Avrai sentito dire - forse dalla tua stessa voce - queste parole: mi manca la motivazione.
Lo dice chi vuole raggiungere un obiettivo per il quale deve compiere delle azioni ma fa i conti con la dura realtà del doversi davvero impegnare per raggiungerli.
Perché mi manca la motivazione lo si può dire con disperazione, ma anche con vittimismo: nel primo caso la vivi come una carenza e puoi soffrirne, nel secondo la vivi come una giustificazione e ne gioisci in silenzio.
La situazione di base non è rara: stabilisci un obiettivo da raggiungere, arrivi anche a pianificare le azioni da eseguire ma poi trovi sempre quel centinaio, centinaio e mezzo di cose da fare che ti impediscono di lavorare al tuo obiettivo.
Eppure il piano sembrava perfetto: ogni azione programmata sembrava annunciare un pieno successo, fino a quando è arrivato il momento di... metterle in pratica.
Potrebbe dipendere da una mancanza di motivazione, non c'è dubbio.
Ma di cosa stiamo parlando quando diciamo motivazione?
Quando i nostri comportamenti hanno una direzione e uno scopo a fare loro da "faro" allora diciamo di avere un motivo.
La motivazione, invece, è qualcosa che ci spinge ad agire, è attiva mentre compiamo il percorso e funziona come una molla.
Migliorare il proprio aspetto fisico, prendersi cura della propria salute, vincere delle competizioni sono solo alcuni degli obiettivi in grado di motivare alcune persone.
Ma è abbastanza?
Il vero problema è che alcune persone pensano alla motivazione come qualcosa da aspettare e che grazie a questa attesa prima o poi arriverà: una bella mattina ti sveglierai e magicamente farai tutto ciò che hai preventivato!
Una bella favola.
Non aspettare la motivazione: creala.
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mercoledì 30 giugno 2010
giovedì 13 maggio 2010
L'obiettivo di essere obiettivi
Climb high, climb far, your goal the sky, your aim the star.
Questo invito ad avere come mete e obiettivi il cielo e le stelle accoglie gli iscritti al Williams College nel Massachusetts, Stati Uniti, quello della foto.
Il tono dell'iscrizione è entusiasta, ma esiste un modo corretto di formulare degli obiettivi, darsi degli scopi, perseguire delle finalità?
Sono certo che avrete sentito usare spesso come sinonimi queste parole: obiettivo, finalità, scopo.
E non c'è nulla di male se le usiamo in questo modo, quando parlare non è lo strumento per fare le cose ma solo per chiacchierare.
Tuttavia, distinguere tra questi termini può aiutare a distinguere anche tra le cose da fare per raggiungere... obiettivi? Finalità? Scopi?
Questo invito ad avere come mete e obiettivi il cielo e le stelle accoglie gli iscritti al Williams College nel Massachusetts, Stati Uniti, quello della foto.
Il tono dell'iscrizione è entusiasta, ma esiste un modo corretto di formulare degli obiettivi, darsi degli scopi, perseguire delle finalità?
Sono certo che avrete sentito usare spesso come sinonimi queste parole: obiettivo, finalità, scopo.
E non c'è nulla di male se le usiamo in questo modo, quando parlare non è lo strumento per fare le cose ma solo per chiacchierare.
Tuttavia, distinguere tra questi termini può aiutare a distinguere anche tra le cose da fare per raggiungere... obiettivi? Finalità? Scopi?
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domenica 15 novembre 2009
I buoni propositi: facile averne, difficile mantenerli

Di buoni propositi spesso è lastricata la strada verso il nostro sconcerto, dopo il quale ci chiediamo: come ho potuto? Perché non ci sono riuscito? Dove ho sbagliato?
Sembra che a dar consigli siano buoni tutti, a volte, ma quegli stessi "tutti" sono i primi a non mantenere gli impegni con sé stessi.
Questo fenomeno ci accade nelle più svariate situazioni, a prescindere dalla loro importanza: ci ripromettiamo di chiamare qualcuno e non lo facciamo - proprio non ci va di stare lì a scambiarci affetto! - , da domani ci mettiamo a dieta e quel domani si sposta sempre di un giorno, di una settimana, di un mese - mentre "oggi" è sempre "buono" da mangiare! - , vogliamo sperimentare quella nuova tecnica che in una settimana ci farà sentire migliori salvo poi preferire di sentirci più comodi restando come siamo - che noia stare lì a visualizzare, a sincronizzare il respiro, a scrivere con la mano non dominante, soli, per giunta, e alle cinque di mattina perché nel resto della giornata ho cose più serie da fare! - .
Ci ripromettiamo un mare di cose senza farle progredire neanche di un passo, a volte sapendo in anticipo di non farle.
Quali sono i motivi di questo tirarci da soli la zappa sui piedi?
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