gamma della rabbia, mentre se non vediamo l'ora che qualcuno ci aiuti perché tra non molto dovremo affrontare una situazione poco chiara è evidente che saremo nella gamma della paura.
Questo sistema presenta il vantaggio di non fissare le emozioni una volta e per sempre: le domande ci faranno distinguere tra vari gradi di una stessa gamma emotiva, arricchendo di conseguenza il vocabolario della nostra sensibilità.
Le domande sono uno stratagemma per trasformare la percezione in informazione.
L'informazione è l'antidoto più efficace per il disorientamento.
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