Da un post all'altro
Cancellare i ricordi: sogno o realtà? è uno dei post più letti di questo blog e da tempo meditavo di aggiungere alcune considerazioni.Mi sembra uno scenario molto suggestivo: intervenire direttamente sulla memoria e modificarla, ma poi?
Quali cambiamenti possiamo immaginare nella persona la cui memoria viene alterata?
E tutti coloro che avevano e continueranno ad avere a che fare con essa subiranno conseguenze da questa trasformazione dei ricordi?
Uguali e diversi
Se il ricordo è la traccia di un'esperienza, è anche la testimonianza dentro di noi di ciò che siamo stati in quella circostanza.
Ciò influisce su ciò che siamo tuttora.
Ma se il ricordo è cancellato, noi perdiamo qualsiasi cognizione su di noi rispetto a quell'esperienza, tanto che se dovesse ricapitarci la vivremmo come nuova.
La dottoressa Alberini, di cui parlo nell'altro post, suggerisce che la cancellazione dei ricordi traumatici potrebbe modificare gli effetti post traumatici di tipo patologico.
E tuttavia, questi effetti hanno a che fare spesso con vissuti emotivi quali rimorsi, sensi di colpa, perdita di stima in sé stessi.
Questi vissuti derivano direttamente dal giudizio che la persona esprime su di sé.
Giudizio che influisce quindi sull'identità personale, sul modo di raccontarsi, sul senso della propria vita.
Togliere alla persona uno degli strumenti che le consentono di sentirsi persona, e cioè i ricordi, la cambierebbe in quanto tale?
E gli altri?
Possiamo fantasticare e dire che chi avesse commesso atti condannabili potrebbe ricavare un gran beneficio dalla perdita dei ricordi connessi al suo comportamento.
Forse in questo scenario - per ora fantascientifico a quanto ne sappiamo - si sentirebbe una persona "pulita" rispetto a quegli stessi comportamenti, come se non li avesse mai neanche pensati.
Ma se quegli atti condannabili avessero avuto influenze nefaste su altre persone?
Qui si pone un primo grande problema etico.
la persona vista dagli altri, sarà pensata come ancora la stessa o anche per gli altri stessi sarà come se non si fosse mai macchiata di atti nocivi?
Per coloro che ritengono il rimorso come il giusto prezzo da pagare per il male commesso, cancellare i ricordi sarà considerata un'operazione scorretta, diseducativa e contro la morale.
Ma per altri, quella persona colpevole, una volta perdute le memorie relative alla colpa, non c'è più, sostituita da un altro sé stesso, privo di quella macchia, ed essi non riterrebbero etico che questo "nuovo" individuo debba pagare per il "vecchio".
Il ricordo e il giudizio
Per esprimere giudizi non ci serviamo comunque solo di ricordi.
La maggior parte delle nostre idee sono inferite da informazioni non necessariamente frutto di esperienze - e quindi immagazzinate nella memoria - ma derivano da informazioni provenienti dalle fonti più disparate.
Questo ci permette di esprimere valutazioni anche sugli altri, sebbene noi non siamo gli altri.
Così giudichiamo i personaggi storici e quelli attuali, parenti, conoscenti, sulla base di notizie, dati, informazioni su eventi accaduti e azioni compiute da queste stesse persone sottoposte alle nostre valutazioni.
La persona ipotetica alla quale verrebbero cancellati i ricordi, come già detto, storicamente si sdoppierebbe: c'è una identità che si interrompe e una nuova identità che ricomincia.
Dal punto di vista della stessa persona in questione, le identità apparterrebbero in una certa misura a due persone distinte.
Quando il soggetto al quale si cancellano i ricordi "entra" nella sua seconda identità, non ha più accesso alla prima e giudicherà sé stesso solo sulla base di ciò che sa di aver compiuto.
Egli non è più al corrente di ciò che è stato.
Cosa accadrebbe se egli ricevesse le notizie, le informazioni, i dati necessari per ricostruire la sua vita prima della cancellazione dei ricordi?
Si può pensare che il giudizio su sé stesso verrebbe modificato dalle informazioni acquisite?
Il problema dei disturbi post traumatici potrebbe ripresentarsi, perché ora la persona sa di essersi resa protagonista di certi comportamenti?
Per rispondere dovremmo capire quali conseguenze avrebbe la cancellazione dei ricordi sull'impianto etico della persona stessa.
Sarebbe però una situazione paradossale quella in cui un essere umano, liberatosi dal peso angosciante di certi ricordi, una volta recuperati quegli stessi ricordi dal racconto degli altri, finisse per ricadere nella stessa angoscia di partenza.
Con queste domande ci incamminiamo nel terzo millennio, curiosi di assistere alla risposta.
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